Parigi si prepara all’attacco in Libia. Ecco come

Maurizio Blondet
“Daesh è a 300 chilometri dall’Europa! Quando comincia il bel tempo nel Mediterraneo, si rischia che jihadisti si mescolino ai rifugiati”: se ad adottare titoli da “Libero” è il ministro francese della guerra Juan-Yves Le Drian, vuol dire che la Francia sta preparando un secondo interveto in Libia. Ufficialmente per combattere l’ISIS, il cui capo è un asset della Cia premiato da McCain. E anche con il vantaggio collaterale, per Hollande col pennacchio di Commandant Suprème, di liquidare come concorrente presidenziale, alle votazioni del 2017, Sarkozy.

I preparativi fervono. Ma dove sono le forze della leggendaria Armée? Una indicazione viene dal capo degli stati maggiori, Pierre De Villiers, che ha (giustamente ) cominciare a lamentare coi politici per avere più mezzi. E’ istruttivo imparare dove sono situati in questo momento i soldati francesi:
•Una porzione dell’armata si trova in Mali, dal 2913,per sostenere l’armata dal Mali a contrastare i jihadisti.
•4000 soldati sono posizionati in Afghanistan.
•500 partecipano alla Forza d’Interposizione delle Nazioni Unite in Libano, in attuazione della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza alla fine del confitto Israelo-Hezbollah del 2006.
•1700 soldati sono in Costa d’Avorio (Operation Licorne)
•765 sono tutt’ora sul terreno in Kossovo, sotto l’egida NATO, dove avranno messo radici.
•Forze francesi operano al largo delle coste somale per contrastare la pirateria, stavolta sotto l’egida UE.
•Un numero non precisato dei reparti d’Aviazione partecipa ai bombardamenti in Siria e Irak, anche lì per salvare (mi correggo: distruggere) Daesh, come ordinano gli americani e i sauditi.
•La Charles De Gaulle, la unica e sola portaerei francese con la sua squadra d’appoggio, partita per bombardare dal largo della Siria il famigerato Daesh colpevole degli attentati di Parigi, è invece stata comandata nel Golfo Persico per sostituirvi una portaerei americana da mandare in riparazione.
•Sul suolo nazionale ci sono 10 mila fanti, dispiegati da Hollande per la sorveglianza ai terroristi interni (Operation Sentinelle) dopo la strage a Charlie Hebdo del gennaio 2015 e rinforzata dopo gli attentati di novembre a Parigi.

I dati sono istruttivi perché sicuramente anche le truppe italiane (e spagnole, inglesi, un po’ meno le germaniche) sono altrettanto sparse qua e là dove comanda Zio Sam – della NATO o di “alleanze dei volonterosi” : in Kossovo e in Libano, in Afghanistan e in Irak, a far da rincalzi alle sue guerre globali (contro il Terrore) e ormai quindicennali, nella speranza di aver una fettina del business e dei contratti che un giorno – siamone sicuri – ci verrà graziosamente concessa. Per adesso paghiamo, e dipendiamo dall’aviazione del Grande Fratello per rifornire, avvicendare – ed eventualmente esfiltrare in caso di guai – i nostri “ragazzi” dall’Afghanistan e dall’Irak, perché noi non abbiamo nulla dei mezzi di proiezione che servono per simili lontananze.

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