La Rivoluzione Kurda in Siria

 (Fonte: znetitaly.altervista.org) PKK

Gli Elementi Anarchici e la Sfida della Solidarieta’

di Bill Weinberg

Kobane, la citta’ nel Nord della Siria, e’ stata assediata dalla meta’ dello scorso Settembre da forze dell’autoproclamatosi Stato Islamico, (IS), piu’ comunemente noto come ISIS. Appena dopo l’inizio dell’assedio, alcuni leader mondiali espressero la convinzione che la citta’ sarebbe caduta nelle mani di ISIS da un momento all’altro.

Gli USA iniziarono la loro campagna di bombardamenti contro ISIS in Siria ma si concentrarono sulla capitale de facto dei jihadisti, Raqqa, non le forze di ISIS che stavano chiudendo l’accerchiamento di Kobane. Tuttavia le milizie Kurde, inferiori di numero e in armamenti, che difendevano Kobane furono in grado di invertire la marea, mentre allo stesso tempo mandavano richieste disperate di aiuto al mondo esterno.

I difensori e gli aggressori di Kobane costituiscono uno studio del contrasto estremo. L’ISIS viene accusato di aver commesso incredibili crimini di guerra e crimini contro l’umanita’ nelle aree sotto il suo controllo- piu’ noti sono i massacri e la schiavitu’ imposta alla minoranza Yazida, una minoranza etnica nel Nord dell’Iraq. I diritti delle donne sono stati completamente cancellati e hanno instaurato  un commercio di schiavitu’ sessuale (odiosamente chiamato matrimonio).

Kobane fa parte della zona autonoma Kurda nel Nord della Siria (adesso parzialmente sotto il controllo di ISIS), che ha implementato una costituzione che garantisce uguali diritti per le donne in tutte le sfere della vita- domestica, civile e lavorativa. E’ stato lanciato un esperimento di democrazia diretta, con poteri derivanti dalle assemblee di villaggio e di quartiere, dove le cariche sono a rotazione e dove una quota del 40 percento e’ riservata alle donne. Queste assemble mandano i rappresentanti che esse nominano direttamente alle assemblee dei cantoni. Un’assemblea delle donne, parallela, basata sullo stesso modello, ha il potere di veto sulle assemblee dei cantoni.

I quartieri e i villaggi hanno anche dei comitati per la pace e la giustizia che risolvono i conflitti  attraverso la mediazione e che essenzialmente rimpiazzeranno il sistema giudiziario formale ereditato dall stato Siriano.

Questo Sistema entro’ in funzione quando lo stato Siriano perse il suo controllo sui territori a Nord della Siria nel 2012. La nuova costituzione copre i 3 cantoni a maggioranza Kurda, che si autogovernano, Afrin, Jazeera e Kobane, una regione conosciuta nel suo insieme come Rojava. Mentre la Guerra a Kobane ha raggiunto le prime pagine dei mass media nel mondo, questi stessi hanno scelto di ignorare l’esperimento democratico di Rojava e ancor meno i suoi elementi anarchici.

La zona autonoma di Rojava e’ in larga parte sotto l’influenza del Partito di Unione Democratica (PYD), sebbene altri partiti sono anche rappresentati nei governi dei cantoni. Il PYD ha seguito un’evoluzione andando dal nazionalismo Kurdo a una forma di anarco-municipalismo. Altri gruppi etnici quali gli Arabi, gli Assiri Cristiani sono rappresentati anch’essi nei cantoni di Rojava.

La coalizione del PYD e i suoi alleati costituiscono il Movimento per una Societa’ Democratica (Tevdem). Il territorio e’ difeso da una rete di gruppi che costituiscono la milizia, le Unita’ di Protezione del Popolo (YPG) e le Unita’ di Protezione delle Donne (YPJ). Il YPJ esiste come una forza composta esclusivamente da donne, sebbene nelle unita’ miste, maschili/femminili, ci siano delle donne in posizioni di commando.

Le tre colonne della zona autonoma di Rojava sono: il femminismo, il federalismo e l’ecologia.

