Uruguay e diritto all’acqua: L’Essenziale e’ invisibile agli occhi

Arte, Partecipazione e diritto all’Acqua in America Latina. Antonio Graziano*

L’America Latina è il principale palcoscenico delle traformazioni sociali per il diritto all’acqua. In questo palcoscenico si trova l’Uruguay il cui impegno per il diritto all’acqua è stata conosciuta in Trentino grazie al progetto l’Essenziale è invisibile agli occhi, che mostra una nuova visione della partecipazione e dell’arte per la tutela dell’acqua e di tutti i beni comuni.
L’Uruguay è il primo paese al mondo che ha dato voce alla sua gente attraverso uno strumento di democrazia partecipativa. Nel 2004 la popolazione del paese ha votato a favore di un referendum costituzionale che ha riportato la gestione dell’acqua nelle mani di un’impresa pubblica, strappandola alle multinazionali e riaffermando i principi di partecipazione, gestione comunitaria e gestione integrada delle risorse idriche. E lo ha fatto grazie all’azione di una rete di organizzazioni di base che affermano quotidianamente il loro sacrosanto diritto all’acqua.
Assicurare il diritto all’acqua significa garantire ad ogni individuo sul nostro pianeta, acqua in quantità e qualità adeguate a soddisfare le proprie necessità basiche. Per raggiungere questo obiettivo, è indispensabile generare percorsi di partecipazione attraverso il dibattito, lo scambio di informazioni e la costruzione di definizioni collettive. É indispensabile dar voce ai territori. Dar voce tutti gli attori presenti in ciascun territorio, perchè solo dai territori, ossia dalla vita quotidiana e dall’esperienza pratica, è possibile comprendere i problemi ambientali e definire soluzioni.
È un’urgenza del nostro tempo assicurare la costruzione di processi partecipativi, per la definizione dei problemi che interessano la nostra società e contribuire alla ricerca di soluzioni, con l’obiettivo di garantire il rispetto dei diritti fondamentali per tutti gli esseri umani. Partiamo dalla convinzione che tutti siamo attori, che tutti possiamo contribuire a trasformare il presente e costruire il futuro, per assicurare a noi stessi ed ai nostri figli un mondo basato su relazioni umane solidarie e sulla sostenibilità ambientale. Essere attori significa partecipare attivamente alla vita pubblica. Non rimanere solo spettatori, assorbendo verità costruite dall’esterno, ma costruire la nostra visione del mondo a partire dalle esperienze locali e dalla vita quotidiana. La telecamera, la macchina fotografica, il teatro, le attività ludico-creative possono essere utilizzate per recuperare e valorizzare le differenti culture locali. L’arte si trasforma in uno strumento di trasformazione politica per comunità locali ed organizzazioni della società civile. Ogni territorio racchiude una diversa lettura del mondo ed una diversa relazione degli esseri umani con il resto degli essere viventi e con gli altri elementi della natura. In diversi territori del mondo l’acqua è oggi al centro di un dibattito che interessa la sostenibilità ambientale e la costruzione di alternative politiche dal basso, orizzontali e partecipative per assicurare la gestione pubblica e partecipativa di questo bene comune. I processi comunicativi e le differenti espressioni artistiche possono trasformarsi in potenti strumenti per la costruzione della giustizia ambientale a partire dai territori. Arte, partecipazione e politica sono tre parole chiave per assicurare il diritto all’acqua a tutti gli esseri umani.
