L’aggressione a Berlusconi e le liste di proscrizione.
Ormai e’ chiaro, l’aggressione al premier ha temporaneamente risolto i guai del Cavaliere, nascondendo dietro un muro di demagogia mesi e mesi di malgoverno, scandali, leggi ad personam, attacchi a testa bassa ai presidenti della Repubblica e della Camera, Corte costituzionale, magistratura, oppositori, registi cinematografici, testate giornalistiche, programmi televisivi, movimenti ed associazioni.
Ancora una volta l’opposizione non e’ capace di reagire e il gesto di Massimo Tartaglia e l’idiozia di alcune decine di migliaia internauti che si sono lasciati andare ad ovazioni nei suoi confronti hanno permesso alla macchina propagandistica del centro destra di elaborare una nuova e pericolosa campagna di disinformazione d massa: le critiche al governo ed al presidente del Consiglio hanno prodotto un clima di violenza che alzando i toni dello scontro favoriscono gesti individuali e azioni collettive tendenti a destabilizzare l’assetto democratico del Paese.
Ha detto ieri il ministro dell’Interno, il leghista Roberto Maroni, nel suo intervento di informativa alla Camera sull’episodio criminale di Milano ai danni del premier: “L’asprezza dei toni che la dialettica politica recentemente ha raggiunto e in particolare la progressiva, crescente campagna contro la persona del presidente del Consiglio dei ministri, in molti casi travalica le regole del legittimo confronto democratico, finisce spesso per innescare una pericolosa spirale emulativa”.
Quindi Maroni ha annunciato ‘misure speciali’, rendendo noto che il ministero dell’Interno sta “valutando soluzioni idonee da presentare al prossimo Consiglio dei ministri” per consentire “l’oscuramento dei siti che diffondono messaggi di vera e propria istigazione a delinquere”. Il Governo sta facendo “approfondimenti tecnici per una legislazione per contrastare in modo piu’ efficace episodi di violenza nelle manifestazioni pubbliche” sulla “falsariga” di quelle adottate per prevenire la violenza negli stadi.
Il ‘fulcro’ della stratega del centro destra, poi, e’ stato chiarito senza alcun fraintendimento da Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera. Il parlamentare ha reso noto che il gesto di un uomo non sano di mente e’ in realta’ un evento politico legato al “clima” di violenza indotto dai responsabili di una “campagna di odio iniziata fin dal 1994 concentrata contro una sola persona: Silvio Berlusconi” e centrata su “gossip, accuse infamanti di mafiosita’” e sulle accuse di corresponsabilita’ nelle stragi del ’92, ’95.
A mettere in piedi la campagna, per Cicchitto, e’ stato “il network Repubblica-L’Espresso” aiutato, da ‘Il Fatto’, dalla trasmissione di Santoro Annozero e da un terrorista mediatico di nome Travaglio”, da alcuni pm che “hanno nelle mani alcuni processi sul terreno mafia-politica”, “dall’Italia dei valori il cui leader di Pietro sta evocando la violenza” e “da qualche settore giustizialista, onorevole Bersani, del suo partito”. E l’obiettivo dei cospiratori per il parlamentare di centro destra e’ il “rovesciamento del legittimo risultato elettorale”.
“Come se ne esce?”, ha concluso l’esponente del Pdl fornendo anche la risposta inequivocabile: “Disinnescando con leggi funzionali all’obiettivo il cancro dell’abuso dell’uso politico della magistratura”.
La risposta dell’opposizione e’ stata prevedibile. Bersani del Pd ha risposto a Maroni e Cicchitto: “I discorsi sul famoso clima nell’immediatezza di questi fatti sono scivolosi. Il rischio e’ che qualcuno si vesta da pompiere per fare l’incendiario e che cominci un gioco di criminalizzazione tra noi, che va oltre il segno” e ha chiesto al governo di lasciare al Parlamento la liberta’ di svolgere la sua funzione: “Pensiamo di andare avanti tutta la legislatura con 26 voti di fiducia all’anno? Parlo di qualcosa ce non c’entra con questi fatti, ma che riguarda di un processo democratico che dobbiamo garantire”.
