Vi invio ora un riassunto dei punti fondamentali di ‘No Logo’ di Naomi Klein, considerato dai media la Bibbia
del popolo di Seattle. Ho selezionato le frasi più significative di ogni capitolo e le ho riportate qui quasi integralmente, quindi se sono scritte in prima persona significa che l’autrice le ha scritte in prima persona.
Comunque No Logo, oltre ad esser in vendita nelle librerie é arrivato anche nelle biblioteche. Si può leggere anche solo un capitolo, dato che é un saggio e i capitoli trattano argomenti piuttosto diversi l’uno dall’altro. Spero che il documento sia comprensibile anche a chi, come voi, non ha letto il libro. Chiunque fosse comunque interessato su alcun particolari argomenti che qui ho solo accennato o forse trattato in maniera poco chiara, può contattarmi [lorenzo.ferrari@tin.it]
Saluti a tutti
Lorenzo Ferrari, Trento
Cap. 1 Un nuovo mondo di marca
a.. Le aziende smettono di produrre, il loro compito é il marketing
b.. La merce uniforme viene diversificata dai marchi
c.. Investimento pubblicitario in costante crescita
d.. Scompaiono gli spazi non commercializzati e pubblicizzati [invasione dei marchi] L
e.. Le aziende per vendere devono scegliere tra: prodotti economici e non pubblicizzati; prodotti costosi e pubblicizzati; prodotti collegati ad uno stile di vita [ikea, nike.]
Cap. 2 Il marchio si espande
a.. Scomparsa di confini tra sponsor e cultura sponsorizzata, tra sponsor
e sponsorizzato
b.. Deregulation e liberismo: scuole, musei, tv ricorrono agli sponsor per compensare i tagli di bilancio L
c.. Ogni marchio non si limita ad un ristretto campo di interesse e competenza: nascono i supermarchi
Cap.3 alt.quisiparladitutto
a.. I giovani sono disposti a pagare per essere ‘in’, le aziende cercano di interpretare le mode giovanili e si rivolgono al mercato giovanile, l’unico disposto a pagare tanto per un marchio L
b.. Ricerca del ‘cool’, osservazione e creazione di mode
c.. I marchi osservano la vita di strada, la musica e anche atteggiamenti. l’unica frontiera rimasta libera dai marchi é il passato.
Cap.4 Il branding dell’istruzione
a.. La scuola era rimasta libera dai marchi
b.. Il liberismo taglia i finanziamenti alle scuole, che per poter fornire un’educazione moderna [informatica] ricorrono agli sponsor aziendali: i marchi entrano nelle scuole L L
c.. Genitori e insegnanti non vedono niente da guadagnarci nella resistenza ai marchi; l’educazione non rimane indipendente, viene influenzata dagli sponsor L
Cap. 5 Fusioni e Sinergie
a.. Il rafforzamento dei marchi inizia con una fusione tra aziende, solo la più grande e forte sopravviverà
b.. Le aziende vanno contro i piccoli esercizi, dove la propria merce viene venduta insieme a quella dei concorrenti; le aziende creano propri negozi [nike store, champion, disney store.]
c.. I piccoli esercizi non riescono ad essere concorrenziali L
Cap.6 La fabbrica rinnegata
a.. il prodotto nasce in fabbrica, ma il cliente compra il marchio
b.. le aziende non hanno vantaggi nell’investire in fabbriche, macchinari o dipendenti, affidano la produzione a terzi
c.. I produttori devono produrre la merce al prezzo più basso possibile perché le aziende possano investire maggiormente in pubblicità
d.. Le aziende non hanno più responsabilità verso i lavoratori dipendenti dei fornitori L
e.. I governi del terzo mondo temono di perdere le fabbriche straniere, le fabbriche temono di perdere i marchi acquirenti, i lavoratori temono di perdere i loro lavori precari; i paesi poveri si contendono le fabbriche
straniere e offrono agevolazioni fiscali, normative flessibili, forze militari contro le ribellioni, costi salariali ridottissimi e paghe inferiori al costo della vita L
f.. I lavoratori non guadagnano neanche il necessario per sopravvivere, non possono contribuire al progresso economico e tecnologico che dovrebbe invece venire dagli investimenti stranieri L
Cap.7 minacce e lavori interinali
a.. La precarietà nel lavoro minaccia tutti
b.. Non si offrono più impieghi stabili con benefici, ferie, stabilità e rappresentanza sindacale L
c.. I lavoratori del settore della vendita al dettaglio vengono considerati come studenti che non dipendano economicamente solo dalla paga o che siano lanciati verso un’altra carriera. Vengono sottopagati.
