Armi, politica. Ribelliamoci, ora

(Fonte: http://comune-info.net)

di Alex Zanotelli

L’inchiesta giudiziaria della Procura di Napoli su Finmeccanica, il colosso italiano che ingloba una ventina di aziende specializzate nella costruzione di armi pesanti, mi costringe a porre al nuovo governo Letta e al parlamento alcune domande scottanti su armi e politica. Questa inchiesta, condotta dai pm V. Piscitelli e H. John Woodcock della Procura di Napoli (ora anche da altre Procure), ci obbliga a riaprire un tema che nessuno vuole affrontare: che connessione c’e’ tra la produzione e vendita d’armi e la politica italiana? E’ questo uno dei capitoli piu’ oscuri della nostra storia repubblicana.

Le indagini della Procura di Napoli hanno gia’ portato alle dimissioni nel 2011 del presidente e dell’amministratore delegato di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini, nonche’ di sua moglie, Marina Grossi, amministratrice delegata di Selex Sistemi Integrati , una controllata di Finmeccanica. Anche il nuovo presidente di Finmeccanica, G. Orsi, e’ stato arrestato il 12 febbraio su ordine della Procura di Busto Arsizio e verra’ processato il 19 giugno, per la fornitura di 12 elicotteri di Agusta Westland al governo dell’India, del valore di 566 milioni di euro, su cui spunta una tangente di 51 milioni di euro. Sale cosi di un gradino l’inchiesta giudiziaria per corruzione internazionale e riciclaggio che ipotizza tangenti milionarie ad esponenti politici di vari partiti.

Nell’altra indagine della Procura di Napoli spunta una presunta maxitangente di quasi 550 milioni di euro (concordata, ma mai intascata) su una fornitura di navi fregate Fremm al Brasile ,del valore di 5 miliardi di euro. Per questa indagine sono indagati l’ex-ministro degli Interni, Claudio Scajola e il deputato PDL M. Nicolucci.Un’altra commessa’ sotto inchiesta da parte della Procura di Napoli riguarda l’accordo di 180 milioni di euro con il governo di Panama per 6 elicotteri e altri materiali su cui spunta una tangente di 18 milioni di euro. Per questo, il 23 ottobre il direttore commerciale di Finmeccanica, Paolo Pozzessere e’ finito in carcere.

finmec La Procura sta indagando anche su una vendita di elicotteri all’Indonesia su cui spunta un ritorno’ tra il 5 e il10%. E’ importante sottolineare che il 30% delle azioni di Finmeccanica sono dello Stato Italiano. Dobbiamo sostenere la Procura di Napoli, di Busto Arsizio e di Roma perche’ possano continuare la loro indagine per permetterci di capire gli intrecci tra il commercio delle armi e la politica.

Noi cittadini abbiamo il diritto di sapere la verita’ su questo misterioso intreccio. E’ in gioco la nostra stessa democrazia. Soprattutto ora che l’Italia sta investendo somme astronomiche in armi. Secono il SIPRI di Stoccolma, l’Italia, nel 2012, ha speso 26 miliardi in Difesa a cui bisogna aggiungere 15 miliardi di euro stanziati per i cacciabombardieri F-35.

Ecco perche’ diventa sempre piu’ fondamentale capire la connessione fra armi e politica. E’ stata questa la domanda che avevo posto al popolo italiano come direttore della rivista Nigrizia negli anni 85-’87, pagandone poi le conseguenze. All’epoca avevo saputo che alla politica andava dal 10 al 15 per cento, a seconda di come tirava il mercato. Tutti i partiti avevano negato questo. Noi cittadini italiani abbiamo il diritto di sapere se quella pratica e’ continuata in questi ultimi 20 anni. In questi anni l’industria bellica italiana e’ cresciuta enormemente. Abbiamo venduto armi, violando tutte le leggi, a paesi in guerra come Iraq e Iran e a feroci dittature da Mobutu a Gheddafi, che hanno usato le nostre armi per reprimere la loro gente.

Noi chiediamo al governo Letta e ai neo-eletti deputati e senatori di sapere la verita’ sulle relazioni tra armi e politica. Per questo chiediamo che venga costituita una commissione incaricata di investigare la connessione tra vendita d’armi e politica. Non possiamo piu’ accettare che il Segreto di Stato copra tali intrecci! Ci appelliamo a voi, neodeputati e neosenatori ,perche’ abbiate il coraggio di prendere decisioni forti, rifiutandovi di continuare sulla via della morte (le armi uccidono!) e cosi trovare i soldi necessari per dare vita a tanti in mezzo a noi che soffrono.

E’ immorale per me spendere 26 miliardi di euro in Difesa come abbiamo fatto lo scorso anno, mentre non troviamo soldi per la sanita’ e la scuola in questa Italia.

E’ immorale spendere 15 miliardi di euro per i cacciabombardieri F-35 che potranno portare anche bombe atomiche, mentre abbiamo 1 miliardo di affamati nel mondo.

E’ immorale il colossale piano dell’Esercito Italiano di digitalizzare’ e mettere in rete tutto l’apparato militare italiano, un progetto che ci costera’ 22 miliardi di euro,mentre abbiamo 8 milioni di italiani che vivono in poverta’ relativa e 3 milioni in poverta’ assoluta.

E’ immorale permettere sul suolo italiano che Sigonella diventi entro il 2015 la capitale dei droni e Niscemi diventi il centro mondiale di comunicazioni militari, mentre la nostra costituzione ripudia’ la guerra come strumento per risolvere le contese internazionali.

cancro_corruzione Mi appello a tutti i gruppi, associazioni, reti, impegnati per la pace, a mettersi insieme, a creare un Forum nazionale come abbiamo fatto per l’acqua. Cosa impedisce al movimento della pace, cosi ricco, ma anche cosi frastagliato, di mettersi insieme, di premere unitariamente sul governo e sul Parlamento? E’ perche’ siamo cosi divisi che otteniamo cosi poco.

Dobbiamo unire le forze che operano per la pace, partendo dalla Lombardia e dal Piemonte come stanno tentando di fare con il convegno a Venegono Superiore(Varese) , fino alla Sicilia dove e’ cosi attivo il movimento pacifista contro il MUOS a Niscemi. Solo se saremo capaci di metterci insieme , di fare rete, credenti e non, ma con i principi della nonviolenza attiva, riusciremo ad ottenere quello che chiediamo.

 

Normal
0

14

false
false
false

IT
X-NONE
X-NONE

MicrosoftInternetExplorer4

Il Comitato Pace Disarmo e Smilitarizzazione del Territorio ” Campania organizza un incontro pubblico per lanciare una campagna nazionale contro la vendita di armi e le tangenti: mercoledi 11 dicembre, ore 16,30, presso la Sala Pignatiello, Palazzo San Giacomo.

Informazioni: Comitato Pace e Disarmo, Angelica Romano 333 7361675 (Tratto da: http://comune-info.net)

Be the first to comment on "Armi, politica. Ribelliamoci, ora"

Leave a comment