La laicità dello Stato

S’è parlato poco o niente delle parole indirizzate dal Papa ai vescovi latino-americani. Invece aiutano a capire l’attuale strategia del vertice vaticano. Benedetto XVI ha rivendicato la bontà dell’evangelizzazione di quel contingente precisando: “L’annuncio di Gesù e del suo Vangelo non comportò in nessun momento un’alienazione delle culture precolombiane, né fu l’imposizione di una cultura straniera”. Queste parole sono un insulto alla storia, un oltraggio ai milioni di vittime che la conquista costò. Mi sembra una gaffe peggiore di quella di Ratisbona anche se non c’è stata la reazione vivacissima che ci fu allora da parte del mondo islamico. Nella sua monumentale Historia de las Indias, per citare una sola fonte e di parte cattolica, Fra Bartolomè de Las Casas enumera le selvagge spoliazioni, gli stermini, gli stupri e le ruberie fatte per conquistare quelle terre in nome dell’impero ma con il pretesto di portarvi la “vera fede”. Con la scusa della croce furono uccisi milioni di esseri umani, un’intera cultura venne spiantata in una colonizzazione tra le più selvagge mai avvenute. Giovanni Paolo II ebbe almeno il pudore di chiedere scusa, il papa tedesco nemmeno questo. Figuriamoci che cosa sono le resistenze ai Dico di fronte a una tale visione della storia.

Corrado Augias da “La Repubblica” di giovedì 17 maggio 2007, pag. 22

 


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