(Fonte: Inviatospeciale.com/)
Una ricerca svela un altro drammatico ritardo italiano.
Una ricerca di Manageritalia basata su dati Istat e Isfol ha rilevato che il 27 per cento delle donne lascia il lavoro dopo la nascita del primo figlio.
Se prima della gravidanza lavorano 59 donne su 100, dopo il parto ne continuano a lavorare solo 43 con un tasso di abbandono pari al 27,1 per cento.
Nel 90 per cento dei casi la motivazione prevalente dell’abbandono e’ legata alla necessita’ di potersi curare dei figli con serenita’, poiche’ molto spesso il rientro in azienda avvia forme di mobbing se non addirittura minacce tendenti a produrre le dimissioni delle dipendenti.
L’occupazione femminile tra i 15 e i 64 anni in Italia e’ di oltre 12 punti inferiore a quella europea ed e’ scesa a causa della crisi al 46,1 per cento contro il 58,7 nel terzo trimestre 2009.
In Italia le famiglie con una donna tra i 25 e i 54 anni dove lavora solo l’uomo sono oltre un terzo, il 37,2 per cento, contro una media europea del 24,9 e con un gap in termini di partecipazione al lavoro di entrambi i membri della coppia ancora piu’ profondo rispetto ai paesi piu’ evoluti a livello socio economico.
Le probabilita’ di lasciare il lavoro sono piu’ alte tra le madri sotto i 24 anni, ben il 72 per cento e tra le meno istruite.
Il 68 per cento delle donne che hanno la licenza media lascia il lavoro contro il 24,5 delle laureate.
L’abbandono del posto e’ legato anche alla inadeguatezza dei servizi pubblici di assistenza all’infanzia o quando le famiglie non sono in grado di impegnare nonni disponibili a fare da baby sitter.
La probabilita’ di lasciare il lavoro infatti si dimezza nelle regioni in cui c’e’ maggiore disponibilita’ di asili nido pubblici.
Per le dirigenti di azienda un figlio diventa spesso il “soffitto di cristallo” come e’ stato definito nella ricerca lo stop alla carriera di manager.
Secondo la ricerca di Manageritalia del 2008 per la stragrande maggioranza delle mamme manager la nascita del figlio non comporta l’abbandono del posto quanto l’arrestarsi della carriera.
Il 59 per cento dei manager intervistati dopo un’assenza di sei mesi (in grande maggioranza donne) ha parlato di difficolta’ prodotte dalla ‘concorrenza’ di chi rimasto in azienda ha ‘lavorato’ per favorire la loro perdita di influenza e di ruolo, mentre il 23 per cento ha denunciato fenomeni di mobbing.
(Tratto da: http://www.inviatospeciale.com/)
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