GEAB 42 – Tre tendenze fondamentali che aggraveranno la crisi nel 2010

di Felice Capretta – [informazionescorretta.blogspot.com]
Inserisco di seguito tutte le parti del Geab trovate nel sito di Capretta.

PARTE 1 E’ disponibile il GEAB 42. I primi traduttori del report completo sono gia’ all’opera mentre scriviamo. Qui di seguito la parte gratuita con una piccola aggiunta. La parola al GEAB (se non sapete di cosa stiamo parlando, potete cliccare qui) GEAB 42 – Seconda meta’ del 2010: improvvisa intensificazione della crisi sistemica globale – rafforzamento di 5 trend negativi fondamentali

LEAP/E2020 ritiene che l’effetto dei miliardi spesi degli Stati per «contrastare la crisi» sara’ un fallimento totale.

Tali somme hanno avuto l’effetto di rallentare l’evoluzione della crisi sistemica globale per diversi mesi, ma, come anticipato nelle precedenti relazioni GEAB, questa strategia sara’ solamente servita alla fine a trascinare gli Stati in crisi causata dalle istituzioni finanziarie.
Pertanto il nostro gruppo anticipa, in questo numero 42 del GEAB, un improvviso intensificarsi della crisi nella seconda meta’ del 2010, causata da un doppio effetto di un ritorno di eventi che sono stati temporaneamente «congelati» nella seconda meta’ del 2009 e l’impossibilita’ di mantenere i rimedi palliativi degli anni passati. Infatti, nel febbraio del 2010, un anno dopo le nostre affermazioni secondo le quali la fine del 2009 avrebbe segnato l’inizio della fase di dissezione geopolitica globale, chiunque puo’ vedere che questo processo e’ ben consolidato: stati sull’orlo del fallimento, implacabile aumento della disoccupazione, milioni di persone che stanno arrivando al termine dei loro sussidi di sicurezza sociale, diminuzione dei salari e degli stipendi, limitazione dei servizi pubblici e disintegrazione del sistema di governo globale (fallimento del vertice di Copenaghen, il crescente scontro Cina/Usa, il ritorno del rischio di un conflitto Iran / Israele / USA, le guerre in tutto il mondo …. Tuttavia, siamo solo all’inizio di questa fase per la quale LEAP/E2020 fornira’ una probabile scansione temporale nel prossimo GEAB:

  • l’esplosione della bolla dei disavanzi pubblici e un corrispondente aumento delle inadempienze dello Stato
  • l’impatto fatale del sistema bancario occidentale con i crescenti default sul debito e la muraglia del debito che giunge a scadenza
  • inevitabile l’aumento dei tassi di interesse
  • l’aumento delle questioni che alimentano le tensioni internazionali
  • una insicurezza sociale crescente

In questo numero del GEAB, il nostro team si concentra sulle prime tre tendenze di questi sviluppi, tra cui una anticipazione sulla posizione della Russia nei confronti della crisi, cosi come, naturalmente, i nostri suggerimenti mensili.

In questa introduzione, abbiamo scelto di analizzare il « caso greco», da un lato perche’ sembra indicativo di quello che il 2010 ha in serbo per noi, e dall’altro perche’ e’ un esempio perfetto del modo in cui le notizie e le informazioni sulla crisi mondiale si stiano muovendo verso « le notizie finte» tra i blocchi e gli interessi che sono sempre piu’ in conflitto. Chiaramente e’ un must imparare come decifrare le notizie e le informazioni a livello mondiale nei mesi e negli anni a venire, che saranno sempre piu’ soggetti ad una crescente attivita’ di manipolazione. Allo stesso modo in cui i quartier generali degli eserciti sconfitti disseminano comunicati che descrivono le loro sconfitte come ripiegamento su posizioni predeterminate, o annunciano piccoli successi tattici per nascondere fallimenti di carattere strategico, i governi, gli esperti e le istituzioni finanziarie alimentano i media compiacenti con notizie ed informazioni di uno stile analogo su come stanno combattendo la crisi.

Non sono catastrofici i risultati finanziari del 2009 per le aziende?

Solo questo e’ la scoperta dell’acqua calda! Come tutti possono leggere, sentire o vedere ogni giorno, i giornalisti o gli esperti pongono l’enfasi sul fatto che sarebbe poteta andare peggio (che e’ chiaramente un modo per essere sempre soddisfatti facilmente) e/o che nelle ultime settimane sono stati visti segnali promettenti. Inoltre, i media hanno riposto la loro fede in informazioni ancora piu’ sospette: i capi delle azione coinvolte sono stati certamente incapaci di dare un qualsivoglia tipo di previsione per il 2010, ma hanno la sensazione che le cose miglioreranno (il responsabile sa/sente che il successo e’ a portata di mano, ma non ha nessuna prova a supporto).

Un dollaro su 3 e’ preso in prestito per pagare solo gli interessi sul debito pubblico USA ” Fonte: Wegelin Bank / IMF, 01/2010

Per quanto riguarda gli Stati, la stessa propaganda ha monopolizzato tutti i pronunciamenti ufficiali.

Di conseguenza, nell’esatto momento in cui autorizza un aumento storico del tetto del debito americano (un aumento da 1900 mld di USD a 14300 mld di USD), Barack Obama afferma la sua ferma intezione di ridurre la dipendenza americana dal debito.

E la medesima storia in Francia, dove Nicolas Sarkozy prevede una caduta nella disoccupazione francese, mentre i sindacati e le altre parti sociali cercano di trovare un modo per gestire il milione di francesi che cessaranno di ricevere sussidi sociali nel 2010 a causa della mancanza di posti di lavoro.

Il Regno Unito non e’ troppo lontano, perche’ con le prossime elezioni generali di Maggio, ha prodotto un bugdget del 2010 che non si confronta con la questione chiave del problema del suo debito in stile greco, mentre i media britannici si concentrano sui problemi dell’Euro a causa del debito greco. Nel frattempo, nel mondo reale, il Pound e’ riuscito a perdere valore contro l’Euro la scorsa settimana!

Terminiamo ora questa veloce panoramica di questo tipo di comunicazioni di guerra sulle questioni economiche e finanziarie con la Cina, che, con il supporto del coro dei media internazioniali, ci colpisce con straordinari dati di crescita nel 2009, mentre in realta’ Pechino sta disperatamente cercando di controllare una enorme bolla di credito che ha creato per nutrire, in modo improduttivo, una economia cinese che produca ma non puo’ vendere.

Questa tendenza nel manipolare informazioni economiche e finanziarie, che e’ sempre esistita, ha subito una accelerazione rapida nel contesto della dissezione geopolitica globale che la crisi ha causato: il 2010 e gli anni successivi saranno caratterizzati di scontri sempre piu’ violenti tra attori economici e/o i loro deficit. Non bisogna dimenticare che il deficita’ di bilancio dell’Eurozona ha rappresentato solo il 6.7% del PIL e il debito l’88% del Prodotto Nazionale Lordo, mentre i dati comparativi per gli USA sono il 10.7% e il 92% rispettivamente.

Gli americani non hanno risparmiato quasi niente nell’ultimo decennio.
Non e’ difficile vedere chi ha problemi nel finanziare il suo debito.

