La casa bio per il risparmio energetico

“Entra e respirala un poco la casa. Vedi? La voce non rimbomba, tutto si attutisce, si placa”. Una casa “bio”. Ma anche una casa ad alto risparmio energetico. Una stufa grande e centrale, a legna, ad altissima resa, acqua calda con caldaia a metano pure ad alta resa, isolamento esterno in calce, sul tetto isolamento in fibra di legno. Poi tegole di cotto. Finestre coi massimi coefficienti termici. E legno a profusione anche per realizzare le traverse divisorie.

“Entra e respirala un poco la casa. Vedi? La voce non rimbomba, tutto si attutisce, si placa”. Una casa “bio”. Ma anche una casa ad alto risparmio energetico. Una stufa grande e centrale, a legna, ad altissima resa, acqua calda con caldaia a metano pure ad alta resa, isolamento esterno in calce, sul tetto isolamento in fibra di legno. Poi tegole di cotto. Finestre coi massimi coefficienti termici. E legno a profusione anche per realizzare le traverse divisorie. Graziano e Marilena Cosner fanno i bibliotecari sull’Altipiano della Paganella. Anche se sono originari, rispettivamente, di Primiero e di Lamon. La loro casa sta a Cavedago. Un bel colore rosa fuori. Entriamo e sul pavimento c’è “un rosone di benvenuto, di pietra rossa del Piave”. Due inviti cortesi. A togliersi le calzature e poi: “Ascolta la casa prima di scriverne”.

“Abbiamo iniziato a realizzarla nell’agosto del 2004 e siamo entrati nel maggio 2005. Un record”. Moltissimo lavoro, va detto, è stato fatto dalla coppia, con il determinante aiuto dei familiari di Graziano e la mano di un sapiente artigiano di Deggia (S. Lorenzo), Rudy Sottovia, progetto Studio CR di Mezzolombardo. In casa, sulle porte non c’è una sola chiave. La casa, meglio la porzione di vecchia casa, ha una dimensione di 120 metri quadrati, su due piani. Più soffitta e cantina. Cavedago, va annotato, giace sui 900 metri sul livello del mare e la casa sta in una zona non troppo “servita” dal sole. “Qui l’inverno accendiamo solo la grande stufa. La nostra idea era quella di fare un grande fuoco centrale, meno tramezze possibili. Dove non ci fossero spigoli e linee rette. Che fosse una casa piacevole e sana”. Graziano e Letizia, cioè, hanno applicato fino a dove hanno potuto i principi della bioedilizia. “La casa doveva avere un orientamento naturale, ascoltando le falde acquifere, i nodi di Hartmann, di Kerry”.

Scusa Graziano, vuoi spiegarci? “La superficie terrestre è percorsa da griglie energetiche, reticoli quadrati con maglie di due metri e mezzo. Dove c’è l’incrocio, se queste insistono su su falde freatiche o fraglie d’acqua, si creano energie negative”. La coppia, quindi, si è fatta fare la mappa della casa. Si accorgono, i due, che noi rimaniamo stupiti. “Vedi? Un nodo di Hartmann passa qui. Durante l’estate, se entrano delle mosche, si concentrano qui e girano impazzite. Bene, al piano superiore in quella posizione non abbiamo messo i letti. Perché vanno in posizione neutra”. Scusate, il sapere popolare un tempo diceva che la testa va a Nord. “Tra Nord ed Est. I bambini, come le bussole, naturalmente trovano il Nord con la testa, a letto”. Detto questo, la bioedilizia si occupa anche delle forme. “La linea retta, il quadrato, sono forme umane, la forma arrotondata è naturale. In questa casa tutto è arrotondato. In questa casa qualsiasi posto sta al centro, non ci sono punti separati”. Bioedilizia però, sono soprattutto materiali naturali, non sporchi, non avvelenati. “Abbiamo usato al 95% materiale bio. Molta calce biologica, certificata naturale, niente cemento. Niente griglie di ferro per i solai. Tutti i mattoni sono bio. Nei normali mattoni, i buchi interni si ottengono con la combustione del polistirolo. Nei mattoni bio, invece, con la combustione della segatura”. Poi la malta fina: “Fatta solo di argilla. L’argilla si usa per la cosmesi, per i massaggi, è assolutamente naturale. In una casa, l’argilla ha il potere di raccogliere tossine, odori”. Quindi il legno che in questa casa di Cavedago si vede dappertutto.

