Abusi edilizi e corruzione: sette arresti Formigli ai domiciliari, 24 indagati

La principale ipotesi di reato e’ di associazione a delinquere finalizzata ad abusi edilizi. Tra gli arrestati l’ex capogruppo Pd a Palazzo Vecchio Alberto Formigli

FIRENZE – Imprenditori, politici, professionisti e tecnici del Comune: una rete che nel corso degli anni e’ riuscita a imporre il monopolio nell’edilizia a Firenze. Un in­treccio indissolubile in grado di forma­re una vera e propria societa’ che «non e’ azzardato definire criminale», come scrive il gip Rosario Lupo nell’ordinan­za. Un anno dopo la maxi inchiesta su Castello un nuovo terremoto giudizia­rio sconvolge Firenze. Sei persone sono finite agli arresti domiciliari, una in car­cere a Sollicciano, diciassette iscritte sul registro degli indagati. Corruzione e concessioni edilizie in cambio di favori e regali. Pubblici ufficiali a disposizione di imprenditori e professionisti per age­volare e gestire pratiche edilizie. Dopo due anni di indagini delle sezio­ni di polizia giudiziaria della Stradale e della Municipale, coordinate dal procu­ratore capo Giuseppe Quattrocchi e dai sostituti Leopoldo De Gregorio e Giu­seppina Mione, l’inchiesta nominata «Mani sulla citta’» e’ arrivata a un punto fermo.

LE MANI DI QUADRA SULLA CITTA’ – E le mani sulla citta’, secondo gli inquirenti, sono quelle di Quadra, la so­cieta’ di progettazione che a Firenze avrebbe collezionato favori su favori nell’ufficio edilizia di Palazzo Vecchio. In carcere e’ finito Giovanni Benedet­ti, 51 anni, geometra dell’ufficio edili­zia privata del Comune. Agli arresti do­miciliari Alberto Formigli, 48 anni, ex capogruppo del Pd in Comune, Bruno Ciolli, 63 anni, funzionario all’ufficio edilizia privata da poco in pensione, Riccardo Bartoloni, 54 anni, ex presi­dente dell’ordine degli architetti e so­cio di Quadra come Alberto Vinattieri, 48 anni. Per loro l’accusa e’ di associa­zione per delinquere e corruzione. Do­miciliari anche per gli imprenditori Pa­olo Perugi, 56 anni, e Francesco Bini, 34 anni. Indagato anche l’attuale vice presidente del consiglio comunale Sal­vatore Scino, del Pd che sarebbe stato favorito da Benedetti in una dichiara­zione di inizio attivita’ di alcuni lavori. Il ruolo di intermediario politico era di Formigli, fondatore e socio occulto di Quadra, definito dal gip il «cavallo di Troia» negli uffici di Palazzo Vecchio per portare avanti gli interessi della so­cieta’. Ufficialmente non era piu’ socio di Quadra dal marzo 2004, quando ave­va ceduto le sue quote a Bartoloni e Vi­nattieri, ma di fatto continuava a parte­cipare in prima persona alle riunioni, a pagare mille euro al mese per le spese, e a occuparsi di tutta la gestione, piano ferie compreso. Dall’altro lato dava pa­rere favorevole tutte le volte in cui il consiglio comunale era chiamato a deli­berare pratiche gestite da Quadra, inve­ce di astenersi. Indagato per associazione a delinque­re anche il suo alter ego, Antongiulio Barbaro, 49 anni, successore alla presi­denza della terza commmissione urba­nistica dopo che Formigli diventa capo­gruppo, al quale e’ del tutto sottomesso, scrivono gli inquirenti. Per lui la procu­ra aveva chiesto l’arresto ad aprile ”’ quando e’ stata presentata la richiesta in tribunale ”’ ma il gip non l’ha ritenuto necessario dopo la sua uscita di scena con le ultime elezioni comunali. «Andare alla Quadra significava otte­nere i permessi che si volevano», han­no spiegato i pm. In un «rapporto ano­malo tra pubblici ufficiali controllori e imprenditori controllati», scrive il gip.