Variazione della percentuale del nuovo debito pubblico acquistato dalla Cina, nuovi prestiti del governo americano, percentuale delle riserve esistenti di titoli di debito USA di proprieta’ cinese (2002-2009) Fonte: Tesoro USA, Haver Analytics, New York Times

Le cinque caratteristiche che compongono il « caso greco»

Diamo uno sguardo al « caso greco» che ha interessato i media e gli esperti per diverse settimane ormai. Prima di entrare nel dettaglio di cio’ che sta accadendo, ci sono cinque i punti chiave della nostra anticipazione sul tema: ¢ 1. Come abbiamo affermato nel nostro anticipazioni per il 2010, che e’ apparso nel numero GEAB scorso (GEAB N ° 41, il problema greca sarebbe scomparso dal radar dei media internazionali diverse settimane fa. E’ l’albero utilizzato per nascondere sia una foresta di debiti di molto piu’ pericolosi (per la precisione, quella di Washington e Londra) e l’inizio di un ulteriore calo dell’economia mondiale, guidata dagli Stati Uniti ¢ 2. Il problema greco e’ una questione interna per la zona euro e l’UE, e la situazione attuale prevede, infine, un’occasione unica per i leader della zona euro di richiedere alla Grecia (un caso di «fallito allargamento» dal 1982) di lasciare la sua politica e sistema economico feudale alle spalle. Gli altri paesi della zona euro, guidata dalla Germania, faranno il necessario per mantenere i leader greci nel loro paese nel XXI secolo in cambio del loro aiuto, allo stesso tempo avvalendosi del fatto che la Grecia rappresenta solo il 2,5% del PIL della zona euro per testare i meccanismi di stabilizzazione che la zona euro ha bisogno in tempi di crisi. ¢ 3. I leader Anglosassoni e i media stanno utilizzando la situazione attuale (come l’anno scorso con i cosiddetti tsunami bancari provenienti dall’Europa dell’Est, che stavano portando la zona euro a farla franca) per nascondere la progressione catastrofica delle loro economie e del debito pubblico e nel tentativo di indebolire l’attrattiva della zona euro in un momento in cui gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno crescenti difficolta’ ad attirare i capitali di cui hanno un disperato bisogno. Allo stesso tempo, Washington e Londra (che, dal momento dell’entrata in vigore del Trattato di Lisbona sono completamente escluse da ogni sistema di gestione dell’Euro) sarebbero felici di vedere il FMI, che controllano completamente, portarli nella gestione della zona euro. ¢ 4. I leader della zona euro sono molto felice di vedere la caduta di Euro a 1,35 contro il dollaro. Essi sanno bene che non durera’, perche’ il problema attuale e’ la diminuzione del valore del dollaro (e la sterlina), ma apprezzano questo «odore di ossigeno» per la loro esportazioni. ¢ 5. Gli speculatori (hedge funds e altri) e le banche pesantemente coinvolte con la Grecia, hanno un interesse comune nel cercare di ottenere il sostegno finanziario della zona euro rapido per la Grecia, poiche’, le agenzie di rating che, involontariamente, tentano di tirare velocemente su di loro queste poiche’ se gli europei rifiutano di scavare nelle loro tasche (come le azioni scandalose di Paulson e Geithner su AIG e Wall Street nel 2008-2009): ci sarebbe infatti un abbassamento del rating della Grecia, si immergeranno in questo piccolo mondo in preda a gravi perdite finanziarie, se, per la le banche, i loro prestiti greci sono svalutati o se la loro scommessa contro l’Euro non funziona a tempo debito.

Ruolo di Goldman Sachs in questa tragedia greca …e i prossimi default sovrani Nella tragedia greca”, proprio come in ogni storia di suspense, e’ necessario un “cattivo ragazzo” (o, seguendo la logica di una tragedia vecchio-stile, un «deus ex machina»). In questa fase della crisi sistemica globale, il ruolo del «cattivo ragazzo» e’ di solito svolto da una delle banche di grande investimento di Wall Street, in particolare dal capo della banda, Goldman Sachs. Il «caso greco» non e’ diverso in quanto, infatti, la banca di investimento di New York e’ direttamente coinvolta nei trucchi contabili che hanno consentito alla Grecia di qualificarsi per l’ingresso nell’Euro, mentre il suo deficita’ di bilancio effettivo lo avrebbe proibito. In realta’ e’ Goldman Sachs che, nel 2002, ha creato uno dei suoi brillanti schemi finanziari e di cui detiene il segreto e che, quasi sistematicamente, riemerge alcuni anni piu’ tardi, per far saltare il cliente. Ma che importa, dal momento che i profitti di GS (Goldman Sachs), sono stati i beneficiari! Nel caso di greco, i propositi della banca di investimento erano molto semplici: raccogliere un prestito che non comparisse nel bilancio (un contratto di swap ), che consentisse una riduzione fittizia delle dimensioni del deficita’ pubblico greco. Il leader greco al tempo era, naturalmente, al 100% responsabile e sarebbe dovuto essere sottoposto, secondo il parere LEAP/E2020, a processo legale e politico greco ed europeo, per aver truffato l’Unione europea e i loro cittadini nel quadro di un grande evento storico, come la creazione del moneta unica europea.
Ma, diciamolo chiaramente, la responsabilita’ della banca d’investimento di New York (come complice) e’ altrettanto grande, soprattutto quando si e’ consapevoli del fatto che il vicepresidente della Goldman Sachs Europa era, allora, un certo Mario Draghi, attualmente presidente della Banca centrale italiana e di un candidato per la riuscita, Jean-Claude Trichet a capo della Banca centrale europea. Senza pregiudizio per il ruolo del Signor Draghi nella vicenda del prestito manipolato dalle statistiche della Grecia, uno dovrebbe chiedersi se non sarebbe utile mettere in discussione il suo coinvolgimento nella vicenda. In una democrazia, la stampa, come i parlamenti (in questo caso greca ed europei), si prevede assumano questo compito per se stessi.

Considerando l’importanza della GS nelle vicende del mondo finanziario in questi ultimi anni, nulla che questa banca non deve lasciare indifferenti i governi e legislatori. Si tratta di Paul Volcker, attuale capo dei promotori finanziari di Barack Obama, che e’ diventato uno dei critici piu’ forti nelle attivita’ di Goldman Sachs. Abbiamo gia’ avuto occasione di scrivere,che al momento della elezione del Presidente degli Stati Uniti, l’unica persona del suo entourage ad avere l’esperienza e le competenze per far passare provvedimenti duri e che, in questo momento, sa che cosa si parla. Con questa stessa logica, sulla questione di trasparenza nelle attivita’ finanziarie e dei bilanci dello Stato e con il mal ruolo predestinato di Goldman Sachs e delle grandi banche di investimento in generale ad esempio, LEAP/E2020 ritiene che sarebbe utile per l’Unione europea ei suoi cinquecento milioni di cittadini, di escludere ex dirigenti di queste banche di investimento da qualsiasi posto di controllo finanziario, economico e di bilancio (BCE, Commissione europea, banche centrali nazionali). La commistione di questi rapporti puo’ solo portare ad una maggiore confusione tra interessi pubblici e privati, e questo puo’ essere solo a scapito degli interessi pubblici europei. Per cominciare, la zona euro dovrebbe chiedere immediatamente al governo greco di smettere di chiamare i servizi di Goldman Sachs che, secondo il Financial Times del 01/28/2010, sta ancora utilizzando. Se il capo della Goldman Sachs crede di essere «Dio», come lui stesso ha descritto in una recente intervista, sarebbe prudente considerare che la sua banca, e il suo sosia, puo’ seriamente comportarsi come i diavoli, ed e’ quindi consigliabile trarre tutte le conseguenze. Questo suggerimento, secondo il nostro team, e’ valido per tutta l’Europa, cosi come ogni altro continente. Ci sono «servizi privati» che si scontrano con «l’interesse pubblico»: basta chiedere ai cittadini greci e americani proprietari immobiliari le cui case sono state prese dalle banche!