“Tutto il legno viene dal Trentino-Alto e dall’Austria e lo abbiamo fatto testare con i contatori Geiger. Gira troppo legname radioattivo che viene da Ucraina e Russia”. Altri veleni che avete evitato? “Le zone piastrellate, tutte le colle non sono di tipo chimico, si tratta di leganti naturali. Il bianco delle pareti è calce naturale mescolata con olio di lino, essenza di agrumi e cera d’api. Tutto il legno è stato trattato con olii naturali agli agrumi che hanno sia funzione di mordente che di protettivo. La sabbia per la malta era di fiume, lavata e non frantumata. Il mercato offre molta sabbia fatta col porfido, che è un radioattivo naturale, contiene radon”. Anche le tecniche edilizie sono state bio e Graziano le definisce così: “Cantiere felice, fare in modo che chi costruisce la casa dia un’impronta di serenità alla stessa”. Parliamo ora di risparmio energetico. “Abbiamo scelto una via autonoma, slegata dai contributi provinciali. Stufa centrale con materiali bio, austriaca: 40 chili di legna al giorno in inverno e 15 nelle mezze stagioni, combustione completa, scarsi fumi.

Anche l’acqua calda la produciamo con una caldaia, a metano, ad altissima resa. Non abbiamo potuto installare pannelli solari o fotovoltaici perché siamo in zona poco soleggiata”. Torna il discorso dei materiali: “La calce sui muri è un grande isolante, regolatore termico e dell’umidità, al contrario del cemento. Il tetto ha un isolamento in fibra di legno, certificata bio, di 16 centimetri. Sopra, tegole di cotto, garantite per 30 anni anche a questa altitudine”. Le finestre, unica parte non bio, montano vetri con coefficienti termici molto alti. “Il legno poi è un grande regolatore termico e dell’umidità, la casa respira”. E la frase della coppia: “Quando arriva qualcuno in casa, abbiamo la precisa sensazione che la temperatura aumenti”. Naturalmente, porte, serramenti, mobili in legno con vernici bio. Chiaro, in casa Cosner le lampadine sono a risparmio energetico, il water ha la possibilità del risparmio d’acqua, gli elettrodomestici sono della classe di massimo risparmio energetico. “Il legno è stato usato ogni volta che si poteva.

Anche in bagno, per fare il piano-lavandino, abbiamo usato una trave. E le pareti interne? Montanti in legno, un materassino in lino e poi perline fuori. Il solaio? Travi, perline, ancora perline a 45°, filetto di legno e in mezzo sughero granulare. Sopra, il pavimento in larice. Tutte le travi sono state trattate con l’antitarma naturale, i sali di boro. Al piano superiore noi viviamo solo nel legno, sotto, nel legno e nella pietra eterna”. Fine della corsa Graziano e Marilena. Ritornando al risparmio energetico, potete offrirci dei dati? “Quando avevamo casa in affitto pagavamo 2.000 euro annui di riscaldamento. Ora paghiamo 400 euro di gas e consumiamo 70 quintali di legna che andiamo a prendere nel bosco, quella rifiutata dagli altri e che noi raccogliamo. Anche se però la legna la comprassimo, risparmieremmo molto rispetto a prima. Devi pensare che qui si scalda già a partire da settembre”. Il bio è scienza o filosofia? “C’è chi fa bioedilizia spinta, che lavora con la malta omeopatica. Noi abbiamo scelto una via sobria. Tutto il possibile per permettere, a noi e alle nostre bambine, una dimensione sana. Niente vernici, formaldeide, cemento”.

L’Adige, 17 aprile 2007

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