Rojava costituisce un esempio ispiratore di democrazia popolare e di secolarismo militante in una regione aggredita da forze politiche conservatrici islamiche con manifestazioni ultra reazionarie. L’evoluzione di questo esempio deve essere considerato nel contesto della lunga lotta dei Kurdi per l’autodeterminazione nelle loro terre.

Rojava significa ovest in Kurdo ed e’ l’area a sud-ovest del Kurdistan, la terra del popolo Kurdo. Quando gli alleati vittoriosi ridisegnarono i confini del Medio Oriente dopo la Prima Guerra Mondiale, i Kurdi furono lasciati fuori dalle carte geografiche. IL Kurdistan adesso e’ diviso fra quattro nazioni-stato: la Turchia, l’Iraq, la Siria, e l’Iran. Tutti storicamente ostili all’autonomia Kurda e alla sua vera identita’.

Dalla fine della’Operazione Americana Desert Storm nel 1991, i Kurdi in Iraq hanno acquisito la propria zona autonoma, il Gorverno Regionale del Kurdistan (KRG).

Questa era divenuta la parte piu’ stabile, prospera e secolare dell’Iraq, in gran parte risparmiata dal caos del resto del paese fino al momento dell’invasione da parte di ISIS lo scorso giugno. Il KRG si e’ avvicinato sempre di piu’ alle posizioni degli USA e dell’Occidente.  Esso controlla i pozzi di petrolio e ha crostruito la sua propria condotta per esportare il suo greggio in Turchia.

La campagna di contro-insurrezione  di Saddam Hussein contro i Kurdi negli anni ’80 fu genocida perche’ l’esercito uso’ armi chimiche contro la popolazione civile,; famoso cio’ che accadde a Halabjia nel 1988. L’alleato della NATO, la Turchia, nello stesso periodo commise atti ancora piu’ efferrati di Saddam Hussein. La guerra contro la guerriglia  portata avanti dal Partito dei Lavoratori Kurdi (PKK), nella Turchia orientale costo’ quasi 30.000 vite umane negli anni ’80 e ’90. Il PKK fu fondato nel 1984, inizialmente su posizioni Maoiste per quanto riguardava il nazionalismo Kurdo, e con un culto della personalita’ attorno al suo leader, Abdullah Ocalan.

Il PKK dichiaro’ un cessate il fuoco dopo la cattura di Ocalan a Nairobi nel 1999 eseguita da agenti Turchi che avevano ricevuto una soffiata da agenti della CIA.  La Turchia, quale condizione per divenire membro dell’Unione Europea, dovette legalizzare l’insegnamento della lingua Kurda nel 2002 e le trasmissioni radio (fino ad allora proibite insieme a tutte le altre espressioni pubbliche di identita’ Kurda). Dall’inizio del 2013, Ocalan a altri leader ribelli  hanno dialogato con il governo Turco, apparentemente per mettere fine alla guerriglia del PKK in cambio di piu’ diritti per i Kurdi in Turchia.

Durante la sua detenzione nella prigione dell’isola di Imrali, nelle vicinanze di Istanbul, le politiche di Ocalan si sono evolute. Ocalan lascio’ cadere le sue vecchie convinzioni di quasi-Maoismo e si fece ispirare dagli Zapatisti Messicani e lesse i libri di Murray Bookchin, l’ecologista anarchico del Vermont  teorico dell’ecologia sociale. In un suo manifesto dalla prigione del 2011 Democratic Confederalism, egli ha riformulato le aspirazioni rivoluzionarie in termini di autonomia regionale piuttosto che nel potere statale.

Quello stesso anno la rivoluzione inizio’ in Siria e porto’ a un’intensificazione dei contrasti con la formazione di fazioni insorgenti armate dopo che il regime del dittatore Bashar Assad, al potere da lungo tempo, ebbe massacrato ripetutamente le folle che protestavano. Ebbe inizio una guerra civile tra quattro fazioni, tra il regime di Assad e i suoi amici, le diverse fazioni ribelli sotto la bandiera del Free Syrian Army (FSA), la fazione jihadista (con la parte maggioritaria costituita da ISIS) e i Kurdi di Rojava. Il PYD Kurdo e le forze delle milizie del YPG ad esso affiliate, riuscirono a prendere controllo in modo effettivo di Rojava nel 2012.