Per concludere, il nostro gruppo propone un gioco per convincere coloro che si chiedono dove comparira’ la prossima crisi del debito sovrano: basta guardare gli Stati che hanno chiamato servizi di Goldman Sachs in questi ultimi anni e si avranno conseguenze gravi!

Si conclude qui questa prima parte di introduzione gratuita (ma non completamente – c’e’ una parte aggiuntiva che gli affezionati avranno riconosciuto..) e vi diamo appuntamento ai prossimi post per le parti successive.

PARTE 2 E’ disponibile la parte II del GEAB 42, gli affezionati lettori si uniranno a me nel sentito ringraziamento caprino alla traduttrice Eleonora.

La parola al GEAB 42, parte II.

La parte precedente si trova qui: GEAB 42 – intensificazione della crisi nella seconda meta’ del 2010 – parte I

Tre tendenze fondamentali che aggraveranno la crisi nella seconda meta’ del 2010

Per LEAP/E2020, dietro le sofisticate dissertazioni sull’uscita dalla crisi al termine delle politiche di sostegno all’economia e al settore finanziare si nasconde una verita’ molto semplice, ma una di quelle che governi e banche centrali sono incapaci di esprimere: non sanno cosa fare, quando farlo e come; ne’ se dovrebberlo farlo da soli o insieme ad altri attori globali.

In verita’, se la mancanza di preparazione al manifestarsi della crisi derivava dall’incapacita’, da parte dei leader mondiali, d’immaginare il possibile palesarsi di una crisi, da molti mesi a questa parte e’ la loro incapacita’ di giudicare correttamente la reale situazione dell’economia mondiale e l’interazione di gran parte delle misure straordinarie prese in tutto il pianeta che li condanna, adesso, a rimanere passivi.

Da ora alla fine di questo semestre, tale assenza di azione cedera’ il posto a mere reazioni agli eventi sociali, economici e politici. Tutto cio’ avra’ luogo in un contesto di completo disordine, rafforzando la tendenza all’ ognun per se’ che e’ divenuta via via piu’ chiara dalla fine del 2009.

Tale situazione di paralisi intellettuale spiega perche’, da mesi, nei meeting dei banchieri come nelle conferenze del G20 sia possibile ascoltare solo dichiarazioni positive sull’inevitabile conclusione delle misure d’emergenza avviate nel 2008/2009, mentre si osserva come le stesse permangano invariate.

Come sempre avviene in questi casi, l’impeto decisivo prendera’ avvio dalla reazione a un evento improvviso e non da una riflessione strategica, propositiva e attentamente calcolata.

Il rifiuto di affrontare la questione cruciale di una riformulazione del sistema monetario internazionale, a cui si e’ assistito nel 2009, crea una situazione in costante slittamento e all’inevitabile, sistematico scontro di interessi tra i grandi attori globali: priorita’ divergenti tra le zone dell’Euro e del Dollaro, tensioni crescenti tra Pechino e Washington sul cambio Yuan-Dollaro, ecc¦ una situazione che d’ora innanzi vedra’ sempre piu’ intrecciarsi le sfere del commercio e della diplomazia.

Le tre tendenze fondamentali Alla luce di tale preoccupante scenario internazionale, in questo numero di GEAB il nostro gruppo ha scelto di anticipare lo sviluppo di tre tendenze che, a nostro parere, contribuiranno a un improvviso aggravarsi della crisi nella seconda meta’ del 2010, ovvero:

1 – L’esplosione della bolla dei debiti pubblici e il corrispondente aumento dell’impossibilita’ per gli stati di effettuare pagamenti.

2 – L’impatto fatale del sistema bancario occidentale tra il numero crescente di mancati pagamenti e il muro del debito in maturazione.

3 – L’inevitabile aumento dei tassi d’interesse

Queste tre tendenze sono strettamente correlate poiche’, in fondo, si basano tutte sulla stessa semplice verita’: il bisogno di finanziamenti a breve termine del sistema bancario mondiale e degli stati occidentali, al momento, supera di gran lunga la disponibilita’ di risparmi. 1. L’esplosione della bolla dei debiti pubblici e il corrispondente aumento dell’impossibilita’ per gli stati di effettuare pagamenti Al momento ci troviamo all’inizio di una gigandesca ondata di rimborsi e/o rifinanziamenti di prestiti contratti al termine del periodo pre-crisi (2005/2007) – ossia contratti durante un periodo di totale irresponsabilita’ finanziaria – in special modo per quelle aree in cui il profitto e’ collassato in seguito alla crisi, o il valore attribuito dalle controparti risulta vieppiu’ immaginario. Detto in parole semplici, e’ tempo di pagare il conto per tutti coloro (LBO’s 31, investitori nell’immobiliare commerciale, stati, citta’ insolventi, ecc.) i quali avevano creduto di poter consumare un pasto gratis negli anni 2005/2007. Il perdurare della crisi economica crea il peggior scenario possibile per qualsiasi rimborso o rifinanziamento:

  • Da un lato, la crisi ha provocato un crollo dei margini di profitto medio per quasi tutte le attivita’ economiche (quelle che hanno evitato la bancarotta), con un margine fluttuante tra il 2 e il 5%, contro il 10% e piu’ prospettato per la maggior parte delle transazioni finanziarie avviate nel periodo 2005-2007
  • Dall’altro, come sempre avviene in tempi di crisi, la competizione per l’accesso ai finanziamenti si e’ trasformata in una lotta serrata per l’ultimo boccone che vede coinvolti proprietari immobiliari e finanzieri (classici), cosi come i governi, sia centrali che locali, e le stesse banche.

Come anticipato da LEAP/E2020 piu’ di due anni or sono, con la scomparsa di circa 30 trilioni di beni fantasma nel 2010 si assistera’ all’inizio di un ballo dei dannati in cui, nel tentativo di risanare i propri debiti, ogni proprietario di immobili, attivita’ economica, autorita’, istituzione finanziaria e paese sara’ alla disperata ricerca di risorse o profitti di cui non dispone piu’ (per la perdita di impiego, crollo dei profitti, caduta delle entrate fiscali o costi maggiorati a causa della crisi stessa) o tentera’ di rinegoziare le proprie scadenze e ottenere nuovi crediti in un periodo di limitata offerta a fronte di una grande domanda.

Uno degli esempi piu’ eclatanti di tale situazione e’, senza alcun dubbio, l’effetto esclusione causato dalle enormi necessita’ di finanziamento pubblico degli USA: in ambito interno, attivita’ economiche e proprietari immobiliari sono marginalizzati a fronte di un crescente bisogno di credito da parte dello stato; in ambito internazionale, gli stati in condizioni finanziarie piu’ fragili saranno esclusi dall’accesso al credito, oppure obbligati a pagare pesanti costi aggiuntivi, mentre sono incapaci anche solo di pensare di chiedere aiuto.