DOPPIA CORSIA PREFERENZIALE – A Palazzo Vecchio Quadra disponeva di una doppia corsia preferenziale: sul fronte amministrativo i due geometri dell’ufficio edilizia privata, il capo Bru­no Ciolli e il vice Giovanni Benedetti. Sul fronte politico Formigli e il suo suc­cessore Barbaro. Imprenditori e profes­sionisti entravano ed uscivano da Palaz­zo Vecchio come se fosse casa loro, rac­conta l’inchiesta. Sono 21 le pratiche edilizie finite nel mirino della procura, quasi tutte «garantite» dal marchio Quadra: si va dai complessi residenziali costruiti dal gruppo Margheri e dalla trasformazione dell’ex cinema Stadio in appartamenti, alla progettazione del­la piscina Costoli. Incarico quest’ulti­mo che Quadra aveva ottenuto dalla Ui­sp (Unione sport per tutti), di cui For­migli e’ dirigente. Il gip ha respinto alcune richie­ste di interdizione per tre imprendito­ri (Mario Margheri, Lorenzo Giudici, Antonio Giaffreda) perche’ ”’ spiega ”’ la misura sarebbe inadeguata ad impe­dire la corruzione. Bastano poche immagini catturate dagli investigatori della polizia stradale o alcune conversazioni captate dalle mi­crospie negli uffici di Palazzo Vecchio o di Quadra per capire fino a che punto arrivava l’intreccio tra i personaggi di questa vicenda. Quando Bartoloni det­ta alcune modifiche per far approvare un progetto a scrivere sotto dettatura, nel suo stesso ufficio, e’ il geometra Be­nedetti prima che Ciolli firmi la pratica come capo ufficio. O quella volta in cui un ispettore va in Palazzo Vecchio e tro­va Bartoloni in persona che lavora al computer di Benedetti; e ancora quan­do il geometra Alberto Vinattieri, gia’ di­pendente part-time del Comune, viene visto normalmente lavorare al tavolo di Benedetti. Benedetti che affida a Qua­dra una pratica per cinque istanze di condono edilizio presentate dalla zia senza sborsare un euro. A dimostrazio­ne della «societa’» messa in piedi dal gruppo, spiega poi il giudice Lupo, e’ l’alto tenore di vita dei tecnici di Palaz­zo Vecchio.

VIAGGI ALL’ESTERO – Sul conto corrente di Bru­no Ciolli e su quello della figlia ci sono numerosi versamenti non riconducili all’attivita’ lavorativa di due dipenden­ti: gli investigatori trovano 57 mila eu­ro sul conto di Bruno, 114 su quello del­la figlia Monica. La stessa che acquista un appartamento nel complesso Dalma­zia di viale Corsica dal gruppo Marghe­ri pagandolo solo 183 mila euro. Non e’ stata trovata traccia del pagamento di 70 mila euro che lei sostiene di aver pa­gato in nero e di altri 36 mila euro de­nunciati nel contratto. Ci sono poi gli affari in Ucraina di Ciolli e Benedetti, l’uomo che in alcune conversazioni viene indicato come il «portaborse di Ciolli che lo segue come un cagnolino». Talmente uniti da scam­biarsi il badge per coprirsi durante le as­senze dall’ufficio. Insieme avevano con­tatti con professionisti e imprenditori all’estero per l’attivita’ di compravendi­ta di immobili. E Ciolli con la Western Union spedisce continuamente denaro in Ucraina e risulta socio di due pizze­rie. Laggiu’ puo’ contare su un’ampia scelta di ragazze che fungono da presta­nome per aprire conti correnti e riceve­re cosi i bonifici dall’Italia. Ma nel Capodanno 2008 Ciolli non e’ in Ucraina. Sceglie New York per le sue vacanze. Ha terminato le ferie, per que­sto dal 27 dicembre al 2 gennaio usufru­isce di un permesso straordinario retri­buito per gravi motivi familiari. La mamma e’ malata, racconta.

di Antonella Mollica

(Tratto da: http://informazionesenzafiltro.blogspot.com)

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