Diritto all’acqua: pensare globale, agire locale

Nel corso degli ultimi mesi è sempre più evidente come l’attacco ai beni comuni, ai diritti ed alla democrazia costituisca una strategia mirata e ben definita sia in Europa che in Italia. L’attuazione delle politiche liberiste da parte del Governo Renzi, in perfetta sintonia con i governi precedenti, sta perseguendo gli obiettivi prefissati: la mercificazione dei beni comuni, la precarizzazione del lavoro e della vita, la privatizzazione di tutti i servizi pubblici, per non trascurare gli attacchi alla Costituzione con le annunciate riforme istituzionali.

 

La battaglia per il diritto all’acqua, che il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, porta avanti da quasi 10 anni, si inserisce esattamente in questo contesto e ne ha saputo cogliere i limiti e le debolezze, riuscendo ad ottenere diverse vittorie, a partire da quella referendaria.

E’ evidente, però, che anche nella nostra battaglia siamo costretti ad una posizione di resistenza, dovuta ad un nuovo, profondo e determinato attacco, di cui il Governo Renzi è una chiara espressione.

Non a caso le politiche che vengono messe in campo sono accompagnate da una restrizione sempre più decisa degli spazi di democrazia.

Dobbiamo ripartire dalla ricchezza di quello che abbiamo costruito negli ultimi tre anni per rilanciare una nuova aggregazione, costruire rapporti di forza a partire dai territori, costruire una prospettiva nazionale per il diritto all’acqua.

E’ necessario ed impellente attivare processi di resistenza attiva e concreta che non possono essere ricondotti esclusivamente alle singole vertenze territoriali che, comunque, hanno ben rappresentato sinora il percorso di attualizzazione dell’esito referendario. Si rendono, cioè, necessari nuovi spazi e forme di radicalizzazione del conflitto, mettendo in campo alcune importanti campagne ed iniziative di massa che possano rispondere prontamente alle battaglie sociali che il prossimo autunno ci porrà davanti, ma soprattutto delineare un’alternativa.

Infatti, in questo momento, dobbiamo essere in grado di dar vita non solo a battaglie difensive, ma anche propositive che sappiano affermare le alternative possibili insite nelle lotte per l’acqua e i beni comuni al modello che ha prodotto e perpetua la crisi: partendo dalla finanza pubblica, dalla redistribuzione delle ricchezze, dalla partecipazione alla gestione e alla decisione sui beni collettivi. In questo contesto, dunque, si rende necessario costruire anche un nuovo modello di gestione pubblica attraverso la partecipazione diretta dei cittadini e dei lavoratori.

Inoltre, diviene essenziale un salto di qualità nella nostra iniziativa che non può prescindere dal riuscire a declinare la battaglia dell’acqua più direttamente dentro la crisi, oltre ad individuare forme di lotta, azioni e iniziative che si contrappongano fortemente alle politiche di austerità e neoliberiste, che nei prossimi mesi produrranno il rilancio dei processi di privatizzazione dei servizi pubblici locali, un ulteriore restringimento degli spazi di agibilità democratica, un ridimensionamento dell’efficacia degli strumenti di democrazia diretta e più in generale una legge di stabilità che si annuncia molto pesante.

D’altra parte risulta fondamentale riattivare l’interlocuzione, dove possibile, con gli Enti Locali che continuano a perdere la loro autonomia decisionale ed economica, attraverso i vincoli del patto di stabilità e la riorganizzazione conseguente alla legge Del Rio sulle Provincie e città metropolitane.

Infine, crediamo sia determinante, per sottrarsi dall’attacco neoliberista e rilanciare una visione alternativa, costruire un’alleanza sociale tra le lotte per i beni comuni che sappia produrre una narrazione comune e, a partire dalla valorizzazione delle singole lotte, dare vita ad una mobilitazione sociale diffusa e ampia.

Per questo abbiamo deciso di organizzare assemblee macro-regionali (individuando per il momento quali sedi Genova il 20 Settembre, Padova in via di definizione, Termoli il 27 Settembre e Salerno il 4 Ottobre, verificando anche la possibilità di allargarle anche ad altre sedi), all’interno delle quali sviluppare, anche insieme ad altre realtà che si battono per i beni comuni, iniziative e strumenti concreti per:

garantire il diritto all’acqua, anche attraverso la riattualizzazione delle nostre campagne storiche (obbedienza civile, ripubblicizzazione, ecc.), oltre a lanciare quella sulla costituzionalizzazione del diritto all’acqua e dei diritti della natura;

rafforzare l’iniziativa sul tema della tutela qualitativa e quantitativa dell’acqua;

contrastare i nuovi processi di privatizzazione;

recuperare spazi di democrazia;

rafforzare i nessi e costruirne nuovi con le realtà attive sui beni comuni, a partire dalla costruzione della “scuola dei beni comuni”.

 

Fonte: Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua

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