A tale riguardo, nel 2010 si assistera’ a un sorprendente rafforzamento del concetto di debito sovrano a rischio: dopo aver fatto la sua comparsa in Islanda nel 2008, si e’ esteso a Lettonia, Irlanda, California e Dubai nel 2009, e ora la Grecia. Portogallo e Spagna ne usciranno con facilita’ in quanto l’Eurozona sta attualmente testando con la Grecia un proprio metodo di sostegno ai paesi con difficolta’ creditizie e questi due paesi rappresentano un rischio previsto e gestibile per Eurolandia. Successivamente l’onda colpira’ il Giappone, il Regno Unito e gli USA: i tre rischi che il sistema rifiuta di riconoscere e per i quali non esiste davvero soluzione possibile, in quanto coinvolge il pilastro portante del sistema e i suoi due sostegni. Gran Bretagna

A causa delle prossime elezioni di Maggio, il Regno Unito attualmente viene ignorato dalla stampa internazionale che utilizza la Grecia come diversivo.

Tuttavia, come dichiarato in precedenza, la situazione finanziaria del Regno Unito continua a deteriorarsi. Per ragioni principalmente elettorali, la bozza di bilancio cosi come le decisioni della Banca d’Inghilterra mirano a dissimulare temporaneamente i problemi crescenti: da parte del governo, si ha una bozza di bilancio in totale contrasto con la necessita’ di ridurre in modo sostanzioso le spese per un periodo di durata non inferiore ai 5 anni, ma con ogni probabilita’ per un’intera decade; da parte della banca centrale, vi e’ l’annuncio di una sospensione del quantitative easing, in altre parole di monetizzazione, ben sapendo che nessuno, a parte la Banca d’Inghilterra e’ disposto ad acquistare Gilts (buoni del tesoro britannici). Situazione, tuttavia, sostenuta da una campagna mediatica che dipinge un’Eurozona in affanno e permette all’elettore medio di illudersi che la lungimiranza dei leader del Regno abbia consentito al popolo di evitare gli scogli sui quali s’infrangono i paesi continentali (nascondendo, per esempio, il fatto che il sistema bancario britannico non rientra piu’ tra i piu’ sicuri del mondo per Standard eamp; Poor). Per la politica britannica, e’ un trucco per vincere le elezioni; nel mondo reale e’ la garanzia di una crisi di grande portata, immediatamente successiva alle elezioni, durante la fase di ritorno alla realta’. Dal canto nostro, ci chiediamo se il governo britannico sara’ in grado di sostenere questa farsa fino alle elezioni. Rammentiamo l’incapacita’ dimostrata dal partito repubblicano nell’impedire alla crisi di Wall Street di esplodere prima delle ultime elezioni presidenziali. Stati Uniti Negli Stati Uniti, dove nell’anno elettorale si puo’ assistere a tutto e al suo contrario, si nota una crescente scollatura tra le dichiarazioni (e le statistiche) e la realta’. Prendendo come unico indicatore l’acquisto di buoni del tesoro, abbiamo da un lato il governo federale e la Fed pronti a dichiarare che vanno via come il pane, mentre il bisogno di ulteriori vendite cresce di pari passo con l’esplosione del debito pubblico. Dall’altro, il principale acquirente di buoni del tesoro USA di questi ultimi anni (la Cina) ha bloccato gli acquisti e si e’ posta l’obiettivo dichiarato di ridurre le quantita’ gia’ in suo possesso. Ben sapendo che i proprietari immobiliari americani non dispongono di risparmi e che deficita’ di ogni sorta gravano sui principali paesi del pianeta – che sono pertanto impossibilitati a rimpiazzare gli acquisti cinesi – rimangono solo due possibili soluzioni:

  • Tim Geithner moltiplica le vendite di buoni del tesoro come Gesu’ moltiplicava i pani e i pesci.
  • Ben Bernanke, e la Fed, dice la prima cosa che gli frulla in testa, quindi acquista la montagna di buoni del tesoro attraverso i canali principali e altri partner finanziari utilizzando una varieta’ di vie nascoste (e offshore) come le Isole Cayman, le Isole della Manica, Hong Kong, ecc.

Il LEAP/E2020 punta sulla seconda opzione.

Per tale ragione ci aspettiamo un aumento delle tensioni tra Washington e Pechino nei prossimi mesi: di fatto, era cio’ che gli USA si erano impegnati a non fare con i cinesi, molto preoccupati per il crescente rischio di perdita di valore dei loro investimenti in dollari. Sommandovi la vendita di armi a Taiwan, l’incontro con il Dalai Lama, le scaramucce commerciali e l’Iran, riteniamo che la seconda meta’ del 2010 sara’ favorevole per l’avvio di una resa dei conti tra Washington e Pechino, con un conseguente aggravamento della crisi. Giappone Per quanto concerne il Giappone, la loro situazione geopolitica verra’ confermata dal corso degli eventi: il crescente avvicinamento di Tokyo a Pechino condurra’ a un rapido indebolimento del dollaro e dei titoli in dollari, per il ruolo chiave delle riserve in dollari del Giappone. Le aree di disaccordo con Washington sono in aumento: oltre al problema delle basi militari americane in Giappone, la discussione sui trattati segreti che hanno legato il Giappone agli Stati Uniti durante la guerra fredda sta attualmente uscendo alla luce. Nell’arena commerciale, Tokyo accusa Washington di usare i problemi della Toyota per gettare dubbi sulla qualita’ di tutti i prodotti giapponesi. Ma al di la’ delle relazioni nippo-americane, il Giappone sta per affrontare un periodo molto difficile dal punto di vista economico-finanziario, in quanto e’ simultaneamente preda di problemi e grossi dubbi sul proprio modello economico degli ultimi vent’anni e al tempo stesso deve affrontare le gravi questioni riguardanti il finanziamento del proprio enorme debito pubblico: persino Tokyo dovra’ combattere per finanziare il proprio deficita’ – un problema totalmente inedito per il Giappone.

Riassumendo: USA, Eurozona, Regno Unito e Cina vedranno ridursi a zero i loro sogni di crescita a partire dalla seconda meta’ del 2010.

2. L’impatto fatale del sistema bancario occidentale tra il numero crescente di mancati pagamenti e il muro del debito in maturazione

Abbiamo appena esaminato il problema riguardante gli stati, ma quanto detto e’ altrettanto vero per le banche, le quali quest’anno dovranno affrontare un vero muro di debiti verso il quale stanno viaggiando a tutta velocita’.

O, per utilizzare un’analogia piu’ precisa, e’ il muro di debiti che si muove verso di loro a mo’ di tsunami. Cosi come la crescente forza esplosiva dei mutui subprime all’interno del sistema finanziario statunitense era prevedibile dall’inizio del 2006 (cfr. GEAB n. 2), la forza dello tsunami di debiti che sta per abbattersi sulle banche puo’ essere totalmente anticipata: se si e’ a conoscenza dell’ammontare dovuto, e del fatto che i debitori non sono – o non sono piu’ – solventi, non c’e’ davvero bisogno d’essere degli indovini per conoscere il futuro.

