di Aldo Giannuli
La businness intelligence… Il Sole 24 ore 17 settembre: “Oggi siamo sommersi da numeri e analisi senza precedenti: la sfida è riuscire ad organizzarli adeguatamente….La businness intelligence è strategica per valutare i trend e affinare la capacità decisionale… Ogni giorno sono creati nel mondo 15 petabyte di dati pari a tutte le biblioteche Usa…la potenza di calcolo dei computer, secondo la legge scoperta da uno dei fondatori di Intel Gordon Moore, raddoppia ogni 18-24 mesi…Nelle profondità di quell’ oceano di dati, nuotano le risposta a domande che attendono ancora di essere formulate…. Entro il 2012, secondo Gartner, il 35% delle 5 mila aziende più grandi del mondo, sbaglieranno completamente i calcoli sull’ evoluzione dell’economia e dei mercati per la mancanza di strumenti di analisi sufficientemente sofisticati…. L’antidoto sta nella capacità di ibridazioe dei software per la businnes intelligence con i social network, oltre a tecniche e sistemi sempre più complessi di interazioni con clienti, mercati ed opinione pubblica.” In effetti, nel mondo dell’informazione generalizzata ed a velocità crescente, diventa sempre più importante assumere decisioni in tempi brevissimi e, spesso, in condizioni di conoscenza imperfetta o insufficiente. Non prendere una decisione o prenderla in ritardo equivale a prenderne una sbagliata, Dunque occorre disporre di: A -una maggiore capacità di selezionare i dati utili (sempre secondo l’articolo di cui ci occupiamo, ogni giorno i manager aziendali spendono mediamente 2 ore per la ricerca dei dati ed il 50% di quelli trovati si rivela inutile) B- una maggiore capacità di incrociare dati apparentemente distanti fra loro ma interagenti (ad esempio le dinamiche del prezzo del petrolio, quelle dell’oro e le attività del terrorismo islamico; le tendenze della malavita europea, i furti di rame in Occidente e lo sviluppo dell’industria delle telecomunicazioni in un paese emergente ecc.) C- programmi di calcolo più sofisticati e veloci. Tutto questo significa preparare di corsa una nuova generazione di manager e di operatori: molto apprezzate saranno le competenze di statistica, politologia, storia, ecc. oltre che, ovviamente di economia. Ma soprattutto sono diventate materie di importanza strategica le discipline cognitive (neurobiologia, logica, analisi dei processi cognitivi e decisionali, trattamento automatico della lingua ecc.). E su questo terreno sarà inevitabile la collaborazione fra la bisness intelligence e la più tradizionale intelligence militare. Una attrazione fatale che cambierà anche la politica.
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