Berlusconi non ha visto il muro

Con mezzo governo Berlusconi e’ andato in Israele per fare affari e per promettere che non ne fara’ piu’ col nemico iraniano. Diligentemente e’ andato a visitare il museo della Shoah, scrivendo un’apposita frase che attesta il suo orrore per quella ignominia. Poi dall’hotel King David dove con il suo seguito occupava una ‘suite regale’ con altre 170 stanze e vestiva un accappatoio bianco con su scritto a lettere d’oro ‘Silvio Berlusconi’, si e’ spostato alla Knesset per dire che Israele e’ la migliore democrazia del mondo e che bene ha fatto a punire i palestinesi con l’operazione ‘Piombo fuso’ e con il massacro di Gaza, nonostante la condanna ufficiale dell’ONU da cui l’Italia del resto gia’ si era dissociata votando contro di essa.

Tutto questo il nostro presidente del Consiglio ha fatto nel giorno in cui a Roma alla Camera faceva votare dai suoi devoti la legge-beffa che, unica nelle democrazie dell’Occidente, sancisce la legittima latitanza sua e dei suoi ministri dalle aule giudiziarie nelle quali fossero processati anche per i piu’ gravi reati; una legge cosi ingegnosa (si raffina con il ripetuto esercizio l’arte di Ghedini) che questa latitanza non ha nemmeno bisogno di essere consumata all’estero, come almeno fece Craxi, ma puo’ essere meramente figurativa e vissuta allegramente in Italia.

Nello stesso giorno Berlusconi si trasferiva nei Territori occupati per una doverosa visita all’infelice Abu Mazen. Per passare da Israele nei Territori bisogna imbattersi nel Muro che sigilla i palestinesi nel loro ‘apartheid’ e sfregia la Terra santa e la stessa Gerusalemme.

Ma ai giornalisti che gliene chiedevano le impressioni lo statista ha detto di non averlo veduto, occupato com’era a riordinare le idee per l’incontro con l’Autorita’ palestinese. Ma non si puo’ avere alcuna idea da scambiare con i palestinesi, se non si vede il Muro, che e’ come la trave ficcata nel loro occhio.

Non vedere il Muro che e’ la piu’ imponente opera edilizia della regione, e’ come andare in Egitto e non vedere le piramidi, e’ come essere andati nella Germania divisa e non aver visto il Muro di Berlino, e’ come essere andati ad Auschwitz senza aver visto il cancello con la scritta sul ‘lavoro che libera’.

Non vedere il Muro che uccide la Palestina e ghettizza Israele e’ come non vedere gli operai licenziati di Termini Imerese che salgono sui tetti, o quelli dell’Alcoa, o i disoccupati e i cassintegrati che assediano palazzo Chigi, per proteggere il quale il centro di Roma si e’ trasformato in un bivacco della polizia.

Non vedere il muro che da Nazaret impedisce di andare a Betlemme, e da Gerusalemme blocca la strada per Emmaus, e’ come non vedere che c’e’ la crisi economica che si abbatte su milioni di famiglie, e dire che tutto va bene, basta dare qualche condono ai ricchi che evadendo le tasse hanno messo le mani in tasca agli italiani poveri.

Non vedere il Muro che modernizza la Terra promessa e’ come non vedere altri monumenti della modernita’: lo Stato di Diritto, il Cesare Beccaria dei delitti e delle pene, la divisione dei poteri, la funzione della magistratura, l’universalita’ della legge penale, l’eguaglianza di tutti davanti alla legge.

Non vedere il Muro oltre il quale e’ ricacciato l’intero mondo arabo e islamico vuol dire rovesciare la politica estera italiana che ha intessuto legami e gettato ponti in tutto il Medio Oriente; significa distruggere l’immagine dell’Italia che per decenni ha compiuto il miracolo di praticare l’amicizia con Israele senza rompere la solidarieta’ con i palestinesi; significa ignorare che il Parlamento italiano voto’ a suo tempo per l’ingresso non del solo Israele, come oggi vorrebbe Berlusconi, ma dei due Stati della Palestina e di Israele nella Comunita’ europea, intesa non come una fortezza per lo scontro con gli arabi, ma come uno spazio in cui le frontiere si abbassano e Israele e Palestina potessero vivere insieme come Stati indipendenti e sovrani, non confusi ma non divisi nel godimento dello stesso territorio.

Non vedere il Muro che umilia i palestinesi vuol dire andare da loro a promettere non la liberta’, ma un po’ di soldi di un ipotetico ‘piano Marshall’ per un impossibile ‘benessere’.

Il primo ministro Netanyau ha detto che Israele non ha un altro amico pari a Berlusconi in tutta la comunita’ internazionale. Povero Israele. Se amico di Israele e’ chi non vede il Muro, allora vuol dire che Israele vive nella irrealta’, in un mondo che non e’ quello vero, in un mondo dove non c’e’ nessun altro che lui, un mondo che esiste solo nel sogno di chi e’ senza ragione. Questo sogno e’ molto pericoloso. Se ne puo’ morire. E quello di far entrare il solo Israele nella Unione europea, per meglio combattere tutti insieme l’Islam, non e’ un sogno, e’ un incubo.

(Tratto da: http://www.ariannaeditrice.it)

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