Forse c’è acqua su Marte. Ma sulla Terra c’è vita intelligente?

di George Monbiot – Fonte: Comedonchisciotte

Possiamo restare affascinati dal pensiero di organismi viventi su un altro pianeta, ma sembra che abbiamo perso interesse nei nostri. L’Oxford Junior Dictionary ha eliminato molti termini relativi al nuovo mondo. Vipere, more, campanule, agrifoglio, gazze, avannotti, lontre, primule, tordi, donnole e scriccioli oggi sono di troppo.Negli ultimi quarant’anni, il mondo ha perso il 50% dei suoi organismi vertebrati. Ma nel corso dell’ultima metà di questo periodo, i mezzi d’informazione ne hanno parlato sempre meno. Nel 2014, secondo uno studio condotto dal Cardiff University, ci sono stati tanti programmi trasmessi dalla BBC e da ITV sulla vicenda di Madeleine McCann (scomparsa nel 2007) quanti quelli riguardanti problemi ambientali di interesse generale.

Mentre continuiamo a sorprenderci di fronte alle nuove scoperte della NASA, distruggiamo le nostre risorse naturali insostituibili – fino ad arrivare a comprare banane pre-sbucciate e smartphone per cani…

Prove dell’esistenza di acqua su Marte: questo apre alla possibilità di vita e a cose fantastiche che a malapena possiamo immaginare. Questa scoperta è un risultato davvero sorprendente. Nel frattempo, gli scienziati di Marte continuano a cercare la vita intelligente sulla Terra…

Pensate che cambiamento sarebbe se dessimo all’acqua sulla terra lo stesso valore che diamo alla possibilità di acqua su Marte. Solo il 3% dell’acqua del nostro pianeta è potabile, e due terzi di essa è congelata. Tuttavia continuiamo a sprecare quella parte di acqua a noi accessibile. Il sessanta per cento dell’acqua utilizzata in agricoltura è inevitabilmente e tristemente sprecato da sistemi di irrigazioni inefficienti. Si prosciugano fiumi, laghi e zone acquifere e quello che resta spesso è talmente contaminato da mettere a rischio la vita di chi la beve. Nel Regno Unito, la richiesta interna è tale che le sorgenti di molti corsi d’acqua si esauriscono già all’inizio dell’estate. E nonostante questo si continuano a montare e utilizzare vecchi apparecchi sanitari e scarichi che sprecano inutilmente cascate d’acqua.

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Per quanto riguarda l’acqua salata, del tipo di quella scoperta su Marte che tanto ci sta entusiasmando, l’apprezziamo al punto da persistere nel distruggerla. Secondo un nuovo rapporto dal 1970 la quantità di pesci che vivono nei nostri mari si è dimezzata. Il tonno pinna blu del Pacifico, che prima brulicava in quell’oceano, si è ridotto a 40,000 esemplari; e nonostante questo si continua a pescarlo. Le barriere coralline sono sottoposte a tali pressioni che di questo passo scompariranno entro il 2050. E nel nostro immenso spazio profondo, il desiderio di avere dei pesci esotici è superato dal sogno di un mondo di cui poco sappiamo se non che sia una superficie rossastra. I pescherecci da traino lavorano oggi a una profondità di 2000 metri: possiamo solo immaginare quello che significa in termini di distruzione.

Poche ore prima dell’annuncio della sensazionale scoperta su Marte, Shell aveva appena deciso di porre termine alle sue prospezioni di petrolio Artico nel Mar Chukchi. Per gli azionisti della società, è stato solo un disastro di dimensioni contenute: la perdita di 4 miliardi di dollari. Per quelli che invece amano il pianeta e la vita che esso sostiene, è un gran colpo di fortuna. E questo solo perché la società non è riuscita a trovare le risorse sufficienti. Se Shell avesse continuato, avrebbe esposto una delle zone più vulnerabili della Terra al rischio di riversamenti di petrolio, quasi inevitabili lì dove il contenimento è impossibile. Dobbiamo davvero lasciare questi eventi alla fortuna?