Negli Stati Uniti, cosi come in Europa, il settore immobiliare commerciale giochera’ ovviamente un importante ruolo nelle ulteriori perdite delle banche. Negli USA, in media, ha perso il 43% del suo valore comparato alle vette raggiunte nel 2007/2008. Basti valutare che l’importo totale dei mutui per gli immobili commerciali dichiarato nell’ottobre 2008, nel momento in cui esplose la crisi di Wall Street, ammontava a 3,5 trilioni di dollari, mentre i mutui subprime (il cui collasso era iniziato 18 mesi prima) ammontavano appena 1,5 trilioni di dollari. Al momento, stiamo entrando in un periodo analogo, preceduto da 18 mesi di continuo calo dei prezzi degli immobili commerciali statunitensi, anche se la concentrazione principale di rifinanziamenti e’ prevista per il 2011/2013. Le condizioni economiche estremamente difficili che il mercato statunitense attraversa attualmente amplificheranno gli effetti di questa bomba a orologeria: la crisi fa ticchettare piu’ velocemente il timer, e numerose banche di medie dimensioni avranno modo di rendersene conto entro la fine di quest’anno.

In Europa, i principali mercati immobiliari commerciali assistono a uno sviluppo simile, consapevoli del fatto che il numero di proprieta’ invendute e’ costantemente aumentato a causa dei progetti immobiliari avviati prima dello scoppio della crisi. Come analizzato nei numeri GEAB recenti, i portfolio delle banche europee in questo settore saranno fondamentalmente invendibili per molti anni a venire, a meno che i prezzi non vengano ridotti di piu’ della meta’. Nel 2010, probabilmente, vi sara’ la possibilita’ di realizzare i primi ottimi affari, in quanto le banche dovranno abbassare le pretese. Negli USA, in particolare, le proprieta’ immobiliari continueranno a deprimere i risultati bancari, come gia’ hanno fatto negli ultimi tre anni, ma con un’accelerazione dovuta, da un lato, al fatto che l’immenso portfolio fantasma di proprieta’ immobiliari delle banche statunitensi non potra’ rimanere ancora occulto poiche’ queste proprieta’, sovente mal costruite, si stanno deteriorando rapidamente. Dall’altro lato, poiche’ con l’aumentare della disoccupazione – in special modo quella a lungo termine – milioni di mutuatari precedentemente considerati affidabili stanno precipitando verso l’insolvenza o persino verso una dismissione delle proprie case (poiche’ quasi un terzo degli immobili acquistati grazie a un mutuo ha un valore inferiore al prezzo d’acquisto, un numero crescente di proprietari restituisce le chiavi alla propria banca e si trasferisce in immobili in affitto). Allo stesso tempo, il default dei pagamenti per il credito al consumo e’ in costante crescita, in un momento in cui le regole bancarie volute dai leader politici e dall’opinione pubblica mirano a ridurre i profitti degli istituti di credito. Quest’ultimo fenomeno coinvolge Europa, Giappone e la maggioranza delle grandi banche internazionali.

Se da un lato ci si deve attendere il fallimento di 500 ulteriori banche statunitensi nei prossimi diciotto mesi (di dimensioni maggiori rispetto alle 140 banche scomparse nel 2009), e’ plausibile che le politiche di ritiro delle misure d’emergenza della Fed e del Tesoro US non solleveranno un’ulteriore ondata di fallimenti tra i grandi nomi di Wall Street.

E’ nostra opinione che l’impossibilita’ per la Fed e per il Tesoro di prefigurare le conseguenze di questo processo di ritiro delle misure d’emergenza, unito alla sottostima della natura sistemica della crisi (vale a dire, dell’attuale debolezza strutturale del sistema finanziario ed economico mondiale) e la totale impopolarita’ di qualsiasi ulteriore aiuto per Wall Street (specialmente in un anno di elezioni), sta creando, una volta ancora, una situazione in cui e’ probabile la bancarotta di grandi banche. 3. L’inevitabile salita dei tassi di interesse Quanto costera’ prendere in prestito questo denaro per il quale la competizione si e’ intensificata? Negli ultimi 18 mesi, i banchieri centrali hanno risposto”la crisi e’ un problema di liquidita’, quindi questo denaro non deve costare, e comunque non costa, nulla”. … tutto continuera’ come prima. Comunque, negli ultimi mesi, la ripresa non e’ avvenuta, le banche continuano a trattenersi dal prestare, la disoccupaizone contrinua a salire, … nonostante un flusso in entrata di liquidita’ a costo zero che il mondo non ha mai visto nella storia. Gli stati hanno iniziato a mancare i pagamenti dovuti, il gettito fiscale crolla, le politiche di austerita’ iniziano ad apparire dovunque, e un insieme di banche centrali iniziano a preoccuparsi dell’inflezione…e iniziano a rialzare i loro tassi di interesse, come in Australia o Norvegia, o, nel caso svedese, annunciando un aumento nell’estate 2010,,, o usano una varieta’ di strumenti diversi, come Pechino. Comunque, la Fed, come le banche centrali inglese, giapponese ed europea, continua a far credere alle persone che c’e’ ancora molta strada prima di volere o essere in grado di rialzare i tassi. Ma ha veramente scelta? LEAP/E2020 ha scritto due anni fa che la Fed ha perso il controllo dei tassi di interesse. Siamo ancora della stessa opinione e vorremmo aggiungere che la Fed dovra’ soffrire l’impatto di due sviluppi tra ora e la meta’ del 2010:

  • cosa decidono di fare le banche cinesi ed europee
  • confrontarsi con il problema della solvibilita’ domestica USA ed internazionale

Se Pechino, per evitare una esplosione inflattiva della bolla speculativa creata dalla sua politica di denaro a basso costo in questi ultimi 18 mesi e’ obbligata a continuare la stretta monetaria (che il nostro team pensa che accadra’), tutte le economie asiatiche, giappone incluso, saranno obbligate a seguire rapidamente, e diventeranno le destinazioni preferite della liquidita’ mondiale. L’eurozona, che non accettera’ questa riduzione “forzata” del costo del denaro, seguira’ i passi asiatici. La sola soluzione per gli USA per evitare di trovarsi in bancarotta internazionale nel momento in cui deve continuare ad attrarre capitali per finanziare tutti i suoi defici, saru’ continuare il gioco anche se contro la sua volonta’ (accelerando la monetizzazione – benche’ negandolo). Dunque scoprira’ brutalmente di non avere piu’ l’abilita’ di controllare lo sviluppo mondiale. In un ambiente economico caratterizzato da un ampio numero di aziende mantenute in gita dal credito facile, questo aumento dei tassi di interesse portera’ al crollo della zombie economy, una caduta fatale di circa il 30% dell’economia mondiale. PARTE 3

Disponibile la terza parte del GEAB. Un grazie di cuore ai traduttori: Markozu e Francescoeamp;Martina, Trinetra.

Interessante l’introduzione sui progetti South Stream e Nabucco, essenziali per comprendere le manovre sullo scacchiere euroasiatico. Vi rimandiamo anche a questo nostro articolo sulla guerra in Georgia a proposito di risorse e South Stream e Nabucco.

Ricordiamo, viste le recenti discussioni tra i commenti, che pubblichiamo il GEAB senza necessariemente condividerne le analisi. Invitiamo gli affezionati lettori a farsi la propria idea ;-)

La parola al GEAB, parte III

Le parti precedenti si trovano qui: GEAB 42 – intensificazione della crisi nella seconda meta’ del 2010 – parte I ; GEAB 42 – intensificazione della crisi nella seconda meta’ del 2010 – parte II

Russia: Meglio preparata di altri grandi giocatori globali ad affrontare i prossimi anni

Questo puo’ sembrare paradossale, specialmente per quelli che hanno letto, anche superficialmente, i media occidentali, ciononostante il paese ha passato una transizione significativa aprendosi al mondo dopo il 1945 ¦ a partire dal 1989.

