Look nuovo: paga la Camera!

Farsi belli a spese degli altri. Uno sogno? Forse per la stragrande maggioranza dei cittadini, non per una cerchia ristretta. Seicentotrenta italiani, a essere precisi. Sono i deputati in carica che, se vogliono, possono migliorare la loro immagine o combattere i segni del tempo, a spese dell’istituzione. E quindi del contribuente.


Ciò emerge sfogliando il tariffario dell’assistenza sanitaria integrativa riservata agli onorevoli. Cento pagine. Il paradiso del degente, dove sono elencate più di mille prestazioni che la Camera spesa, in parte o in tutto, al deputato. Sia chiaro, però: fra gli interventi rimborsabili non ci sono né liposuzioni né mastoplatiche additive. Né vengono risarciti gli autotrapianti di capelli, bene che scarseggia specie tra i parlamentari maschi over quaranta. All’occhio malizioso, però, non sfuggono due sezioni del tariffario; chirurgia plastica e chirurgia maxillo facciale. È bene premettere che molte prestazioni sono erogate all’onorevole paziente in caso di un trauma.

Altri interventi rimborsabili però possono essere effettuati semplicemente per esigenze estetiche. Poniamo il caso che un parlamentare voglia stupire le sue elettrici con un volto alla Ronn Moss, il Ridge Forrester di Beautifiul. Ebbene con un intervento al naso, agli zigomi e alla mascella di quelli previsti nel tariffario della Camera con una spesa contenuta. In sostanza, se vuole diventare più bello, il deputato può cambiare i suoi vecchi connotati. E la Camera paga.

E rimborsardo prestazioni offerte gratuitamente dal servizio sanitario nazionale, invoglia il membro del Parlamento a piivilegiare le strutture private. O perlomeno gli offre il privilegio della scelta, cosa che in Italia spetta a pochissimi eletti. Sicché non deve stupire il fatto che i deputati poi non sappiano resistere alla tentazione. E’ il caso, recentissimo, dell’onorevole Viadimir Luxuria, per esempio. Che sembra aver approfittato delle vacanze pasquali per migliorare il suo aspetto femminile. Gli interventi ai quali si sarebbe sottoposta Luxuria, tuttavia, sono di quelli non rimborsabili. O almeno non tutti.

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