Il PKK e il PYD sono organizzazioni sorelle, alleati stretti e tutti e due aderiscono alla filosofia di Ocalana. Il PKK e i suoi alleati nella Turchia Orientale hanno messo in piedi un loro proprio sistema di potere parallelo, basato sulla democrazia diretta delle assemble, intorno a un corpo chiamato Unione delle Comunita’ del Kurdistan (KCK). Allo stesso tempo il PYD e i suoid alleati hanno lanciato il Tevdem e sono cosi’ diventati la manifestazione del potere reale a Rojava.

Il potere popolare veniva stabilito sui due lati del confine lungo le linee di un municipalismo libertario con radici nelle teorie di Bookchin e nella pratica degli Zapatisti.

Le forze del PKK e del YPG si mobilizzarono rapidamente dopo che ISIS si impossesso’ della Siria Settentrionale e dell’Iraq nel Giugno dello scorso anno. Essi si coordinarono con i  Peshmerga, la forza militare del KRG nell’Iraq Settentrionale e ricoprirono un ruolo determinante nel rompere l’assedio di ISIS al monte Sinjar, dove piu’ di 100.000 rifugiati Yazidi erano intrappolati e minacciati di sterminio.

Verso la fine di Ottobre, quando divenne chiaro che il YPG aveva fatto invertire il processo a Kobane e che rappresentava una forza di combattimento efficace contro ISIS, gli USA cominciarono a distribuire loro delle armi e vettovaglie mentre allo stesso tempo cominciarono a bombardare le posizioni di ISIS alla periferia di Kobane.

Quindi ci troviamo davanti a uno strano risultato: l’imperialismo USA che, per i suoi propri fini, sta appoggiando un movimento di resistenza influenzato dagli anarchici- almeno per il momento.

Il Presidente reazionario della Turchia, Reep Tayyip Erdogan, e’ molto incazzato per tutto questo. Sotto pressione da parte degli USA, egli ha dovuto autorizzare che una forza dei Peshmerga passasse attraverso il territorio Turco per andare in aiuto a Kobane lo scorso Ottobre; si e’ pero’ rifiutato di autorizzare che i combattenti del PKK  raggiungessero la Siria per rinforzare le difese di Kobane.

Il confine e’ stato sigillato in maniera completa. Le quasi 400.000 persone che sono fuggite dalle aree occupate da ISIS a Rojava sono state autorizzate ad andare in Turchia ma solo attraverso pochissimi posti di transito strettamente controllati dove i sospetti combattenti del YPG vengono arrestati.

Le forze Turche hanno aperto il fuoco sui rifugiati che cercavano di passare la frontiera senza passare attraverso i posti di transito guadagnandosi cosi’ la condanna di Amnesty International. I carrarmati Turchi , in uno spettacolo grottesco, si sono allineati alla frontiera e non hanno fatto assolutamente nulla mentre ISIS bombardava e avanzava su Kobane, non piu’ di due chilometri avanti. Erdogan continua a chiamare il PYD terrorista mettendolo insieme, in maniera perversa, con ISIS.

Nel frattempo il PYD accusa Erdogan (un Islamista moderato) di connivenza cinica con ISIS, dato che da’ la possibilita’ agli jihadisti di usare il territorio Turco come retroguardia, scommettendo sulla possibilita’ di schiacciare la zona autonoma di Rojava.

Tutto cio’ ha fatto da scintilla per le proteste diffuse dei Kurdi e dei loro alleati in Turchia, portando a scontri di strada con la polizia e gli Islamisti organizzati che attaccavano i manifestanti. Verso la meta’ di Ottobre la situazione si intensifico’; Erdogan comincio’ a ordinare attacchi aerei sulle posizioni militari in mano al PKK nella Turchia Orientale presagendo una fine del cessate il fuoco. Alcuni membri dell’organizzazione Turca, Azione Anarchica Rivoluzionaria (OAF) riuscirono a organizzare dei convogli di aiuti per Kobane e organizzarono anche proteste  ai confini militarizzati.

