(Fonte: Inviatospeciale.com/)
Il delirio sta travolgendo l’Europa ed anche il nostro Paese. Di fronte ad una crisi drammatica si adottano misure surreali. Nel Far West del lavoro italiano il problema per Bruxelles sarebbe quello di mandare a casa con piu’ facilita’. E con piacere Berlusconi esegue.
Il leader Cisl Raffaele Bonanni, di certo non un barricadiero, ha detto che a suo parere un ulteriore semplificazione delle procedure di licenziamento diventa “E’n’istigazione alla rivolta”.
Ma Berlusconi ha subito obiettato: “L’Italia non e’ la Grecia” ed aggiunto come poter cacciar via dal lavoro senza problemi “non portera’ ad alcuna rivolta sociale”.
Se il Cavaliere e’ convinto che vent’anni di Grande Fratello, Forum e tv spazzatura abbiano definitivamente lobotomizzato gli italiani, di diverso parere e’ il leader della Cgil, Susanna Camusso.
La sindacalista ha sostenuto come ci sia “triplice attacco: alle norme sul lavoro, intollerabile il via libera al licenziamento tirando in ballo la lotta al precariato, ai dipendenti pubblici e alle pensioni». Per la sindacalista, inoltre, in tema di pensioni “si fa una forzatura ad un sistema che e’ in equilibrio e senza indirizzare nemmeno una piccola parte delle risorse che s’intende recuperare a favore della previdenza dei giovani”.
Per Bonanni, fino a ieri fautore della contrattazione separata e della necessita’ di ‘modernizzare’ il mercato del lavoro, adesso ritiene che le decisioni del governo in risposta all’ultimatum di Sarkozy e Merkel producono un attacco ai “piu’ deboli: permettere i licenziamenti per motivi economici e’ solo uno specchietto per le allodole per le imprese”.
Infine il segretario confederale della Uil, Paolo Pirani, ha affermato: “Dal governo arriva sempre la stessa ricetta: far pagare ai dipendenti e ai pensionati”.
Il paradosso della situazione e’ che il mercato del lavoro italiano e’ immobile non da ieri, ma da anni. Colpito a morte da politiche comuni, maggioranza-opposizione, che hanno legalizzato tipologie contrattuali inesistenti in tutti gli altri Paesi europei e, soprattutto, hanno istituzionalizzato il clientelismo, abrogando con la complicita’ dei sindacati (tutti) i principi di merito e capacita’.
L’accanimento contro i diritti dei lavoratori e lo stato sociale da parte dell’Europa e del governo italiano in nome di una reazione alla crisi nasconde un tragico vuoto di idee sul come disegnare i nuovi contorni della societa’ del futuro dopo la sconfitta del liberismo.
E l’assenza di una opposizione in grado di proporre alternative di sistema autorizza i nani al governo nelle capitali europee, Roma per prima, a proseguire in una opera di demolizione del welfare che sta producendo danni sociali incalcolabili.
(Tratto da: http://www.inviatospeciale.com/)
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