Commercio equo: cambiano le carte in tavola

Il 15 e 16 settembre COOP Italia ha organizzato un convegno europeo per fare il punto sulla rapida crescita ed evoluzione del settore. Pochi giorni dopo padre Alex Zanotelli scrive una lunga lettera, intrisa di amarezza,  agli operatori del fairtrade italiano.

Lo scenario del commercio equo negli ultimi tempi sta attraversando notevoli cambiamenti strutturali, quasi una mutazione genetica, difficile da controllare. “La sensibilitàƒ dei consumatori italiani verso il Commercio Equo e Solidale continua a crescere. Le vendite si sono triplicate negli ultimi anni e Coop, con 9.8 milioni di euro e 23 referenze Solidal, copre il 10% delle vendite totali, senza considerare gli altri prodotti Equo e Solidali disponibili presso i diversi punti vendita. Là¢â‚¬â„¢esperienza nel corso degli anni si è notevolmente arricchita e gli articoli trattati spaziano dal caffè, tè, crema spalmabile, cioccolata, miele, zucchero di canna, banane, ananas, succo  dà¢â‚¬â„¢arancia e riso ai palloni da calcio, calcetto e beach volley. Là¢â‚¬â„¢ultimo significativo inserimento è una polo piquet, il cui cotone, da agricoltura biologica, viene coltivato in India secondo i criteri del Commercio Equo e Solidale nel quadro di un Progetto realizzato  grazie ad una collaborazione con la Coop Svizzera.” CosàƒÂ¬ COOP Italia nel documento di introduzione al convegno che continua: “Il Commercio Equo e Solidale rappresenta dunque una forma giusta e sostenibile di fare business. Esso fornisce un modello in cui la crescita economica va di pari passo con preoccupazioni di ordine sociale ed ambientale, al fine di assicurare uno sviluppo sostenibile alle future generazioni.”

Una posizione assolutamente rispettabile se i fatti poi non distano troppo dalle parole.

Di genere ben diverso le argomentazioni di padre Alex che rileva in una sua lunga lettera articolata in 8 punti lo stravolgimento dello spirito originario con la conseguente perdita delle finalitàƒ solidaristiche, dell’impegno politico,dello spirito di volontariato e della volontàƒ di fare rete tra le botteghe. “Per me il CES è un grande dono, una perla preziosa per resistere al sistema. Sappiamo bene poi che questo sistema economico-finanziario neo-liberista è talmente scaltro che puàƒÂ² trasformare anche questa à‚«perlaà‚» in un suo fiore all’occhiello. Corriamo il pericolo  di buttare le perle ai porci…”. Un argomento particolarmente sentito riguarda lo spirito che anima le botteghe” Ogni bottega del mondo dovrebbe essere il luogo dove si sperimentano relazioni umane, fraternitàƒ , serenitàƒ , gioia di vivere. àƒË† un aspetto fondamentale questo per ogni bottega in una societàƒ come la nostra dove viene imposta una massificante cultura, materialista e consumista, che ci riduce tutti a atomi, a tubi digerenti dove non esistono più autentiche relazioni umane. Ecco perchàƒÂ© è cosàƒÂ¬ importante la bottega (con il rifiuto del supermercato!), dove si sperimenta la gioia dello stare insieme, della celebrazione, dell’incontro anche interculturale e interreligioso. L’anima di ogni bottega dovrebbe essere una piccola comunitàƒ che ama ritrovarsi, far festa, danzare la vita. ” Alex Zanotelli e la COOP vedono dunque la questione da due punti di vista opposti fra loro rispecchiando le due principali tendenze attuali, che al momento convivono, incrociando talvolta le loro strade: quella del “business” etico e quella della ricerca di modelli di giustizia e solidarietàƒ globali.

In un futuro non troppo lontano, quando la grande distribuzione copriràƒ la gran parte del fatturato del commercio equo, i meccanismi equosolidali saranno sempre più indirizzati dai consumatori, che attraverso le loro tendenze di acquisto influenzeranno le politiche dei grandi gruppi di distribuzione alimentare più attenti. Saràƒ questa allora l’ultima occasione  per  le botteghe del mondo di trovare la loro funzione sociale e trasformarsi veramente, divenendo associazioni per consumatori solidali, in grado di informare, aggregare e guidare, perchàƒÂ© il commercio (e non solo quello equo ) non sia solo business, ma divenga uno strumento di concreto aiuto economico, di giustizia e attenta riflessione quotidiana per tutti noi.

(Eco e Bio, 28/09/2005)

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