Erdogan, ostentatamente, appoggia la richiesta dell’Esercito Libero Siriano (FSA) e dell’opposizione Siriana che chiedono agli USA di adottare il loro programma per la rimozione di Assad e l’instaurazione di una zona aerea vietata, in cambio della loro collaborazione nella battaglia contro ISIS. Erdogan in piu’ richiede anche una zona cuscinetto, controllata dalla Turchia, nella Siria Settentrionale, nell’area che adesso e’ controllata da Tevdem. Questa e’ una mossa molto abile per mettere l’opposizione Siriana contro i Kurdi.

Il PYD-YPG ha formato un’alleanza con il FSA contro ISIS, e le truppe del FSA hanno anche contribuito alla difesa di Kobane. Ma c’e’ dell’attrito tra i due. I combattenti del FSA non hanno dimenticato che il padre di Bashar Assad, Hafez Assad, aveva appoggiato il PKK negli anni ’80 ( mentre allo stesso tempo negava i diritti civili ai Kurdi Siriani). Nei combattimenti confusi, con tantissime fazioni, nel 2013, il YPG fu accusato di collaborare con il regime Siriano contro i jihadisti e persino contro i ribelli alleati con il FSA. E’ ironico che Erdogan e Assad, acerbi nemici, stiano giocando tutti e due la carta del divide et impera degli Arabi contro i Kurdi.

Mentre il FSA e’ un’amalgama di ex-comandanti militari del passato regime, Islamisti moderati, e soldati di truppa incazzati ma essenzialmente senza ideologia, l’opposizione civile che inizio’ la rivoluzione Siriana nel Marzo 2011 esiste ancora.

I Comitati di Coordinamento Locale (LCC) hanno mantenuto in vita una resistenza civile, anche sotto i pesanti bombardamenti da parte del regime nell’area assediata della citta’ Siriana di Aleppo. Gli attivisti civili hanno anche organizzato proteste coraggiose dove chiedevano il ritorno dei loro compagni scomparsi nella zona di Raqqa, controllota da ISIS. La loro precaria posizione non e’ migliorata dato che Raqqa si e’ venuta a trovare sotto i bombardamenti da parte sia degli USA che dell’aeronautica di Assad.

La comparsa di ISIS ha anche determinato un’alleanza de facto, non dichiarata tra gli USA e l’Iran che, si dice, ha gia’ mandato delle unita’ elite delle Guardie Rivoluzionarie a combattere in Iraq. Il PKK ha i suoi propri alleati in Iran, il Partito della Vita Libera in Kurdistan (PJAK) che ha mantenuto un’attivita’ insurrezionale sporadica contro il regime di Teheran.

Per la prima volta dalla Rivoluzione Spagnola e dalla Guerra Civile degli anni ’30, un movimento con connotazioni anarchiche e’ in prima linea nella lotta mondiale. Gli Zapatisti del Messico Meridionale hanno costituito un esempio che ha ispirato fin dalla loro rivolta nel 1994, ma la natura marginale della foresta pluviale del Chiapas e’ uno dei fattori che ha permesso la loro sopravvivenza.

Rojava, d’altro canto e’ piazzata strategicamente nel teatro globale dove i poteri imperiali giocano la Grande Partita. Nel corso dell’ultimo secolo i Kurdi sono stati ripetutamente usati come ostaggi per essere solo traditi, determinando alla fine il detto comune i Kurdi non hanno altri amici al di fuori delle montagne.

Gli USA adesso sostengono che il PYD e’ un’organizzazione separata dal PKK, in questo modo Washington non sta violando la sua stessa legge aiutando un’organizzazione definita terroristica dal Dipartimento di Stato. Lo scoso Novembre alcuni legislatori di sinistra in Germania spiegarono la bandiera del PKK dentro al palazzo del parlamento per protestare contro l’Europa che definisce il gruppo come un’organizzazione terroristica.

