Centomila forconi. Diventeranno molti di piu’

Mentre i Grandi Portaborse di partito, gli oligarchi della casta attaccati alle loro sedie di potere, giocano con i sondaggi spartendosi – dicono loro – virtuali due terzi dei favori di voto, naturalmente escludendo dai loro conteggi falsificati la maggioranza dei cittadini che o non partecipa direttamente piu’ alle elezioni o vota movimenti di popolo anti-casta e anti-euro (non soltanto i 5 Stelle, ma la Lega e gli altri ‘eversivi’), ribolle nelle piazze d’Italia la rivolta dei cittadini tartassati da un fisco iniquo, dai vincoli di ‘rigore’ imposti dall’Europa delle banche, dalla stretta economica e monetaria, dalla disoccupazione e dalla imposta precarieta’ della vita.
La ‘rivolta dei forconi’, cosi definita per la partecipazione, tra i tanti movimenti e sindacati di base,dei cosiddetti ‘forconi’ gia’ protagonisti nel 2012 di un inatteso blocco sociale ed economico in Sicilia, entra oggi nel suo secondo giorno di mobilitazione, dichiarata ‘ad oltranza’.
Giovani, lavoratori, precari, disoccupati, pensionati,agricoltori, autotrasportatori, artigiani, professionisti e piccoli imprenditori, continuano anche oggi, dunque a contestare questo governo, questo regime della miseria, con presidii e manifestazioni in oltre 100 citta’ italiane.
Dalle Alpi a Capo Lilibeo questo libero movimento di popolo, deciso ovunque a mostrare la rabbia che cova nel profondo della nostra gente contro la banda di corrotti maggiordomi del sistema dell’usura e della speculazione che ha arraffato, da ‘sinistra’ e da ‘destra’, il potere nella colonia Italia, non intende affatto ripiegare le bandiere tricolori che da ieri sventolano nei cortei a Torino o in Puglia, o in Sicilia, o nei concentramenti a Roma e a Forli, a Ravenna e a Napoli o a Cagliari e Udine.
Un ‘fronte comune’ frutto di un lavoro sotterraneo di spontanea cucitura dei ‘Veri Italiani’ – con appelli della vigilia via internet e attraverso le rarissime voci stampate indipendenti e non di regime – e di uomini liberi che non intendono affatto abbandonare il futuro proprio e quello dei loro figli nelle mani di partitocrati servi della grande finanza e genuflessi al dominio mercantile e militare atlantico.
Tricolori attorno ai quali – e’ un fatto – cominciano a moltiplicarsi le presenze di uomini e donne indignate decisi a sferrare un colpo ferale, dal basso, al governo del grande-piccolo inciucio, che vorrebbe auto rinnovarsi la ‘fiducia’ questo mercoledi, al ritorno di Letta a Roma dopo le sue gite di ‘concertazione’ in un’Europa delle caste che teme di essere sopraffatta dai suoi stessi popoli, e in Sudafrica dove la commemorazione di Mandela viene sfruttata dai grandi d’occidente per una passerella di elogi alla ‘liberta”: quella stessa liberta’ che non e’ permessa ai propri cittadini, considerati invece servi e sudditi.
Un fenomeno che – dopo il fallimento di un’originaria congiura mediatica del silenzio – si e’ cercato di demonizzare con vergognose accuse di essere ‘infiltrato’ da organizzazioni di estrema destra o, addirittura, come a Torino, di ultras del calcio. (Peraltro come se i tifosi siano da considerare ‘forse’ dei cittadini, ma comunque di serie b..)
Una criminalizzazione che si sta evidentemente ritorcendo su chi l’ha creata, come dimostrato dall’atteggiamento ‘comprensivo’ delle stesse forze dell’ordine – carabinieri, polizia, guardia di finanza che si sono tolti i caschi a Torino in un gesto di pacificazione – mobilitate dai ‘padrini’ delle Istituzioni (ministero dell’Interno guidato dal destrista Alfano, giustizialisti del Pd alla Carbone, garanti e prefetti ) con precisi ordini di repressione messi in atto pero’ soltanto in particolari regioni italiane (nel Lazio, in Sicilia, in Puglia).
Amplifichiamo, moltiplichiamo tutti questo grido di rabbia e di dolore che emerge dall’Italia vera, da quella sana, dalle viscere del nostro popolo. (Tratto da: http://www.ariannaeditrice.it)

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