Con Vladimir Putin, che tiene in mano le redini del potere per la maggior parte del tempo della decade successiva (come presidente o primo ministro) la Russia ha, a priori, assicurato un lungo periodo di stabile governo centrale, il che non e’ il caso per gli altri maggiori giocatori globali.

I proventi da olio e gas, (che non hanno avuto un declino significativo confrontati con il prezzo medio nel 2009) le permettono di pianificare il proprio sviluppo strategico interno ed esterno.

Tre esempi possono illustrare il fatto che la Russia e’ oggi sulla rotta per riprendere il controllo del suo ambiente:

. alla fine di Dicembre 2009 l’inaugurazione dello Sapsan, il primo treno ad alta velocita’ tra Mosca e San Pietroburgo, annuncia quella che sara’ una decade di modernizzazione diffusa dell’infrastruttura dei trasporti, includendo i gasdotti e gli oleodotti.

. I progetti delle pipeline che hanno come scopo aggirare la Russia, come il progetto Nabucco, stanno andando in fumo perche’ senza una politica attiva e senza supporto finanziario degli USA, si stanno lentamente ed inesorabilmente trasformando in meri progetti economici che hanno come conseguenza l’integrazione della Russia o il loro abbandono.

. L’apertura a Kozmino nel Dicembre 2009 del primo terminale petrolifero Russo sulla costa del Pacifico (attualmente ci sono solo due terminali sul mar Baltico e mar Nero) permetteranno al paese di partecipare pienamente allo sviluppo Asiatico dei prossimi anni.

Progetto South Stream contro Nabucco ” Fonte: VoxThunae, 11/2009

In effetti, si tratta della grande scommessa del Cremlino in questa decade chiave: essere in grado di trarre profitto dal dinamismo Asiatico senza essere in balia degli Asiatici, in particolar modo dei Cinesi, la cui presenza si vede crescere in Siberia, e a mantenere un rapporto forte, strategico con l’UE tenendo a debita distanza le ambizioni Europee nei riguardi della Russia.

I Francesi ed i Tedeschi giocheranno un ruolo chiave nel rapporto tra l’EU e la Russia nei prossimi anni: qualsiasi equilibrio Europeo sara’ impossibile senza una stretta collaborazione tra questi tre partner, specialmente adesso che il cugino Americano sta facendo le valigie.

I Francesi ed i Tedeschi formano la maggior parte di quello che la Russia considera essere l’Occidente ed hanno un’attrattiva senza precedenti nonche’ un potenziale relazionale dal punto di vista Moscovita: considerazione che risulta essere vera solo se l’interesse Europeo e’ genuino e proprio dell’EU e non una copertura per Washington o qualcun’altro.

Il noto rifiuto di Francia, Germania e Russia ad essere coinvolte nella guerra e la bugia storica sull’invasione dell’Iraq nel 2002/2003 e’ un buon esempio del tipo di relazione strutturata a livello mondiale che gli Europei e la Russia possono creare se trovano obbiettivi comuni.

La Russia ha messo sul tavolo della potenziale negoziazione uno di questi , a partire del summita’ del G20 di Londra, ed e’ la sostituizione del dollaro come valuta di riserva internazionale.

Intraprendere un tale passo rappresenta un chiaro interesse per l’Eurolandia cioe’ porre fine al caos attuale monetario mondiale .

Se la Francia e la Germania avessero dei leader con un visone strategica vera ed un senso storico come lo hanno avuto De Gaulle e Adenauer oppure Mitterand e Kohl, allora non ci sarebbe dubbio che il duo Franco-Tedesco avrebbe gia’ spinto l’UE a cogliere questa opportunita” e a discuterla con Mosca e che questo duo (rappresentando ufficiosamente l’EU) sarebbe l’ospite speciale al prossimo Summita’ del BRIC.

Probabilmente sara’ necessario aspettare fino al 2012, alle Elezioni Presidenziali Francesi, per sapere se esiste la possibilita’ che una tale opportunita’ venga colta.

In caso di fallimento, Francesi e Tedeschi essenzialmente, e gli Europei in generale, saranno i responsabili della discesa all’inferno del sistema monetario internazionale nella seconda meta’ del decennio, aprendo la via alla Russia per risposizionare se stessa nella sfera d’influenza Asiatica.

Si ricordi che fu Mosca ad evitare due volte il dominio imperiale sull’Europa, dando un contributo decisivo alle sconfitte di Napoleone ed Hitler, e che Stalin provo’ invano, nel 1930, a convincere Francia e Regno Unito a raggiungere un’alleanza con l’URSS contro la Germania Nazista.

La paura di essere accusati di “filo-comunismo” impedi un’alleanza che avrebbe salvato l’Europa da una guerra suicida e da decenni di divisione.

Il decennio 2010 vedra’ un altro test per le elite Europee, se saranno capaci di superare la fobia di essere accusati di “anti-Americanismo” e scongiurare una catastrofe monetaria globale con il seguito di conseguenze disastrose.

Una cosa e’ chiara: negli anni ’30 i consigli provenienti dai circoli finanziari e bancari (qualunque cosa, ma non un’alleanza con l’URSS comunista) non sarebbero stati certamente ascoltati se ci si fosse preoccupati degli interessi di medio e lungo termine.


Progressione di produzione, esportazione e consumo domestico di gas Russo fino al 2020 (miliardi di metri cubi) (linea blu: esportazioni e consumo domestico; linea rossa: produzione). Figura 2. Progressione delle esportazioni di gasso Russo per il 2020 (verde scuro: Europa; rosso: Asia-Pacifico; verde chiaro: paesi della CSI) – Fonte: Energy Tribune, 02/2007

Sfortunatamente, i leader Russi non sono molto portati nel prevedere le reazioni emotive Europee ad alcune loro azioni o dichiarazioni particolarmente brutali: instillare paura non porta lontano quando si cerca un partner affidabile.

Qui Francesi, Tedeschi ed Europei in generale hanno un ruolo educativo essenziale.

In ogni caso la Russia e’ un candidato ideale per un decennio piuttosto statico rispetto alle altre grandi potenze.

Il fatto che essa abbia gia’ attraversato il suo periodo di transizione caotico, gli anni ’90, contribuisce molto a questa situazione.

La Russia e’ stata coinvolta nel “mondo post-crisi” per oltre vent’anni, fin dalla caduta del muro di Berlino, e nei prossimi anni essa sara’ in grado di muovere i suoi pedoni sulla scacchiera mentre il potere imperiale degli Stati Uniti si disintegra e l’EU cerca il proprio obiettivo.

Comunque, senza gli Europei o gli Asiatici (con le loro attitudini tecniche ed i loro investimenti), Mosca non sara’ in grado di fornire le quantita’ di petrolio e gas di cui la Russia necessita per coprire contemporaneamente la domanda interna e gli obblighi d’esportazione, cio’ che porrebbe un serio problema sia per l’Europa che per la Russia.

Raccomandazioni strategiche e operative

NDFC: attenzione! ribadiamo, se fosse necessario, che Informazione Scorretta non e’ collegata in alcun modo con il LEAP e che questi non sono i nostri suggerimenti per i vostri investimenti. Gli affezionati lettori sanno che non diamo mai consigli di carattere economico (preferiamo, nel caso, sbagliare da soli). Invitiamo i lettori a decidere autonomamente cosa fare dei propri risparmi, assumendosene ongnuno la sua responsabilita’.

