Coltivare la biodiversità

AsinelloNegli ultimi decenni l’agricoltura è stata condotta con metodi rivoluzionari, rispetto a quelli adottati in precedenza. Si è passati dalla difesa colturale tradizionale, che prevedeva l’impiego di trattamenti e concimazioni di origine naturale (solfato di rame, zolfo, macerati vari di origine vegetale, letame maturo ecc.) alla lotta  convenzionale. Questa – che utilizza anche ingenti quantitativi di prodotti chimici di sintesi molto impattanti, nuove varietà di piante, spesso poco o per nulla resistenti alle malattie, portinnesti nanizzanti con apparati radicali superficiali, che abbisognano di regolari apporti idrici – si avvale prevalentemente della monocoltura intensiva con semplificazioni e degradi ambientali, con conseguenti ripercussioni sulla qualità dell’alimentazione e della vita umana.

Le aziende multinazionali, che hanno promosso la diffusione e la commercializzazione di prodotti chimici di sintesi per l’agricoltura e che ora detengono anche il monopolio delle sementi, dei prodotti alimentari, sanitari e tecnologici in genere, stanno già immettendo sul mercato una serie di preparati “ecologici” per l’agricoltura cosiddetta biologica, la quale, tra l’altro, non è assolutamente scevra da danneggiamenti ambientali.

Il seminario di agricoltura eco-consapevole, che il naturalista Sergio Abram propone, è rivolto a coloro, che desiderano coltivare in modo naturale, senza utilizzo di prodotti antiparassitari (né di sintesi né biologici) nel totale rispetto ambientale, quindi anche delle piante, degli animali e di tutti gli esseri viventi, uomo compreso.

Alcuni prodotti insetticidi naturali, al pari di quelli di sintesi, possono causare squilibri con ricorso a successivi trattamenti per far fronte all’insorgere di nuovi e più forti attacchi parassitari. Si pensi al piretro, derivato da una pianta (più naturale di così!), che, oltre a eliminare gli insetti considerati “dannosi”, annienta anche quelli “utili”, che sono d’enorme vantaggio per ogni tipo di coltura. Con l’eliminazione degli insetti, la sopravvivenza degli animali insettivori (artropodi, uccelli, mammiferi, anfibi, rettili ecc.) è messa a dura prova. Si immagini una coppia di cinciallegre o di altri uccelli insettivori, che stanno allevando una numerosa nidiata nelle colture trattate col piretro. È lecito pensare che questi animali abbiano enormi difficoltà ad allevare la prole e che loro stessi siano costretti a spostarsi, talvolta a lungo raggio, per non morire di fame.

Ognuno di noi, se vuole, può coltivare in modo consapevole, ampliando la propria conoscenza naturalistica, modificando il proprio modo di agire e accrescendo conseguentemente anche la biodiversità ambientale con notevole risparmio di tempo, di energie e di risorse in genere, ricavandone prodotti di qualità superiore sotto tutti gli aspetti.

Chi vuole attuare un tipo di agricoltura consapevole deve conoscere anche le piaghe che affliggono l’attuale zootecnia, i cui prodotti di scarto possono inquinare e impoverire la vita delle campagne, mentre carni, latte e latticini sembrano non essere più quelli particolarmente gustosi di un tempo passato.

E’ ora di cambiare rotta, di ritornare alla natura, imparando al più presto a conoscerla, ad apprezzarla, a rispettarla e ad amarla.

 

tratto da: http://www.sergioabram.altervista.org/pensiero.htm

Be the first to comment on "Coltivare la biodiversità"

Leave a comment