Quei poveri col superattico

In case da nababbi, ma per il Comune sono indigenti. Perché l”importante è intendersi sui termini. «Macché affittopoli – dice l”assessore milanese al Demanio, Giancarlo Pagliarini -, quelli sono alloggi che diamo ai poveri».E poi ancora: «Case popolari che vanno solo a chi ha i requisiti di reddito e famiglia necessari». Che bello. Che frasi natalizie. E dunque, come non sospirare sollevati pensando, per esempio, a quel povero avvocato? Ma sì, quello che abita in piazza Duomo, 250 metri quadrati a 633 euro al mese. Dice: ma se entri nell”appartamento – parquet e quadri e tappeti e addirittura gli oblò che danno sul panorama metropolitano – non pare mica tanto povero. Cosa? Ma scherzi? (…)


(…) Ma lo sai che vitaccia fanno, gli avvocati di quel livello? Provaci tu, con tutte quelle cause. E poi c”è magari il cialtrone che neanche ti paga la parcella. Un inferno, altro che disoccupati. E gli architetti? Vogliamo parlare dei poveri architetti? E tira la riga, e cancella la riga. E vai al caiìtiere, che magari ti casca in testa il calcinaccio. Senza contare che quel noto e bravissimo progettista cittadino, ai tempi della sottoscrizione del contratto d”affitto, mica aveva ancora vinto il concorso del Comune per rifare il look a una piazza milanese: E allora pronti, con «gli alloggi che diamo ai poveri»: 112 metri quadrati in via Dogana, a uno sputo dal Duomo, per 230 euro al mese. Certo, nell”elenco delle abitazioni comunali con affitti da preistoria compaiono anche le vecchine che da sempre vivono lì, o le famiglie realmente indigenti accasate in stabili di prestigio che però cadono a pezzi (per inciso, una domanda: se il Comune non ha i soldi per metterli a posto perché non li vende? Così magari, oltre a rimpinguare la cassa, trova agli inquilini in questione sistemazioni decorose).
Comunque, capita poi che il cronista faccia un salto in vìa Pantano, vicino all”università . Suoni alla porta dell”appartamento da 202 metri quadrati, concesso dai benemeriti di Palazzo Marino a 603 euro al mese, e chi ti apre? La collaboratrice domestica dall'accento straniero. Bè, vedi? Qui i «requisiti di reddito e famiglia necessari» ricordati dall”assessore Pagliarini ci sono tutti. Nel senso che la ragazza dovrà pur essere pagata, no? E dunque il reddito del povero inquilino cala, no? E poi, con lei in casa, la famiglia si è in un certo senso allargata, no? Perché è bene sottolinearle, queste cose. Che poi i maligni chissà cosa pensano. E ce n”è tanti, di poveracci, tra i beneficiari di appartamenti nelle vie del lusso affittati dal Comune a prezzi irrisori. Anche quel ballerino, oramai famoso dopo la segregazione in diretta tivù nel reality-show La Fattoria. Ma sai che esistenza grama, la sua? Dentro e fuori dalle trasmissioni, sempre rincorso dai paparazzi, per non parlare delle feste vip. E infatti la portinaia ci dice che, poverino, è quasi sempre a Roma, a Milano ci torna per il fine settimana. E dove dorme, nel fine settimana? Bisognerà pur dargli una mano, trovargli una sistemazione. Eccola: 80 metri quadrati in via Silvio Pellico, che per arrivare in Duomo ci vuole un minuto a piedi.
A meno che, dietro le parole di Pagliarini, non si celi una velata critica alla riforma scolastica della Moratti. Avete presente i docenti che continuamente protestano perché malpagati e ancor meno considerati? E infatti: tra i poveri ammessi agli affitti superagevolati, figurano parecchi professori universitari. Il luminare di architettura: 85 metri quadrati in via Foscolo – pieno centro – a 165 euro al mese. O quello di sociologia: altri 80 metri quadrati di fianco alla Statale per meno di 200 euro al mese. Tanto per fare due esempi.
Infine, quei miserabili dei giornalisti. Ah sì, categoria disagiata. E i più bisognosi – guarda che roba, sembra incredibile – sono proprio quelli dei grandi giornali. Prendi l”inviato del famoso quotidiano milanese: il Comune l”ha piazzato in Galleria Vittorio Emanuele, 1.716 euro all”anno per 71 metri quadrati. Evvia, anche questo povero è sistemato. Come? L”inviato ha anche un”altra casetta, sempre in centro? Ma sì, particolare irrilevante. Perché si sa: il gran coeur de Milan non guarda in faccia a nessuno. I funzionari comunali fanno anche di più: guardano proprio da un”altra parte. E tra i fortunati non mancano gli inviati di grandi giornali.

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