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L’indagine e’ del Censis
fonte: rai news 24
Roma, 05-02-2010
Otto italiani su dieci si dicono favorevoli all’estensione del Servizio sanitario nazionale agli immigrati irregolari. E’ quanto emerge da un’indagine del Censis nella quale si rileva che piu’ dell’80 per cento degli italiani ritiene che anche gli immigrati irregolari debbano avere accesso ai servizi sanitari pubblici.
A volere la sanita’ pubblica anche per gli irregolari e’ l’86,1 per cento dei residenti al Sud, il 78,7 al Centro, il 78,4 al Nord-est e il 75,7 per cento al Nord-ovest. Dello stesso parere oltre l’85 per cento dei laureati, l’83,1 dei 30-44enni e piu’ dell’85 per cento dei residenti nelle citta’ con 30 mila-100mila abitanti.
E’ alta la quota dei favorevoli anche tra i piu’ cagionevoli di salute e quindi piu’ bisognosi di cure: l’83,9 per cento di chi dichiara di avere una salute pessima auspica un’offerta sanitaria pubblica estesa anche a clandestini e irregolari.
Perche’ garantire la sanita’ anche agli immigrati irregolari? Il 65,2 per cento degli intervistati dal Censis ritiene che la tutela della salute sia un diritto inviolabile, quindi curare tutti e’ un atto di solidarieta’ irrinunciabile. Una scelta valoriale che prevale in modo trasversale nel territorio nazionale e nel corpo sociale.
E’ l’opinione soprattutto dei residenti nelle regioni del Mezzogiorno (quasi il 74 per cento) e dei laureati (quasi l’80). Risalendo la penisola diminuisce la quota di intervistati che parlano della salute come diritto irrinunciabile per tutti, mentre aumentano quelli convinti che occorre assicurare la sanita’ anche agli irregolari perche’ altrimenti ci sarebbe il serio rischio di epidemie incontrollate. La pensa cosi’ poco piu’ del 12 per cento dei residenti al Sud, il 15,4 al Nord-ovest, il 15,8 al Nord-est e oltre il 19 per cento al Centro. Questa opinione e’ diffusa anche tra chi dichiara di avere una salute pessima (e presumibilmente utilizza di piu’ le strutture sanitarie) e tra chi possiede un basso titolo di studio.
Sul fronte del no si schiera meno del 20 per cento degli italiani: poco piu’ del 24 per cento dei residenti al Nord-ovest, del 24,8 per cento delle persone con basso titolo di studio, di oltre il 24 per cento di chi vive nelle grandi citta’ con piu’ di 250mila abitanti. Solo per il 13 per cento degli intervistati, gli stranieri irregolari non hanno diritto alla sanita’ perche’ non pagano le tasse; per poco piu’ del 5 per cento perche’ fanno aumentare in modo insopportabile i costi delle cure.
Riguardo all”identikita’ sanitario della popolazione immigrata, che mediamente e’ piu’ giovane e in salute di quella italiana, per il momento gli stranieri utilizzano meno le strutture sanitarie (si stima in circa il 65 per cento la quota degli stranieri presenti sul territorio italiano iscritti al Servizio sanitario nazionale) che per loro significano soprattutto Pronto soccorso (il 5,7 per cento vi si e’ recato negli ultimi tre mesi rispetto al 3,3 degli italiani) e ricoveri d’urgenza, piuttosto che prevenzione e visite specialistiche.
Secondo il Censis, per il futuro, una maggiore integrazione degli immigrati comportera’ anche livelli piu’ alti di tutela della loro salute, in linea con gli standard degli italiani: occorre preparare quindi il Servizio sanitario nazionale in termini di risorse e di competenze.
(Tratto da: http://www.stampalibera.com)
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