I poliziotti contro il governo

Una grande manifestazione ha condannato la demagogia di Maroni e Berlsuconi sulla sicurezza.

“Meglio panzoni che coglioni” era uno degli slogan con i quali i manifestanti hanno aperto il lungo corteo che ha attraversato le strade della capitale. Era indirizzato al ministro Brunetta, che in una delle sue innumerevoli e sgradevoli esternazioni aveva detto. “In poliza troppi panzoni”. I poliziotti, gli agenti della polizia penitenziaria e del corpo forestale dello Stato erano almeno 40mila.

Ma non era solo il presunto ‘castigatore’ di fannulloni ad essere al centro della protesta. Gli organizzatori hanno spiegato: “Per una volta siamo tutti uniti, senza distinzioni ideologiche. Da questo governo, che ha avuto anche i nostri voti, abbiamo avuto solo promesse e ora ci troviamo con macchine che fanno schifo, senza soldi per la benzina e caserme in cui non si pagano gli affitti”.

Davanti alle migliaia di agenti lo striscione unitario di tutte le sigle sindacali che hanno aderito alla protesta con scritto: “La sicurezza e’ un diritto e i diritti non si tagliano, si difendono”.

Anche se i telegiornali non ne hanno mai parlato esplicitamente, il governo del Cavaliere ha tagliato pesantemente i fondi al settore, mentre il ministro dell’Interno leghista costruiva una cortina fumogena per nascondere i fatti e promuoveva la ‘difesa totale dal crimine’ e lanciava le ronde.

Per i sindacati e’ stata fatta “una politica di tagli alla sicurezza: i 3 miliardi di euro tolti in tre anni al comparto, unito agli effetti del decreto Brunetta sta producendo una pesante riduzione di personale”. Tagli che “incidono pesantemente anche sulla spesa corrente” e che non hanno consentito il rinnovo del contratto, scaduto da 2 anni. “Questo governo ha vinto le elezioni puntando sulla sicurezza – hanno aggiunto i rappresentanti sindacali – e oggi ci costringe a scendere in piazza per difendere proprio quella sicurezza”.

Felice Romano, del Siulp, durissimo con il centro destra, ha raccontato: “Quando governavano gli altri ci chiamavano ‘i nostri ragazzi’. Hanno fatto annunci, spot e promesse, ma la verita’ e’ che al momento dei fatti, per noi che ogni giorno rischiamo di farci ammazzare, non si fa nulla”.

Secondo i sindacati l’offerta fatta dal governo per migliorare la pessima paga degli agenti “si riduce a 40 euro lordi di aumento e a 13 centesimi al giorno per la nostra specificita’”. “Un’offesa”, l’hanno definita, che si aggiunge a quella del ministro Brunetta “che ci ha definito panzoni: ma noi poliziotti panzoni siamo gli stessi che garantiscono la sicurezza dei ministri e dei cittadini”.

Sul tema delle ronde, poi, i sindacati pensano che siano “un bluff miseramente fallito di privatizzare la sicurezza e che non servono a nulla se non a tacitare la coscienza di chi sa di essere in difetto. Basta alla sicurezza fai da te, a quella improvvisata e a quella urbana. L’unica che vogliamo e’ quella senza aggettivi, l’unica che solo noi possiamo garantire”.

Felice Romano concludento la manifestazione a nome di tutti ha detto: “Ancora una volta siamo stati costretti a scendere in piazza per protestare contro la politica del Governo sulla sicurezza. E vogliamo che la nostra voce giunga a chi, pur avendo la responsabilita’ di governare il nostro Paese, dimostra sempre piu’ spesso con i fatti di volersi in realta’ limitare ad una politica di annunci. Si taglia sulle risorse delle Forze di Polizia: si taglia anche quest’anno, con la prossima Finanziaria, sugli investimenti che servono a garantire il livello di sicurezza minimo”.

Il dirigente sindacale ha continuato: “Vuol dire soprattutto macchine fatiscenti, vuol dire perdere ogni anno diecimila operatori tra tutte le Forze di Polizia e sostituirli con appena 2.500 uomini, vuol dire anche risparmiare sulla formazione, sull’addestramento, sull’equipaggiamento, sulla logistica, vuol dire cioe’ farsi sfrattare dagli enti privati proprietari delle nostre caserme e dei nostri uffici perche’ non paghiamo l’affitto, vuol dire scendere in strada con armi che non sono piu’ efficienti. Tagliare significa dover lavorare con divise logore e consumate, con giubbetti antiproiettile che non proteggono piu’ dai colpi di pistola o di fucile, tagliare vuol dire mettere a repentaglio la sicurezza dei cittadini, mettere a repentaglio la nostra sicurezza, la nostra dignita’, la nostra efficienza». «Il Governo non ha mantenuto le promesse fatte a poliziotti, poliziotti penitenziari, forestali e, soprattutto ai cittadini con i suoi programmi elettorali. Si inaspriscono le norme, aumentano i detenuti, aumentano i compiti delle Forze di Polizia e, diminuiscono sempre di piu’ gli organici, le risorse e i mezzi. Con quali uomini, con quali mezzi si dovranno applicare queste nuove norme? Se non ci ascoltano non ci fermeremo qui”.

