(Fonte: Inviatospeciale.com/)
I penitenziari scoppiano ed il ministro Alfano annuncia misure del tutto insufficienti.
Il ministro della Giustizia ha detto che presentera’ oggi il Piano Carceri. Per Alfano la misura conterrebbe un programma “di edilizia carceraria” adeguata al livello delle “esigenze di capienza dei nostri istituti” per un numero complessivo di 80 mila posti. Ci sara’ “E’na norma di accompagnamento che attenui il sistema sanzionatorio per chi deve scontare piccolissimi residui di pena”.
Alfano ha annunciato anche che il “terzo pilastro” degli interventi e’ la previsione dell’assunzione di 2000 agenti di polizia penitenziaria “per migliorare le condizioni di lavoro e la situazione generale delle carceri”.
Al ministro ha risposto subito Leo Beneduci, il segretario generale dell’Osapp, uno dei sindacati della Polizia Penitenziaria.
Per il sindacalista nelle carceri italiane servirebbe almeno il triplo dei posti previsti dal piano edilizi e per questo ha scritto una lettera al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.
Nella missiva, indirizzata anche al ministro della Giustizia Angelino Alfano, Beneduci ha avanzato la proposta di prevedere pene alternative per alleviare il problema sovraffolalmento e quella di istituire sezioni di Polizia Penitenziaria presso i Tribunali di Sorveglianza.
Beneduci ha tracciato un bilancio delle presenze nelle carceri italiane che, alla data dell’11 gennaio, sono “64.628, a cui vanno aggiunte ulteriori 1.000 unita’ tra permessi in fruizione ed internati non conteggiati, per una capienza prevista che invece e’ di 44.066 e, quindi, di 21.000 detenuti in meno degli attuali”.
“Sono almeno 8.000 l’anno le istanze di misure alternative da parte di detenuti per reati non gravi – ha aggiunto il segretario dell’Osapp- che vengono rigettate dai Tribunali di Sorveglianza per l’impossibilita’ di effettuare controlli puntuali in mancanza di personale idoneo, e che se invece venissero accolte, oltre a ad alleviare almeno in parte l’attuale sovraffollamento comporterebbero un risparmio per lo Stato di non meno di 600 milioni di Euro l’anno”.
“Per questo – ha continuato Beneduci- abbiamo scritto al presidente Berlusconi e al ministro Alfano di istituire sezioni di Polizia Penitenziaria presso i Tribunali di Sorveglianza che con non oltre 700-1.000 unita’ del Corpo potrebbero rendere un servizio di indiscutibili utilita’ e risparmio”.
Per il rappresentante del sindacato della Polizia penitenziaria “anche se il Consiglio dei ministri si appresta a varare nei prossimi giorni una parte del piano edilizia per la realizzazione dei 47 padiglioni aggiuntivi, di posti in piu’ nelle attuali carceri ne servirebbero almeno il triplo e gli effetti dell’attuale situazione li stiamo gia’ vedendo in termini, purtroppo drammatici, di maggiori violenza e suicidi. Per questo occorre che il governo cominci a immaginare seriamente di toglier dal carcere ordinario coloro che commettono reati di minore gravita’ e che possono tranquillamente scontare la propria pena in maniera alternativa”.
“La proposta che abbiamo inoltrato alle Autorita’ politiche e non, in prima persona all’attuale capo del Dap che, visti i risultati degli ultimi due anni ci auguriamo venga sostituito in fretta – ha concluso il segretario dell’Osapp- e’ quella di far lavorare in assoluta sinergia, anche per un sistema penitenziario piu’ umano il Corpo di Polizia Penitenziaria e la Magistratura di Sorveglianza: speriamo che ci ascoltino”.
Intanto Antigone, Arci e Volontari in carcere-Caritas hanno proposto di usare i 500 milioni di euro previsti in Finanziaria per il piano carceri per finanziare diecimila progetti tutorati di recupero sociale per i detenuti.
La proposta delle associazioni, in prima linea per difendere i diritti dei detenuti, sono state presentate ieri alla Camera durante una conferenza stampa. Per rendere piu’ vivibili gli istituti penitenziari, hanno sostenuto, occorrerebbe “rivedere le leggi sulle droghe, sull’immigrazione e sulla recidiva, ridurre il numero di persone in custodia cautelare e prevedere la messa alla prova anche per gli adulti; bisognerebbe inoltre introdurre la figura del difensore civico nazionale delle persone private della liberta’ e il crimine di tortura e assumere mille educatori e mille assistenti sociali”.
“Un detenuto in affidamento sociale – ha osservato Patrizio Gonnella, presidente di Antigone – costa un decimo di un detenuto in carcere, meno di 20 euro al giorno. Con i 500 milioni di euro del piano carceri si potrebbero finanziare 10 mila progetti tutorati, che sono una condizione di sicurezza dal momento che il tasso di recidiva di chi sconta la pena con una misura alternativa e’ del 30 per cento contro il 68 di chi sconta l’intera pena in carcere. Inoltre, una parte minima di quei soldi potrebbe essere usata per costruire case alloggio dove portare le detenute madri con i loro bambini sotto i tre anni. Farlo e’ solo una questione politica”.
Secondo don Sandro Spriano, presidente Vic-Caritas, “l’emergenza carceri non sono solo i numeri ma anche la vita quotidiana dietro le sbarre: a Rebibbia, ad esempio, ai detenuti viene dato un rotolo di carta igienica gratuito ogni due mesi e mezzo. Nelle carceri non ci sono soldi per le manutenzioni e ne’ per cambiare le lampadine”.
In una situazione gravissima il ministro Alfano si impegna in propaganda, ma e’ la scelta strategica del governo su qualsiasi argomento.
(Tratto da: http://www.inviatospeciale.com/)
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