La grande muraglia irachena

Lo chiamano anche così il nuovo progetto elaborato dagli americani per proteggere il quartiere sunnita di A’adhamiya nel nord di Baghdad. Il muro, che sarà lungo cinque chilometri e alto tre metri e mezzo, non è certo una novità per la popolazione irachena [Fabio Canova].

I blocchi di cemento sono infatti utilizzati dalle forze di sicurezza e dall’esercito della coalizione per difendere da attentati edifici pubblici, mercati, obiettivi sensibili e alcune aree, come nel caso della Zona Verde.

È però la prima volta che si utilizza il cemento per separare la popolazione in base all’etnia nel tentativo di arginare la spirale crescente di violenza.

Il portavoce del Pentagono ha dichiarato che rappresenta “una misura temporanea” e che “non ha lo scopo di dividere la popolazione, ma di proteggerla”. Gli abitanti del quartiere invece non credono affatto che le loro vite saranno più sicure e si lamentano perché la decisione è stata presa senza consultarli.

Molti iracheni protestano perché prima della guerra sunniti, sciiti e cristiani convivevano pacificamente mentre ora la costruzione di “ghetti” come quello di A’adhamiya non farà altro che creare una maggiore consapevolezza di divisione e rafforzare il senso di appartenenza nella propria etnia.

I leader della resistenza irachena concordano nel ritenere il progetto “il simbolo del fallimento dei piani di sicurezza americani.

Fabio Canova

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