di Gabriele Zuppa La maleducazione e le volgarità che oggi non smettiamo di rilevare si originano dall’atrofia di uno spirito che tollera tutto. Tollera tutto non perché la sua propria forza gli permetta di farsi carico di qualsiasi peso, ma perché la sua debolezza non gli consente di respingere più nulla. E quando pur si trova a dover respingere, incominciando tardivamente a percepire che la tolleranza di qualsiasi cosa è la negazione della stessa tolleranza, non può che farlo con gli occhi ciechi dell’autoritarismo. Il relativismo e il soggettivismo contemporanei formulano le loro conquiste con risultati che li annientano e ci abbandonano alla debolezza di un pensiero che non crede più a nulla, nemmeno a se stesso. L’affermazione della relatività o della soggettività di qualsiasi pensiero – della sua conseguente validità prospettica – relativizza se stessa, contraddicendo la propria pretesa di significatività.
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