Earth Overshoot Day, una Terra in esaurimento

(Anna Romano, https://oggiscienza.it) Le risorse del pianeta non sono infinite, eppure le sfruttiamo ben più di quanto riescano a rigenerarsi: l’Earth Overshoot Day segna la data in cui la nostra impronta ecologica supera la biocapacità degli ambienti naturali.

Ci siamo già: oggi abbiamo consumato tutte le risorse che la Terra può rinnovare in un anno. L’Earth Overshoot Day è esattamente questo, la data calcolata dagli scienziati nella quale l’impronta ecologica dell’uomo supera la biocapacità degli ecosistemi; la data dalla quale non faremo che sovrasfruttare con il nostro Pianeta, accumulando un debito ecologico che non sarà per nulla semplice da ripagare. E una data che ha continuato ad anticiparsi dagli anni Settanta, quando abbiamo cominciato a calcolarla, a oggi.

Come si calcola?

L’Earth Overshoot Day è calcolato dal Global Footprint Network, un’organizzazione internazionale di ricerca che ogni anno aggiorna i dati e le metodologie per la valutazione. Per capire quanto la nostra specie pesi sulle risorse del Pianeta, il parametro usato è l’impronta ecologica, o ecological footprint, definita come l’area necessaria per fornire a ciascuno ciò di cui ha bisogno: il cibo, incluse le risorse ittiche, il legname e il cotone per il vestiario, lo spazio per la costruzione di strade e case, l’area forestale necessaria ad assorbire le emissioni di anidride carbonica…

Il confronto è, ovviamente, con quanto la Terra è dal canto suo in grado di offrire, un parametro indicato come “biocapacità” che indica la produzione mondiale annua di quegli stessi elementi o sistemi presi in considerazione per il calcolo dell’impronta ecologica.

Se quest’ultima supera la biocapacità, significa che stiamo superando le capacità produttive annuali prese in considerazione. “In parole povere, significa che non aspettiamo la fine dei 365 giorni per cominciare a sfruttare ciò che il pianeta non può rimpiazzare”, spiega a OggiScienza Gianfranco Bologna, direttore scientifico e Senior Advisor del WWF Italia.

“Il metodo dell’impronta ecologica è uno dei tanti che si tenta di usare per dare un’indicazione di quanto pesiamo sui sistemi naturali. Rappresenta una stima e scientificamente è stato molto dibattuto, perché è difficile riuscire a tenere conto di tutti i nostri interventi sul Pianeta: qualsiasi metodo che sia adottato per calcolarlo, la stima sarà inevitabilmente per difetto. E già così, permette di comprendere con immediatezza come, pur prendendo in considerazione solo alcuni elementi della pressione umana sulle risorse naturali, ne sottraiamo un quantitativo superiore, nell’arco dell’anno, di quelle che la natura stessa produce nello stesso periodo di tempo”.

E la differenza non è da poco. Al momento, infatti, il Global Footprint Network stima che stiamo consumando l’equivalente di 1,7 Terre. E per quanto riguarda l’Italia, se tutti vivessero come noi, il consumo salirebbe a 2,6 Terre e l’Earth Overshoot Day sarebbe addirittura il 24 maggio. Questo ci dice anche qualcos’altro di già noto, ma che vale sempre la pena ricordare: ci sono Paesi che consumano a scapito di altri.

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