
A venire meno, comunque, è il rispetto di un principio che sempre maggiormente sembra declinare di fronte alle spinte decretate da interessi privati e di guadagni non indifferenti, soprattutto per chi è autore di interventi edilizi invasivi: la preservazione dell’ambiente e il rispetto della vita delle persone, del loro benessere, della loro futura convivenza civile.
A determinare una maggiore preoccupazione per il caso concerne l’assenza di risposte e di intervento da parte delle istituzioni, la mancanza di una presa di posizione chiara dei commissariati per l’emergenza dei rifiuti, per la protezione civile, nonché la mancanza di informazione su quanto stia accadendo in questa terra di delizie bucoliche, paradiso terrestre ormai dai tempi contati.
Nonostante esista una sentenza chiara da parte dell’autorità giudiziaria, e precisamente da parte della prima sezione civile del Tribunale di Salerno, il permesso di edificazione della discarica è ancora presente sul tavolo delle autorità competenti, mentre la cittadinanza di Serre, costituitasi in un Comitato di difesa dell’area paesaggistica del luogo, “Serre per la vita” è il suo nome, si è mobilitata seguendo il percorso della legalità, dimostrando e manifestando con diversi sit-in e azioni di resistenza nonviolenta.
Il 14 marzo scorso la polizia ha caricato i manifestanti, nella stessa dimensione che avevamo già potuto vedere nelle freddi notti dello scorso inverno 2005, dove le forze dell’ordine hanno “sgomberato”, con metodi non certamente dei più civili, il presidio dei comitati No-TAV.
E’ opportuno un intervento da parte delle istituzioni, atto a rimuovere questo stato di incertezza del diritto e utile a rispettare la sentenza del Tribunale, che considera inidoneo il luogo per ospitare una costruzione di quella portata e con quella funzione. Sarebbe un ulteriore sfregio al rispetto delle autonomie dei vari organi dello stato, in questo caso quello del potere giudiziario, già da tempo leso in diverse occasioni della storia della Repubblica Italiana da parte di organi amministrativi di vario ordine e grado, se le autorità governative del territorio, quella regionale, quella provinciale e quella comunale, permettessero l’avvio dei lavori di costruzione della grande discarica: un precedente di tale portata verrebbe considerato in futuro come riferimento per azioni di prevaricazione nei riguardi del rispetto della legge, base fondante della convivenza civile e sociale ed elemento principe di tutela della vita dell’umanità, della cittadinanza e dell’ambiente, di uno sviluppo partecipato e sostenibile. Se vogliamo difendere la democrazia e il rispetto dei diritti civili non possiamo tollerare un simile pericolo, ma cercare di diffondere una consapevolezza generale e diffusa di opposizione alla logica nefasta della tracotanza e della legge del più forte sul più debole.
Alessandro Rizzo
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