All’inizio di Settembre, due settimane dopo che Shell aveva ottenuto il permesso di perforare nel Mar Chukchi, Barack Obama si è recato in Alaska per mettere in guardia gli Americani dagli effetti devastanti che si concentrerebbero nell’Artico dei cambiamenti climatici causati dall’utilizzo dei combustibili fossili. “Non basta solo parlare di parlarne” ha detto. “Dobbiamo fare per fare”. Dovremmo “Accogliere a braccia aperte quell’ingegno umano che ci dice che qualcosa si può fare”. L’ingegno umano? Eccolo in bella mostra alla NASA, mentre ci mostra tutte quelle incredibili immagini. Ma quando si tratta di adottare una politica, scompare.

Lasciar decidere al mercato: ecco il modo in cui i governi cercano di risolvere i problemi della distruzione planetaria. Lasciare tutto alla coscienza dei consumatori, coscienza costantemente disattivata e obnubilata dalla menzogne pubblicitarie e commerciali. In un quasi-vuoto d’informazioni, siamo lasciati soli a decidere cosa prendere da altre specie o persone, cosa riservare a noi e cosa lasciare alle generazioni successive. Credo ci siano sicuramente delle risorse e dei luoghi – come l’Artico e i mari profondi – che oggi bisognerebbe semplicemente smettere di sfruttare.

Tutto questo perforare e scavare e pescare e scaricare e contaminare – ma a che serve poi? Ad arricchire l’esperienza umana o a soffocarla? Un paio di settimane fa ho lanciato l’ hashtag #extremecivilisation invitando tutti a inviare esempi. Ne sono stato inondato. Ecco qui di seguito alcuni dei prodotti che i miei corrispondenti hanno individuato. Tutti, per quanto io ne sappia, sono reali.

Un vassoio per uova per il frigorifero che si sincronizza con il telefono cellulare per farvi sapere quante uova sono rimaste. Un gadget per farle strapazzate, all’interno del guscio. Parrucche per bambine, per dare a “bambine con pochi o senza capelli l’opportunità di avere uno stile di capelli stupendamente realistico”. L’i-Potty, che permette ai bambini di continuare a giocare sui loro iPad mentre imparano a farla sul vasino. Un capannone da 2000 £ a prova di ragno. Una sauna di neve, in vendita negli Emirati Arabi Uniti, in cui è possibile con un click crearsi un paradiso invernale. Un contenitore frigo per angurie su ruote: indispensabile per i pic-nic – o forse no, perché pesa più dell’anguria.   Crema per sbiancamento anale, per…a dire il vero non voglio saperlo. Il “ruotatore” automatico per orologi, che ci risparmia il fastidio di girare la rotella del nostro lussuoso orologio da polso. Uno smartphone per i cani, con cui si possono scattare foto da soli. Banane pre-sbucciate in vaschette di polistirolo rivestiti da pellicola trasparente; devi solo sbucciare la confezione…

Ogni anno s’inventano sempre nuovi modi per sprecare roba e ogni anno diventiamo sempre più assuefatti all’inutile consumo e spreco delle preziose risorse del nostro mondo. Ad ogni intensificazione dei consumi si sposta la linea di base della normalità. Non dovrebbe essere una sorpresa scoprire che più ricco diventa un paese, tanto meno la sua gente avrà cura del suo impatto sul pianeta che abita.

La nostra alienazione dal mondo delle meraviglie, con il quale ci siamo evoluti, si è soltanto aggravata dal tempo in cui David Bowie ci parlava di una ragazza che inciampava su un ‘sogno infranto’ e restava incollata a quel ‘grande schermo argentato’, dove una lunga serie di distrazioni l’allontanavano dalle cose importanti della vita. La canzone era, ovviamente, “Life on Mars”.

 

Fonte: www.theguardian.com

Link: http://www.theguardian.com/commentisfree/2015/sep/29/water-mars-intelligent-life-earth-nasa

 

 

Traduzione per www.comedonchisciotte.org di SKONCERTATA63

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