Ancora una volta, vi vogliamo ricordare che i nostri consigli non sono dati al fine di speculare a breve termine, ma piuttosto per riuscire a perdere meno (o addirittura nulla), perche’ nel pieno di una crisi sistemica globale e’ il solo obiettivo realistico.

Valute

Le analisi fatte in questo numero del GEAB spiegano perche’ non c’e’ alcun cambiamento nelle nostre previsioni sulle valute. Movimenti nel breve termine non hanno nessuna influenza sulla forte tendenza al crollo del Dollaro statunitense e della Sterlina britannica.

Quest’ultima rimane debole nonostante gli attachi portati all’Euro; attacchi che consideriamo a breve termine e senza un motivo strutturale.

Immobiliare Commerciale [CRE]

Se volete, o avete necessita’, di un locale in una delle zone pricipali per le proprieta’ commerciali, in particolare in Europa e negli USA, aspettate fino alla fine del primo semestre e fatevi dare una riduzione dal 30% al 50% sul prezzo di acquisto o di locazione.

I saldi di fine stagione (Primavera, Estate, Autunno) stanno per arrivare.

Azioni

I mercati azionari complessivamente hanno gia’ visto i loro giorni migliori. Quasi tutti i fattori che avevano favorito la loro crescita tra Marzo e Settembre 2009 (periodo dal quale stanno stagnando) stanno scomparendo:

. l’enorme liquidita’ offerta dalle banche centrali alle banche, che hanno sostenoto in modo essenziale la crescita nel 2009. u questa liquidita’ che sara’ alla base delle strategie di uscita dalle misure di emergenza.

. delusione sulla « ripresa » e sul ritorno alla crescita dell’occidente, in particolare negli Stati Uniti. senza contare le centinaia di miliardi iniettatti nell’economia, non c’e’ stata alcuna ripartenza duratura in quanto quasi tutto e’ sostenuto da fondi pubblici..

. aumento del costo del denaro

. la Cina non sara in una posizione migliore: I suoi mercati si sono gia’ indeboliti con una stretta creditizia che aumentera’; e il mito della crescita cinese autosostenibile non andra’ oltre l’estate del 2010.

Metalli preziosi

A fronte della crescente fragilita’ del sistema monetario internazionale, ripetiamo che sarebbe utile diversificare una porzione dei propri asset in metalli prezioni. I metalli rari sono un buon investimento nei prossimi 4/5 anni prima che vengano sviluppati prodotti sostituitivi negli USA, Europa e Asia (salvo la Cina).

Si conclude qui la terza ed ultima parte del GEAB dedicata a Russia e South Stream e Nabucco

.

E’ disponibile la parte II del GEAB 42, gli affezionati lettori si uniranno a me nel sentito ringraziamento caprino alla traduttrice Eleonora.

La parola al GEAB 42, parte II.

La parte precedente si trova qui: GEAB 42 – intensificazione della crisi nella seconda meta’ del 2010 – parte I

Tre tendenze fondamentali che aggraveranno la crisi nella seconda meta’ del 2010

Per LEAP/E2020, dietro le sofisticate dissertazioni sull’uscita dalla crisi al termine delle politiche di sostegno all’economia e al settore finanziare si nasconde una verita’ molto semplice, ma una di quelle che governi e banche centrali sono incapaci di esprimere: non sanno cosa fare, quando farlo e come; ne’ se dovrebberlo farlo da soli o insieme ad altri attori globali.

In verita’, se la mancanza di preparazione al manifestarsi della crisi derivava dall’incapacita’, da parte dei leader mondiali, d’immaginare il possibile palesarsi di una crisi, da molti mesi a questa parte e’ la loro incapacita’ di giudicare correttamente la reale situazione dell’economia mondiale e l’interazione di gran parte delle misure straordinarie prese in tutto il pianeta che li condanna, adesso, a rimanere passivi.

Da ora alla fine di questo semestre, tale assenza di azione cedera’ il posto a mere reazioni agli eventi sociali, economici e politici. Tutto cio’ avra’ luogo in un contesto di completo disordine, rafforzando la tendenza all’ ognun per se’ che e’ divenuta via via piu’ chiara dalla fine del 2009.

Tale situazione di paralisi intellettuale spiega perche’, da mesi, nei meeting dei banchieri come nelle conferenze del G20 sia possibile ascoltare solo dichiarazioni positive sull’inevitabile conclusione delle misure d’emergenza avviate nel 2008/2009, mentre si osserva come le stesse permangano invariate.

Come sempre avviene in questi casi, l’impeto decisivo prendera’ avvio dalla reazione a un evento improvviso e non da una riflessione strategica, propositiva e attentamente calcolata.

Il rifiuto di affrontare la questione cruciale di una riformulazione del sistema monetario internazionale, a cui si e’ assistito nel 2009, crea una situazione in costante slittamento e all’inevitabile, sistematico scontro di interessi tra i grandi attori globali: priorita’ divergenti tra le zone dell’Euro e del Dollaro, tensioni crescenti tra Pechino e Washington sul cambio Yuan-Dollaro, ecc¦ una situazione che d’ora innanzi vedra’ sempre piu’ intrecciarsi le sfere del commercio e della diplomazia.

Le tre tendenze fondamentali Alla luce di tale preoccupante scenario internazionale, in questo numero di GEAB il nostro gruppo ha scelto di anticipare lo sviluppo di tre tendenze che, a nostro parere, contribuiranno a un improvviso aggravarsi della crisi nella seconda meta’ del 2010, ovvero:

1 – L’esplosione della bolla dei debiti pubblici e il corrispondente aumento dell’impossibilita’ per gli stati di effettuare pagamenti.

2 – L’impatto fatale del sistema bancario occidentale tra il numero crescente di mancati pagamenti e il muro del debito in maturazione.

3 – L’inevitabile aumento dei tassi d’interesse

Queste tre tendenze sono strettamente correlate poiche’, in fondo, si basano tutte sulla stessa semplice verita’: il bisogno di finanziamenti a breve termine del sistema bancario mondiale e degli stati occidentali, al momento, supera di gran lunga la disponibilita’ di risparmi. 1. L’esplosione della bolla dei debiti pubblici e il corrispondente aumento dell’impossibilita’ per gli stati di effettuare pagamenti
Al momento ci troviamo all’inizio di una gigandesca ondata di rimborsi e/o rifinanziamenti di prestiti contratti al termine del periodo pre-crisi (2005/2007) – ossia contratti durante un periodo di totale irresponsabilita’ finanziaria – in special modo per quelle aree in cui il profitto e’ collassato in seguito alla crisi, o il valore attribuito dalle controparti risulta vieppiu’ immaginario. Detto in parole semplici, e’ tempo di pagare il conto per tutti coloro (LBO’s 31, investitori nell’immobiliare commerciale, stati, citta’ insolventi, ecc.) i quali avevano creduto di poter consumare un pasto gratis negli anni 2005/2007. Il perdurare della crisi economica crea il peggior scenario possibile per qualsiasi rimborso o rifinanziamento:

  • Da un lato, la crisi ha provocato un crollo dei margini di profitto medio per quasi tutte le attivita’ economiche (quelle che hanno evitato la bancarotta), con un margine fluttuante tra il 2 e il 5%, contro il 10% e piu’ prospettato per la maggior parte delle transazioni finanziarie avviate nel periodo 2005-2007
  • Dall’altro, come sempre avviene in tempi di crisi, la competizione per l’accesso ai finanziamenti si e’ trasformata in una lotta serrata per l’ultimo boccone che vede coinvolti proprietari immobiliari e finanzieri (classici), cosi come i governi, sia centrali che locali, e le stesse banche.

