Terra nativa: maccho’© Tav, il futuro cresce solo nell’orto

m>We could be heroes, just for one day. Si fa presto a dire ‘eroi’: definizione attribuita quasi sempre a sproposito, magari in mezzo a qualche battaglia con morti e feriti. Per fortuna non ci furono morti, nel 2005, in quel lembo di terra miracolosamente piana che s’insinua a ridosso della Francia, all’ombra di montagne altre piu’ di tremila metri. I feriti invece non mancarono: finirono all’ospedale, travolti in piena notte dalla furia dei manganelli. Seguirono due giorni di quasi-insurrezione popolare, con in testa i sindaci in fascia tricolore, e il governo fu costretto ad accantonare il progetto. Doveva essere la prima area di cantiere per la Torino-Lione, e venne sbaraccata. ‘Il Comune ce l’ha assegnata in comodato d’uso, e adesso quei terreni li abbiamo seminati a grano’. Il Comune e’ quello di Venaus, luogo simbolo della ‘resistenza’ No-Tav, che ora si e’ trasferita a Chiomonte. Scampato il pericolo, Venaus ha cominciato a coltivare il futuro. (continua…) (Approfondisci la notizia su: http://www.libreidee.org)

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