Di Pietro, che ha parlato mentre i deputati del Pdl abbandonavano e rifiutavano di ascoltare, ha definito la ‘lista di proscrizione’ di Cicchitto l’equivalente di una “condanna a morte” per chi ne fa parte ed ha continuato: “Non ci faremo intimidire. Noi non facciamo opposizione in odio a Berlusconi ma per amore del nostro Paese. Da quindici anni ci battiamo contro provvedimenti che offendono le coscienze. Questo crea odio, questo arma la mano istigata da problemi di una maggioranza e un governo che piegano il Parlamento a proprio uso?”. “Se volete rispettare il dettato del presidente della Repubblica non portate in aula provvedimenti che servono solo a far sfuggire le persone alla giustizia”, ha insistito il leader dell’Idv, ricordando che il suo partito “ha una sola colpa: quella di voler aprire gli occhi ad un Paese in cui la disinformazione, dovuta ad un premier che possiede la tv privata e controlla quella pubblica, vuol far credere ai cittadini il contrario della verita’”. Per l’ex pm, infine, “in nome di una maggioranza elettorale non si possono violare le leggi e la Costituzione”.
Anche Casini dell’Udc ha messo in guardia dalle “intimidazioni e dalle strumentalizzazioni” dell’accaduto, che rischierebbero di alimentare “campagne di odio” e si e’ detto contrario alle misure nei confronti di siti web, specificando che “sarebbe sbagliato pensare alla censura dei giornali” per comprendere “dai giornali di destra a quelli di sinistra quali campagne di odio si fanno. E chi e’ senza senza peccato scagli la prima pietra”.
Sempre ieri il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha sostenuto che bisogna “punire l’intento organizzato di chi vuole contestare”, rilanciando la proposta di regolamentare in qualche modo le manifestazioni politiche in piazza. “Il legislatore ha gia’ previsto che in campagna elettorale si possa fare una cosa del genere, adesso bisogna prendere atto che la tensione ormai c’e’ non solo in campagna elettorale -ha affermato nel Transatlantico alla Camera-. Io non voglio vietare i fischi, ma impedire a qualcuno di parlare in maniera organizzata e’ considerato reato in campagna elettorale ed e’ una cosa che e’ bene sanzionare”.
La Russa ha fatto l’esempio della tessera del tifoso, introdotta per gestire le trasferte organizzate per le partite di calcio: “Abbiamo previsto una cosa del genere per lo stadio, con una norma speciale. In questo caso sarebbe piu’ semplice perche’ non si deve fare nessuna norma speciale, la norma esiste gia’”.
Mentre sul sito del Pdl si poteva leggere questa dichiarazione del presidente del Consiglio “Grazie di cuore ai tantissimi che mi hanno mandato messaggi di vicinanza e di affetto. Ripeto a tutti di stare sereni e sicuri. L’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio” i suoi colonnelli alla Camera mostravano le reali intenzioni del centro destra.
La situazione vede il Paese alle prese con il conflitto piu’ duro del dopoguerra. La maggioranza e’ decisa ad andare avanti sulla sua strada a tutti i costi e l’opposizione non riesce ad imporre il rispetto delle garanzie che il sistema democratico prevede.
E’ chiaro che con l’episodio Tartaglia si e’ accelerato il processo di ‘assalto alla dissidenza’. Mai prima d’oggi, anche quando Dc e Pci si combattevano aspramente, il livello di aggressivita’ della maggioranza e’ stato cosi violento, tanto da prevedere elenchi di presunti ‘colpevoli di opposizione politica’ presentati durante un dibattito alla Camera.
L’esito di questo conflitto non e’ prevedibile, ma nei primi mesi del prossimo anno, in attesa delle elezioni regionali di marzo, si assistera’ ad un furioso scontro tra maggioranza ed opposizione. Il destino della democrazia italiana, per come fu disegnata dalle forze che diedero vita alla lotta antifascista ed alla Resistenza e’ in bilico. Il futuro, se il progetto berlusconiano dovesse realizzarsi, vedra’ nascere un sistema diverso, nel quale i poteri saranno concentrati nelle mani di una e’lite e le liberta’ ridimensionate. Forse siamo entrati nell’ultimo capitolo di un dramma senza titolo.
(Tratto da: http://www.inviatospeciale.com/)
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