In uno scenario tragco, ignoto agli italiani perche’ taciuto dalla televisone e poco trattato dalla stampa, e’ arrivata anche la beffa. Sempre ieri i capigruppo del Pdl di Senato e Camera , Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto, hanno sostenuto: “u molto apprezzabile l’impegno del Governo di stanziare 100 milioni di euro per il rinnovo contrattuale del comparto sicurezza. L’annuncio, poi, di un ulteriore stanziamento per il riordino delle carriere rappresenta una risposta positiva, attesa da tempo, per tutti gli uomini in divisa”.

Senza forse neppure rendersi conto della provocatorieta’ dell’affermazione (100 milioni da cercare per tre miliardi tagliati) i due parlamentari hanno insistito: “Stiamo affrontando con determinazione e con misure concrete tutte le problematiche che interessano il comparto sicurezza. Il Parlamento e questa maggioranza in particolare molto hanno fatto a sostegno di chi ogni giorno si sacrifica per la nostra tutela sia in Italia che nelle missioni di pace internazionali. Continueremo su questa linea. Ed il Pdl proseguira’ nel suo impegno di garantire che le misure annunciate dal Governo e soprattutto quelle ulteriori che verranno stanziate siano varate in tempi rapidi”.

La sconcertante abitudine del centro destra nel comunicare cose assolutamente lontane dalla realta’ e’ confortata dall’atteggiamento dei media, che sistematicamente si astengono dal puntualizzare che le dichiarazioni non sono conformi ai fatti.

A rispondere ai due capigruppo della maggioranza e’ stata la senatrice Anna Finocchiaro del Pd. A fronte di 3 miliardi di tagli in 3 anni sul settore sicurezza, ha detto la parlamentare di opposizione “oggi i capigruppo del Pdl alla Camera e al Senato hanno salutato entusiasticamente uno stanziamento del governo di 100 milioni agli operatori della sicurezza. Una risposta patetica”.

“Il governo spende parole, ma pochi fatti – ha insistito Finocchiaro – e qui fuori stanno manifestando tutti i sindacati italiani delle forze di polizia, del corpo forestale, del corpo della polizia penitenziaria. Protestano perche’ gli hanno tagliato 3 miliardi in 3 anni e questo mentre una campagna ossessiva sulla sicurezza ha accompagnato la campagna elettorale e le roboanti promesse fatte dal presidente Berlusconi”.

La capogruppo (dimissionaria) alla Camera ha quindi invitato il governo a votare gli emendamenti presentati dal Partito Democratico. “Su questo tema – ha detto – lanciamo una sfida al governo: abbiamo presentato una serie di emendamenti alla Finanziaria, perche’ pensiamo che su questo punto non si possa solo promettere, dichiarare, e poi non mantenere mai”.

A fotografare, infine, il teatrino della politica ci ha pensato il  Donato Capece, segretario generale del Sappe, Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. Cercando di spiegare la situazione ha dichiarato: “Siamo scesi oggi in piazza contro il governo Berlusconi per le stesse ragioni per cui nel passato contestammo pubblicamente il Governo Prodi: e cioe’ che sulla sicurezza si fanno solo annunci e promesse ma poi concretamente si tagliano fondi e risorse. Quando contestavamo il centro-sinistra c’erano al nostro fianco illustri esponenti di centro-destra. Questi ultimi, una volta arrivati al governo dimenticano le proteste fatte e tagliano pure loro i fondi alle Forze di Polizia”.

Riferendosi, poi, alla situazione nelle carceri Capece ha concluso: “Ospitano oggi piu’ di 65mila detenuti a fronte di 42mila posti letto e questo pesante sovraffollamento condiziona gravemente le gia’ difficili condizioni di lavoro delle donne e degli uomini della Polizia penitenziaria, che hanno carenze di organico quantificate in piu’ di 5mila unita’. Sarebbe allora grave e irresponsabile se l’intero esecutivo guidato da Silvio Berlusconi non tenesse nel debito conto questa imponente manifestazione di protesta e non provvedesse quindi a destinare piu’ fondi da destinare alle Forze di Polizia e nuove assunzioni per garantire davvero maggiore sicurezza al Paese”.

Ancora un settore dove Berlusconi e governo hanno raccontato fiabe e nessuno lo ha comunicato agli italiani con sufficiente chiarezza.

(Tratto da: http://www.inviatospeciale.com/)

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