di Pietro Cambi – [crisis.blogosfere.it]
Quando si parla di tempo cui, di malgoverno, della legge del piu’ forte etc etc, il pensiero istintivo e’ quello di fare sconsolati raffronti con il Medioevo.
La verita’, come spesso succede si incarica alle volte di darti contemporaneamente ragione e torto, obbligandoti a rivedere i TUOI luoghi comuni e schemi mentali.
Non che non lo sapessi, che il Medioevo, specialmente nell’ultima parte, non era certo un periodo cosi cupo stagnante e desolante come (ancora) si insegna a Scuola. Non che non sapessi che a Siena, tra i primi, avevano teorizzato e poi messo in pratica quello che altri avrebbero fatto secoli dopo: l’acqua pubblica, il Credito fondiario moderno ( il Monte dei Paschi, si) la milizia di popolo, etc etc.
Purtuttavia leggere le prime righe del “Costituto”, ovvero della Costituzione del 1309, stringe il cuore, per davvero, nel confronto con la realta’ attuale.
“chi governa deve avere a cuore massimamente la bellezza della Citta’ per cagione di diletto ed allegrezza ai forestieri, per onore prosperita’ e accrescimento della citta’ e dei cittadini”
Niente, niente, niente ed ancora niente, lascia pensare che QUALCUNO, MAI, dei nostri decisori, anche solo limitatamente alle sue scarne capacita’, venga lontanamente sfiorato da pensieri o moti d’animo del genere.
Questo, forse, piu’ di tante cose, spiega PERCHE’ le nostre belle citta’ sono quel che sono e perche’ le stiamo riducendo come le stiamo riducendo.
Qualunquismo?
Ma certo.Ma non culturale. Materiale, semmai: QUALUNQUE sia, il metro cubo di cemento, in qualunque modo e per qualunque scopo sia, viene benedetto, come faceva presente la Debora nel post precedente. Aridateci il medioevo, vien da pensare.
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(Tratto da: http://www.stampalibera.com)
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