La notizia scompare, ma la crisi e’ sempre piu’ grave

(Fonte: Inviatospeciale.com/)

I media si occupano di tutto, ma i dati sull’economia allo sbando finiscono subito in cantina.

La censura sulla crisi economica del Paese continua, sostenuta ormai da tutti gli organi di stampa, quale che sia il loro orientmento politico.

Ieri le notizie sulle ultime rilevazioni Istat su occupazione e Pil sono finite nei piani bassi dei quotidiani on line in meno di due ore.

Cosa ha ‘scoperto’ l’Istituto di statistica?

Rispetto al gennaio 2009 l’occupazione e’ scesa dell’1,3 per cento, che vuol dire 307mila posti in meno, una citta delle dimensioni di Bari.

Per quanto riguarda i giovani, il tasso di disoccupazione e’ del 26,8 per cento, con una crescita di 0,3 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 2,6 punti percentuali rispetto a gennaio 2009.

La disoccupazione maschile ha raggiunto a gennaio 1 milione 147 mila persone, in aumento del 2,1 per cento, ovvero 23mila lavoratori in meno rispetto a dicembre 2009. In un anno l’evoluzione del fenomeno e’ stata del 27,2 per cento, coinvolgendo 245mila individui.

Per le donne l’esercito delle disoccupate e’ composto da  997mila persone, mostrando una lieve riduzione, l’1,9%, rispetto a dicembre. Salvo che in dodici mesi, dal gennaio 2009 allo stesso mese del 2010 l’aumento e’ stato comunque del 9,8 per cento, colpendo 89mila donne.

Per quanto riguarda chi invece il lavoro lo ha, l’occupazione maschile a gennaio e’ risultata pari a 13 milioni 677 mila uomini, mentre le donne con un impiego sono nove milioni 228 mila.

Le persone tra i 15 e i 64 anni che invece hanno rinunciato e ne’ cercano lavoro e ne’ lo hanno, cioe’ gli ‘inattivi’, sono 14 milioni 871 mila, con un aumento dell’1,2 per cento in dodici mesi, cioe’ 172 mila persone.

In questo quadro desolante, anche perche’ in Italia non esistono misure serie di protezione sociale per chi e’ privo di occupazione, ancor piu’ foschi sono i numeri sulla prodotto interno lordo, che indica la ricchezza di un Paese.

Nel 2009 il Pil e’ diminuito del 5 per cento ed e’ il dato peggiore dal 1971, cioe’ da quando quando e’ cominciata la rilevazione statistica.

Inoltre, nel 2009 il rapporto tra il deficita’ e il Pil dell’Italia e’ stato pari al 5,3 per cento, superiore a quello registrato nell’anno precedente, pari al 2,7.

Il debito pubblico e’ intanto volato a quota 115,8 per cento al termine del 2009. Sempre l’anno scorso il saldo primario (indebitamento netto esclusa la spesa per interessi) e’ risultato negativo, per la prima volta dal 1991, e pari allo 0,6 per cento del Pil, inferiore di oltre tre punti rispetto al livello positivo raggiunto nel 2008, governo Prodi, fissato al 2,5.

Sul fronte delle entrate, nel 2009 quelle totali, pari al 47,2 per cento del Pil, sono diminuite dell’1,9 rispetto al 2008, governo Prodi, quando erano cresciute dell’1,1.

Le uscite totali invece sono risultate pari al 52,5 per cento del Pil, mentre col precedente governo erano al 49,4 nel 2008, con una variazione in crescita del 3,1.

A smentire la propaganda del governo Berlusconi, che invece parla di un Paese che sta ‘reggendo alla crisi, infine i dati sulle tasse.

Ebbene col Cavaliere sono aumentate e nel 2009 la pressione fiscale e’ risultata del 43,2 per cento, superiore di 3 decimi di punto rispetto 42,9 del precedente governo di centro sinistra.

Quindi i consumi: l’impoverimento generale ha prodotto nel 2009 una contrazione in termini reali di quelli privati interni dell’1,9 per cento.

Infine, per quanto riguarda infine i redditi da lavoro dipendente e le retribuzioni lorde, sono diminuiti dello 0,6 per cento.

Preoccupati i commenti. I presidenti di Federconsumatori e Adusbef, Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti hanno detto: “I dati Istat che fotografano la situazione socio-economica disastrosa del nostro Paese danno perfettamente ragione ai dati espressi dall’Osservatorio Nazionale della Federconsumatori”.

Secondo i rappresentanti delle due associazioni “anziche’ mistificare la realta’ e accusarci di catastrofismo, il governo avrebbe dovuto intervenire con una manovra funzionale ad un rilancio dei consumi interni delle famiglie per imprimere una sferzata all’economia ristagnante del nostro Paese”.

“Cio’ – hanno insistito Trefiletti e Lannutti- avrebbe comportato, non solo un miglioramento delle condizioni di vita delle famiglie a reddito fisso, che maggiormente delle altre subiscono gli effetti della crisi, ma vi sarebbe stato, anche un maggiore impulso per l’attivita’ economica nel suo complesso, contrastando, cosi, cassa integrazione e disoccupazione. Se non si interverra’ per migliorare tale andamento, anche nel 2010, la situazione si rivelera’ assai grave, per l’inarrestabile aumento di cassa integrazione e licenziamenti”.

“Questi, infatti, continueranno ad influire negativamente sul Pil, che si potrebbe attestare a crescita zero, e sui consumi delle famiglie, alimentando un circolo vizioso che danneggerebbe ulteriormente il Paese. u per tale motivo – hanno concluso Trefiletti e Lannutti – che reiteriamo la nostra richiesta di una detassazione per il reddito fisso, da lavoro e da pensione, per almeno 1200 euro”.

L’atteggiamento di quotidiani, tv e organi di stampa in generale che nulla fanno per far comprendere ai cittadini italiani la estrema gravita’ della crisi e le responsabilita’ del governo, del tutto immobile ed occupato a risolvere i problemi giudiziari del premier ed a lanciare provclami fantasiosi sulla sua efficienza e’ quanto mai colpevole.

Le ricadute sociali del momento cominciano ad essere serie, lasciando sempre piu’ famiglie sole di fronte allo spettro della poverta’.

Ed anche preoccupa la incapacita’ dell’opposizione non solo nel denunciare la situazione, ma anche nel saper proporre soluzioni credibili.

(Tratto da: http://www.inviatospeciale.com/)

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