Come anticipato da LEAP/E2020 piu’ di due anni or sono, con la scomparsa di circa 30 trilioni di beni fantasma nel 2010 si assistera’ all’inizio di un ballo dei dannati in cui, nel tentativo di risanare i propri debiti, ogni proprietario di immobili, attivita’ economica, autorita’, istituzione finanziaria e paese sara’ alla disperata ricerca di risorse o profitti di cui non dispone piu’ (per la perdita di impiego, crollo dei profitti, caduta delle entrate fiscali o costi maggiorati a causa della crisi stessa) o tentera’ di rinegoziare le proprie scadenze e ottenere nuovi crediti in un periodo di limitata offerta a fronte di una grande domanda.

Uno degli esempi piu’ eclatanti di tale situazione e’, senza alcun dubbio, l’effetto esclusione causato dalle enormi necessita’ di finanziamento pubblico degli USA: in ambito interno, attivita’ economiche e proprietari immobiliari sono marginalizzati a fronte di un crescente bisogno di credito da parte dello stato; in ambito internazionale, gli stati in condizioni finanziarie piu’ fragili saranno esclusi dall’accesso al credito, oppure obbligati a pagare pesanti costi aggiuntivi, mentre sono incapaci anche solo di pensare di chiedere aiuto.

A tale riguardo, nel 2010 si assistera’ a un sorprendente rafforzamento del concetto di debito sovrano a rischio: dopo aver fatto la sua comparsa in Islanda nel 2008, si e’ esteso a Lettonia, Irlanda, California e Dubai nel 2009, e ora la Grecia. Portogallo e Spagna ne usciranno con facilita’ in quanto l’Eurozona sta attualmente testando con la Grecia un proprio metodo di sostegno ai paesi con difficolta’ creditizie e questi due paesi rappresentano un rischio previsto e gestibile per Eurolandia. Successivamente l’onda colpira’ il Giappone, il Regno Unito e gli USA: i tre rischi che il sistema rifiuta di riconoscere e per i quali non esiste davvero soluzione possibile, in quanto coinvolge il pilastro portante del sistema e i suoi due sostegni. Gran Bretagna

A causa delle prossime elezioni di Maggio, il Regno Unito attualmente viene ignorato dalla stampa internazionale che utilizza la Grecia come diversivo. Tuttavia, come dichiarato in precedenza, la situazione finanziaria del Regno Unito continua a deteriorarsi. Per ragioni principalmente elettorali, la bozza di bilancio cosi come le decisioni della Banca d’Inghilterra mirano a dissimulare temporaneamente i problemi crescenti: da parte del governo, si ha una bozza di bilancio in totale contrasto con la necessita’ di ridurre in modo sostanzioso le spese per un periodo di durata non inferiore ai 5 anni, ma con ogni probabilita’ per un’intera decade; da parte della banca centrale, vi e’ l’annuncio di una sospensione del quantitative easing, in altre parole di monetizzazione, ben sapendo che nessuno, a parte la Banca d’Inghilterra e’ disposto ad acquistare Gilts (buoni del tesoro britannici). Situazione, tuttavia, sostenuta da una campagna mediatica che dipinge un’Eurozona in affanno e permette all’elettore medio di illudersi che la lungimiranza dei leader del Regno abbia consentito al popolo di evitare gli scogli sui quali s’infrangono i paesi continentali (nascondendo, per esempio, il fatto che il sistema bancario britannico non rientra piu’ tra i piu’ sicuri del mondo per Standard eamp; Poor). Per la politica britannica, e’ un trucco per vincere le elezioni; nel mondo reale e’ la garanzia di una crisi di grande portata, immediatamente successiva alle elezioni, durante la fase di ritorno alla realta’. Dal canto nostro, ci chiediamo se il governo britannico sara’ in grado di sostenere questa farsa fino alle elezioni. Rammentiamo l’incapacita’ dimostrata dal partito repubblicano nell’impedire alla crisi di Wall Street di esplodere prima delle ultime elezioni presidenziali. Stati Uniti Negli Stati Uniti, dove nell’anno elettorale si puo’ assistere a tutto e al suo contrario, si nota una crescente scollatura tra le dichiarazioni (e le statistiche) e la realta’. Prendendo come unico indicatore l’acquisto di buoni del tesoro, abbiamo da un lato il governo federale e la Fed pronti a dichiarare che vanno via come il pane, mentre il bisogno di ulteriori vendite cresce di pari passo con l’esplosione del debito pubblico. Dall’altro, il principale acquirente di buoni del tesoro USA di questi ultimi anni (la Cina) ha bloccato gli acquisti e si e’ posta l’obiettivo dichiarato di ridurre le quantita’ gia’ in suo possesso. Ben sapendo che i proprietari immobiliari americani non dispongono di risparmi e che deficita’ di ogni sorta gravano sui principali paesi del pianeta – che sono pertanto impossibilitati a rimpiazzare gli acquisti cinesi – rimangono solo due possibili soluzioni:

  • Tim Geithner moltiplica le vendite di buoni del tesoro come Gesu’ moltiplicava i pani e i pesci.
  • Ben Bernanke, e la Fed, dice la prima cosa che gli frulla in testa, quindi acquista la montagna di buoni del tesoro attraverso i canali principali e altri partner finanziari utilizzando una varieta’ di vie nascoste (e offshore) come le Isole Cayman, le Isole della Manica, Hong Kong, ecc.

Il LEAP/E2020 punta sulla seconda opzione.

Per tale ragione ci aspettiamo un aumento delle tensioni tra Washington e Pechino nei prossimi mesi: di fatto, era cio’ che gli USA si erano impegnati a non fare con i cinesi, molto preoccupati per il crescente rischio di perdita di valore dei loro investimenti in dollari. Sommandovi la vendita di armi a Taiwan, l’incontro con il Dalai Lama, le scaramucce commerciali e l’Iran, riteniamo che la seconda meta’ del 2010 sara’ favorevole per l’avvio di una resa dei conti tra Washington e Pechino, con un conseguente aggravamento della crisi.
Giappone Per quanto concerne il Giappone, la loro situazione geopolitica verra’ confermata dal corso degli eventi: il crescente avvicinamento di Tokyo a Pechino condurra’ a un rapido indebolimento del dollaro e dei titoli in dollari, per il ruolo chiave delle riserve in dollari del Giappone. Le aree di disaccordo con Washington sono in aumento: oltre al problema delle basi militari americane in Giappone, la discussione sui trattati segreti che hanno legato il Giappone agli Stati Uniti durante la guerra fredda sta attualmente uscendo alla luce. Nell’arena commerciale, Tokyo accusa Washington di usare i problemi della Toyota per gettare dubbi sulla qualita’ di tutti i prodotti giapponesi. Ma al di la’ delle relazioni nippo-americane, il Giappone sta per affrontare un periodo molto difficile dal punto di vista economico-finanziario, in quanto e’ simultaneamente preda di problemi e grossi dubbi sul proprio modello economico degli ultimi vent’anni e al tempo stesso deve affrontare le gravi questioni riguard (Tratto da: http://www.stampalibera.com)

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