Adesso che gli USA, per necessita’ stanno appoggiando il PYD contro ISIS, che cosa succedera’ nella zona autonoma di Rojava? Una volta che ISIS venga sconfitto, il PYD alla fine sara’ schiacciato in deferenza all’alleato della NATO di Washington, la Turchia? Sembrerebbe che il PYD sara’ soggetto alla possibilita’, quasi inevitabile, di essere tradito come pure gli anarchici e i Kurdi, due gruppi che storicamente sono stati soggetti a molteplici tradimenti.

Oppure il PYD verra’ separato completamente dal PKK con la promessa di armi e aiuti e trasformato in un suddito dell’impero? Il co-direttore del PYD, Salih Muslim, si e’ incontrato con il rappresentante speciale del Dipartimento di Stato a Parigi, Daniel Rubinstein, lo scorso Ottobre. Per ricevere aiuti la retorica del PYD deve enfatizzare una lotta comune dell’Ovest contro i terroristi Islamici.

E’ possibile una terza alternativa? E’ possibile che l’eroismo di Rojava, in contrasto con la brutalita’ di ISIS e Assad e il cinismo di Erdogan, potrebbe ispirare una rivoluzione generale attraverso I territori Kurdi rimasti divisi per cosi’ tanto tempo?Possiamo osare sperare di un Kurdistan indipendente (o almeno autonomo) confederalista e rivoluzionario con ISIS, Assad, Erdogan, gli ayatollah e il regime di Bagdad, tutti sconfitti?

La risposta la si puo’ forse trovare parzialmente nelle forze anti-autoritarie mondiali se queste riescono a mobilizzare una solidarieta’ efficace con Rojava e a trovare dei modi intelligenti, dal punto di vista tattico, per rispondere a una realta’ politica confusa.

Mentre scriviamo, Kobane rimane assediata, anche se il cerchio di ISIS attorno alla citta’ e’ stato respinto. Qualsiasi estensione delal rivoluzione di Rojava, e la sua propria sopravvivenza, dipendono dalla sconfitta di ISIS, prima e piu’ importante condizione.

Cosa possiamo fare per aiutare? I compagni nel mondo Occidentale possono perlomeno chiedere che la Turchia apra i suoi confini in tutte e due le direzioni, ai rifugiati che scappano da Kobane e ai militant del PKK che vogliono andare a difendere la citta’. Possiamo chiedere che gli USA e l’Europa rimuovano il PKK dalla loro ipocrita lista delle organizzazioni terroristiche.

Dobbiamo far sentire la nostra voce oggi a difesa di Kobane come i nostrl compagni fecero nel passato con gli anarchici Spagnoli che combatterono per difendere la loro zona autonoma  contro l’avanzata fascista.

——————————————————————————————————————————————

 

Bill Weinberg e’ l’autore di Homage to Chiapas: The New Indigenous Struggle in Mexico (Verso Book, 2000) e sta lavorando al testo Pachamana Rising: The New Indigenous Struggle in the Andes. E’ l’editore del World War 4 Report online, dove egli scrive sulle battaglie dell’autonomia globale.

Da Z Net Italy- Lo Spirito della Resistenza e’ Vivo

www.znetitaly.org

=”http://www.fifthestate.org/archive/393-spring-2015/syrias-kurdish-revolution/”>[www.fifthestate.org]

Traduzione di Francesco D’Alessandro

©2015 Z Net Italy-Licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 3.0 =”(function(){f=’https://diasp.org/bookmarklet?url=’+encodeURIComponent(window.location.href)+’&title=’+encodeURIComponent(document.title)+’&notes=’+encodeURIComponent(”+(window.getSelection?window.getSelection():document.getSelection?document.getSelection():document.selection.createRange().text))+’&v=1&’;a=function(){if(!window.open(f+’noui=1&jump=doclose’,’diasporav1′,’location=yes,links=no,scrollbars=no,toolbar=no,width=620,height=250′))location.href=f+’jump=yes’};if(/Firefox/.test(navigator.userAgent)){setTimeout(a,0)}else{a()}})()”>

(Tratto da: http://znetitaly.altervista.org)

Be the first to comment on "La Rivoluzione Kurda in Siria"

Leave a comment