A Gennaio di quest’ano, Filo Rosso di Lavis, insieme con la Casa Bertolt Brecht di Montevideo, ha concluso la prima fase de l’Essenziale è invisibile agli occhi, progetto di Comunicazione Partecipativa per la gestione sostenibile della riserva di acqua dolce sotterranea conosciuta con il nome di Acquifero Guaranì, dal nome di un’etnia indigena che ancora oggi vive in alcuni dei territori interessati da questa riserva. Il progetto, che riceve l’appoggio della Provincia di Trento, ha come obiettivo recuperare significati simbolici e saperi pratici su questa riserva, che si estende al di sotto dei paesi di Argentina, Brasile, Paraguay ed Uruguay. La prima fase del progetto si è sviluppata nella zona di Rivera-Santana do Livramento, agglomerato metropolitano binazionale, che si trova sulla frontiera tra Brasile ed Uruguay. In questa zona, dove l’Acquifero Guaranì si trova in superficie, vi sono notevoli rischi legati alla contaminazione ed alla disponibilità dell’acqua a causa delle attività agricole ed urbane presenti. Al progetto hanno partecipato rappresentanti di associazioni locali, partiti, sindacati, mezzi di comunicazione tradizionale e di comunicazione comunitaria, educatori, studenti e docenti universitari dei due paesi. Per sei mesi sono stati sviluppati laboratori dove i partecipanti hanno potuto mostrare la propria visione in relazione al diritto all’acqua ed hanno presentanto la propria esperienzia quotidiana in relazione all’Acquifero Guaranì. Le attività si sono sviluppate sulla base dei principi teorico-pratici dell’educazione popolare, del teatro dell’oppresso e della comunicazione partecipativa. I partecipanti hanno avuto la possibilità di osservare il proprio territorio attraverso l’occhio di una telecamera ed hanno lavorato sulla realizzazione di micro-documentari sulla tematica. I laboratori in alcuni casi, arrivavano a durare oltre 10 ore. Alle volte, durante quest’esperienza, ci dimenticavamo di fare pause, ci dimenticavamo del pranzo o della pausa caffè. Qual è il segreto?
Il segreto è comprendere e sperimentare che i processi formativi non dipendono solo dalla trasmissione e dallo scambio di concetti ma anche dalla presenza, alle volte conflittiva, di emozioni, valori e relazioni umani. Il segreto è che ogni partecipante si trasformi in protagonista. I partecipanti hanno costruito i contenuti sviluppati presenti nelle differnti piattaforme create durante il progetto, dalle reti sociali digitali (www.facebook/redacuiferoguaraní), al blog-wiki (www.redacuiferoguarani.wordpress.com) fino ad arrivare a creare audiovisivi per sensibilizzare la popolazione sulla conservazione della riserva acuifera Guaranì. I laboratori si sono conclusi con 3 video comunitari ed un documentario che racconta l’esperienza del progetto. La metodologia partecipativa è stata riprodotta in Trentino, con studenti delle superiori, universitari ed organizzazioni sociali, ed a Roma nella città dell’Altraeconomia. La prossima fase del progetto saràa costituito da un laboratorio itinerante che toccherà varie comunità in Uruguay ed in Brasile,la cui esistenza è legata all’acquifero Guaranì. Anche in Italia verrannno proposti nuovi laboratori.
L’acqua è un elemento materiale e simbolico molto presente nell’ambito della comunicazione e dell’educazione. L’acqua, così come i processi comunicativi ed educativi che hanno come fine la costruzione della giustizia sociale, è trasparente, fluida, sempre presente, in movimento costante ed in cambiamento permanente. Una goccia d’acqua ha bisogno di un universo di legami chimici, di interazioni fisichee di trasformazioni culturali che coinvolgono l’ambiente circostante ed i territori nella loro integralità. Una goccia d’acqua feconda la madre terra e permette la riproduzione di tutti gli esseri della natura. È la chiave per la costruzione di elementi simbolici che permettono il dialogo tra la propsettiva antropocentrica dei diritti umani e la prospettiva che ricerca il rispetto dei diritti della natura.

Documentario del progetto
http://www.youtube.com/watch?v=VhKuRYy9xXQ&feature=youtu.be

Ulteriori informazioni:
acuiferoguarani@cbb.org.uy

*Coordinatore del progetto “L’essenziale é invisibile agli occhi”

Be the first to comment on "Uruguay e diritto all’acqua: L’Essenziale e’ invisibile agli occhi"

Leave a comment