“I progressi per dimezzare il numero di persone che soffrono di fame nei Paesi in via di sviluppo sono molto lenti – scrive nelle conclusioni del rapporto il direttore della Fao, Jacques Diouf – e la comunitàƒ internazionale è ancora lontana dal raggiungere gli obiettivi e gli impegni assunti al World Food Summit e al Mdg”. Tra gli “obiettivi del millennio” vi è infatti il traguardo di dimezzare entro il 2015 il numero delle persone che al 1990 moriva di fame.
Secondo Diouf, appena rieletto alla guida dell’agenzia, la lotta alla fame è un aspetto su cui è importante insistere per combattere anche molti altri mali che affliggono il mondo. Dal tasso di mortalitàƒ infantile all’analfabetismo, dall’incidenza delle malattie alla crescita economica di intere nazioni, parecchi sono gli aspetti correlati all’emergenza malnutrizione. Per esempio, nel tragico caso degli 11 milioni di bambini che non arrivano ai 5 anni, la malnutrizione raddoppia le probabilitàƒ di contrarre un’infezione e dimezza le possibilitàƒ di guarigione. Le cause principali cause di mortalitàƒ infantile restano infatti malattie curabili come la dissenteria, la polmonite e la malaria.
L’agenzia Onu si sofferma dunque sulla necessitàƒ di attuare politiche di aiuto, raddoppiando gli sforzi e dando prioritàƒ alle aree rurali e all’agricoltura. “Se i Paesi in via di sviluppo proseguono sulla strada della lotta alla fame alla velocitàƒ attuale – ha detto Diouf – solo l’America Latina e i Caraibi riusciranno a raggiungere gli obiettivi del Millennio”. Sotto accusa anche i Paesi industrializzati, ai quali sarebbero destinati troppi sussidi. Le nazioni più ricche sarebbero inoltre colpevoli di imporre ai Paesi in via di sviluppo tariffe commercaili troppo elevate.
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