Oltre Expo: la sfida del commercio equo

(di Emanuela Citterio- http://www.unimondo.org)

C’è un campo fuori dal padiglione. Basta spostare la telecamera. Schiodarla, si fa per dire, dal sito di Rho-Pero. Dal cardo e dal decumano. E riaccenderla, per esempio, a Cerignola. Qui, nella stessa Puglia dove i caporali pagano i braccianti a poco più di un euro l’ora, la cooperativa Pietra di scarto coltiva pomodori e olive. Nei campi lavorano, a contratto regolare, immigrati e italiani, con una particolare attenzione per persone uscite da dipendenze o situazioni di disagio sociale. Le olive si raccolgono a mano, perché la qualità è pregiata, e ottenuta con metodi di coltivazione biologici. Basta spostarsi nel centro del paese per vedere il risultato finale: vasetti di salsa e olive allineati sugli scaffali della locale “bottega del mondo”.

Si chiama Oltre Expo l’ultima sfida del commercio equo e solidale a Expo 2015. Dopo la settimana mondiale del fair trade, che si conclude il 31 maggio a Milano, e che ha visto protagonisti centinaia di produttori provenienti da 70 Paesi del mondo, Altromercato lancia una serie di iniziative in tutta l’Italia. Manifestazioni di slow cooking, dibattiti, mostre, proiezioni di film racconteranno il mondo del commercio equo e il modello che propone, nel nostro Paese e nel resto del mondo. «Il punto di partenza degli eventi saranno le 300 botteghe del mondo che hanno sede in 160 città italiane» spiega Davide Cavazza, responsabile della comunicazione sociale di Altromercato. “L’obiettivo è soprattutto quello di far conoscere volti e storie, quelli dei produttori italiani che fanno parte della rete del commercio equo, che stanno creando con le loro cooperative un reale cambiamento nei territori dove lavorano”.

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