Perdere la vita in Iraq a causa della guerra è un evento tragico tanto quanto lo tsunami. Eppure, dove sono le riprese aeree in diretta delle zone disastrate e le foto delle vittime viste da vicino? Dove sono le storie dei sopravvissuti? Dov'è la coalizione internazionale per il soccorso dei civili in Iraq e le donazioni alla croce rossa?
Il terribile disastro del sisma/tsunami avvenuto lungo la linea costiera dell'oceano Indiano ha causato la morte di decine di migliaia di persone e un numero ben maggiore di persone indebolite e senza casa. Le storie da notizia in prima pagina sono dilagate sui media ufficiali degli Stati Uniti: 12.000, 40.000, 60.000 e 100.000 morti si sono trasformate, giorno dopo giorno, in titoli da prima pagina. I telegiornali in onda 24 ore su 24 hanno fornito le ultimissime notizie minuto per minuto assieme a fotografie aggiuntive e riprese aeree in diretta delle regioni colpite.
Come è stato rivelato il giorno dopo, racconti personali dei sopravvissuti e dei dispersi sono state aggiunte all'insieme dell'esteso servizio di informazione. Storie uniche come quella del neonato di 20 giorni trovato miracolosamente su un materasso galleggiante e quella della bambina di otto anni che ha perso entrambi i genitori e in seguito è stata ritrovata dallo zio sono servizi di interesse umano. I racconti particolareggiati degli americani colti dalla catastrofe hanno fatto notizia nel Paese e molti europei e nordamericani coinvolti sono stati figure chiave per la continuazione della storia.
Le ambasciate americane hanno approntato linee dirette per i parenti delle possibili vittime perché potessero ricevere informazioni. Al mix dei media ufficiali sono state prontamente aggiunte informazioni su come gli Stati Uniti stessero rispondendo al disastro con soccorsi e denaro. A Crawford, nel Texas, il presidente Bush ha annunciato che avrebbe formato una coalizione internazionale per rispondere all'immenso disastro dello tsunami.
Il servizio di informazione degli Stati Uniti sullo tsunami che ha colpito l'oceano Indiano ha sconvolto ed emozionato molti americani.Questi, empaticamente consapevoli che era avvenuto un disastro naturale di enorme rilievo per decine di migliaia di persone, hanno voluto portare aiuto in tutti i modi possibili. Comunità religiose hanno tenuto incontri di preghiera per le vittime e la croce rossa ha ricevuto un improvviso aumento di donazioni.
Il servizio informativo dei media ufficiali sullo tsunami mostra la grande ipocrisia della stampa statunitense. à ˆ risultato palese, lo scorso anno, l'enorme disastro che ha colpito i civili iracheni: piu' di 100.000 civili sono morti dall'inizio dell'invasione a opera degli Stati Uniti e centinaia di migliaia ancora sono indeboliti e senza casa. Alla fine dell'ottobre 2004 il giornale medico Lancet ha pubblicato un'indagine scientifica sulle famiglie in Iraq che calcolava che più di 100.000 civili, soprattutto donne e bambini, sono morti a causa della guerra.
Lo studio, formulato e condotto da ricercatori della Bloomberg School of Public Health, presso la Johns Hopkins University e il College of Medicine alla Al Mustansiriya University di Baghdad, si basava sull'esame di campioni di famiglie su tutto il territorio iracheno per confrontare il numero e le cause di morte prima e dopo l'invasione del marzo 2003.
Il tasso di mortalità in queste famiglie è stato calcolato in una percentuale del 5 per mille prima dell'invasione e del 12,3 per mille dopo l'invasione. Facendo una proiezione di quanto detto sulla popolazione di 22 milioni di persone in Iraq, si arriva alla conclusione che sono morti 100.000 civili. La causa di morte più comune è stato il bombardamento, seguito dalle percosse e dagli attacchi di cuore. Le ultime morti di civili a Fallujah si aggiungerebbero senza dubbio in modo significativo al totale. La parola irachena per il disastro e' museeba.
Certamente, perdere la vita in Iraq a causa della guerra è un museeba significativo quanto lo tsunami dell'Oceano Indiano, eppure, dov'è l'informazione estesa sulle migliaia di morti e il numero dei senzatetto dei media ufficiali statunitensi? Dove sono le riprese aeree in diretta delle zone disastrate e le foto delle vittime viste da vicino? Dove sono le storie dei sopravvissuti, come la storia del bambino miracolosamente sopravvissuto al crollo di un edificio bombardato dagli Stati Uniti che è stato salvato dai vicini? Dove sono le dichiarazione ufficiali del governo rilasciate alla stampa in cui viene espresso rammarico e cordoglio? Dov'è la coalizione internazionale per il soccorso dei civili in Iraq e l'aumento di donazioni alla crocerossa?
Se l'avessero saputo, gli americani sarebbero stati stati altrettanto solleciti per le morti degli iracheni, come lo sono per le vittime dello tsunami? Negli Stati Uniti i media ufficiali degli hanno pubblicato le dichiarazioni del Pentagono sul fatto che non si sa nulla delle morti dei civili in Iraq e hanno scaricato lo studio del Lancet. Sembra che i media degli Stati Uniti si preoccupino delle vittime di disastri naturali, mentre i disastri fatti dall'uomo, come la deliberata invasione di altri paesi da parte degli Stati Uniti, non vengano neanche segnalati.
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