La colossale manipolazione: per non farci pensare ci rubano il tempo

(Fonte: www.ecplanet.com)

AVVERTENZA! : questo stralcio su uno scritto di Carpeoro richiede un po’ di tempo per essere letto e … purtroppo sarebbe utile soprattutto a chi “non ha molto tempo” …

Il rapporto tra la velocita’ e il tempo e’ cambiato solo negli ultimi quattro secoli: alla velocita’ e’ stato assimilato un significato di efficacia, di efficienza, mentre alla lentezza viene attribuito un coefficiente simbolico di ritardo e inefficienza.

Una persona che ha dei problemi la chiamiamo ‘ritardata’: tendiamo a considerare poco efficiente chi, magari, una cosa la capisce dopo ”’ chi risponde dopo, chi reagisce dopo. E’ un ritardo, che per noi oggi e’ automaticamente un’inefficienza, un’inabilita’.

Quante volte usiamo l’espressione ‘perdere tempo’? I latini dicevano ‘festina lente’, cioe”affrettati lentamente’. Per circa due secoli e’ stato il motto di case nobiliari nonche’ del veneziano Aldo Manuzio, il primo editore del mondo. Gia’ nella favola di Fedro, la tartaruga batte la lepre. Il ‘festina lente’ lo ritroviamo nei testi piu’ misteriosi, all’origine del rosacrocianesimo, e in Giordano Bruno, nel famoso dialogo de ‘La cena delle ceneri’. Manzoni, nei ‘Promessi sposi’, lo cambia in ‘adelante, cum judicio’: veloce, ma con prudenza.

La velocita’ percepita come virtu’ e’ un’acquisizione molto recente. Attribuire alla velocita’ un valore positivo e alla lentezza un valore negativo puo’ non essere una cosa utile, in senso assoluto: chi ha detto che il boia che dice ‘domani’ e’ peggio del boia che dice ‘subito’?

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(Tratto da: http:// www.ecplanet.com)

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