Gli Stati Uniti hanno sospeso l’assistenza militare a 35 Paesi che hanno rifiutato di garantire con un accordo bilaterale l’immunità dei soldati americani dal Tribunale penale internazionale. Tra questi Paesi ci sono i sei candidati europei alla Nato, l’Estonia, la Lettonia e la Lituania, più la Bulgaria, la Slovacchia e la Slovenia. Nel libro nero dell’amministrazione Bush, sempre più unilateralista, figurano però anche nazioni-chiave durante la guerra fredda come l’Austria, la Finlandia e la Svezia; stretti alleati come l’Irlanda; Stati latinoamericani cruciali nella lotta contro il terrorismo e la droga [come la Colombia e il Perù]. Nella lista [fatta di una ventina di Paesi] di chi non potrà ricevere, in futuro, aiuti figura addirittura San Marino, dove difficilmente i soldati americani potrebbero mettersi nei guai.
I Paesi penalizzati hanno reagito con amarezza: qualcuno anche lamentandosi dell’ingratitudine americana [la Lituania, che ha mandato uomini in Afghanistan e Iraq]. Ma il Pentagono ha ribadito che la legge sulla protezione dei militari passata dal Congresso nel 2002 non lascia alternative. La legge ha esentato da accordi bilaterali solo gli altri 18 membri della Nato, nonché l’Australia, Israele, l’Egitto, la Corea del sud e il Giappone. Il Pentagono ha anche sottolineato che l’entità degli aiuti sospesi è modesta, 65 milioni di dollari complessivi. Ma per Paesi come la Lettonia sarebbe impossibile prepararsi all’ingresso nella Nato senza di essi. Il suo governo ha ieri auspicato «un’intesa sulla Corte tra gli Stati Uniti e l’Ue».
La sospensione dell’assistenza militare segna il culmine di una campagna scatenata dall’amministrazione Bush contro la Corte penale internazionale un anno fa, dopo che un centinaio di nazioni la sottoscrissero. L’amministrazione è giunta al punto di minacciare la fine di tutte le missioni di pace dell’Onu a meno che i suoi militari non ricevessero l’immunità . Il 12 giugno scorso il Consiglio di sicurezza, che gliela aveva già concessa per 12 mesi, l”ha prorogata di altri 12, nonostante le obiezioni del segretario generale Kofi Annan. L’amministrazione ha anche diffidato la Francia e altri Stati europei dal premere sui candidati all’Ue affinché le resistano. Il motivo addotto da Bush per l’immunità dei soldati Usa è che potrebbero essere vittime di false accuse «per manovre politiche».
Ennio Caretto
Il Corriere della Sera
2/07/03
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