Cap.8 l’interferenza culturale
a.. tutti hanno il diritto di rispondere a immagini pubblicitarie che non hanno mai chiesto di vedere J
b.. assenza di reali alternative alla cultura del consumismo L
c.. l’espansione e il successo della pubblicità non soffoca la rabbia antimarketing, anzi J
d.. avere un cervello significa non farsi influenzare da altri per decidere cosa indossare, cosa comprare, come parlare, cosa mangiare
Cap. 9 riprendiamo le strade
a.. Rts [reclaim the streets – riprendiamo le strade] incanala il desiderio di divertimento in un atto di disobbedienza civile che é nel contempo una festa
b.. Ci sono le potenzialità e le ambizioni per una protesta globale contro la perdita di spazio pubblico J
c.. Le strade ora esistono solo in funzione della vetrine, dei cartelloni, dei distributori, non sono luoghi che devono essere vissuti
d.. ‘ rivendicavamo tutto e sempre. Per riprenderci ciò che avrebbe dovuto essere nostro, da sempre’ Rts J
Cap.10 cresce il malumore
a.. l’attivismo antiaziendale cresce perché molti riescono a individuare i collegamenti tra i marchi
b.. Non siamo mai stati invasi dai marchi come oggi
c.. Le aziende arrestano e non favoriscono lo sviluppo del terzo mondo
d.. I direttori esecutivi stanno riscrivendo le regole dell’economia globale attuando un ‘colpo di stao al rallentatore’
e.. l’immagine legata la marchio é la fonte del successo delle aziende ma anche il loro tallone d’Achille J
Cap.11 l’effetto boomerang del marchio
a.. l’unico modo perché il sistema funzioni é far sì che i lavoratori non sappiano niente della vita pubblicitaria di ciò che producono e che i consumatori non sappiano niente della produzione di ciò che comprano
b.. l’efficacia della campagne anti marchio dipende dalla relazione tra movimenti di protesta e vita delle persone dominate dai marchi
c.. I profitti annuali di Wal Mart sono 120 volte superiori al bilancio annuale di Haiti [!!!]
d.. I 181 milioni di dollari annuali in diritti d’opzione di Eisner [Disney] manterrebbero 19000 lavoratori haitiani e le loro famiglie per 14 anni [!!!]
e.. l’omogeneizzazione ha permesso una comunicazione globale efficace
Cap.12 la storia di tre logo
– fatti e misfatti di Nike, Shell e McDonald’s
a.. il tribunale é l’unico luogo dove le aziende devono spalancare la porta e lasciare che il pubblico guardi dentro
b.. Internet permette di organizzare interventi internazionali coordinati con risorse e burocrazia ridotte al minimo
c.. i movimenti iniziano a capire dove possono arrivare e le dimensioni del loro potere
Cap.13 oltre il marchio
a.. Se il rispetto del diritto di libera associazione [dichiarazione dei diritti dell’uomo- ONU] fosse una condizione essenziale di commercio e investimenti, la situazione delle aree di libero commercio potrebbe cambiare
radicalmente in brevissimo tempo
b.. Se rimarrà salda la volontà pubblica potremo riuscire a sottrarre alle aziende importanti questioni in gioco perché ritornino ad essere di dominio pubblico
Cap.14 consumismo verso civismo
a.. se cominciamo a fare affidamento sulle aziende perché creino dei codici di condotta sui diritti umani e sul lavoro sacrifichiamo il diritto delle persone di governarsi da sole.
b.. Talvolta é molto difficile poter dire se queste tendenze sono l’inizio di qualcosa di davvero nuovo o se sono invece solo la battuta finale di qualcosa di molto vecchio. Ciò che ho visto con chiarezza é stato un
movimento che si andava formando sotto i miei occhi. J J J
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