Mix vomitevole di politica, mafia, P2 ed interessi privati, dietro le dimissioni di Siniscalco

Non solo il governo è morto, ma il cadavere puzza e vermi e metastasi si sbranano tra loro. Follini che valuta la legge elettorale “un pasticcio”. Intanto tutto va a ramengo per il peggior governo della repubblica e ci aspetta un altro anno di crisi economica con Tremonti che scherza sulla seconda settimana. Crescita zero contro il 4,4% della crescita internazionale, 5,1% il rapporto deficit PIL. Un governo ostaggio della Lega. Partiti ombra di Ruini. Gli omosessuali sventolati come argomento civetta. Un Fazio che non se ne va nemmeno con le teste di cuoio. Storace che ritira la pillola abortiva per ordine del Vaticano. Insomma siamo proprio alla putrefazione e l’aria ormai è irrespirabile. Ma che aspetta Follini a dare la spallata definitiva al governo-fantoccio e torniamo a votare? [Viviana Vivarelli, InMovimento.it]

Mentre potrebbe arrivare l’iscrizione di Fazio nel registro degli indagati per abuso d’ufficio, Siniscalco dàƒ le dimissioni per l’immobilismo di Berlusconi nel caso Fazio, bollando il governatore come ‘mostro istituzionale’: “Non mi piace che una banca straniera per venire in Italia debba chiedere il permesso a Luigi Grillo”. E oggi Siniscalco e Fazio dovevano essere al convegno del FMI. La legge di riforma del risparmio, che arriva dopo due anni dagli scandali Parmalat e Cirio, bloccata in parlamento per i veti incrociati sul caso Fazio. Orfana la finanziaria che deve essere discussa tra una settimana e gode giàƒ dell’indice contro dei centristi: “Una finanziaria che non è nell’interesse dei cittadini”.

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VAI A ROMA LADRONA E IMPARA A LADRONARE.

Nella vicenda Fazio-Antonveneta e sfascio anche del sistema creditizio italiano non dobbiamo dimenticare la bella figura della Lega. Veramente encomiabile la vicenda della Banca della Lega. Del resto in linea con tutte le iniziative social-politico-economiche della Lega, che fanno tutte le stessa fine disastrosa da incapaci, improvvisatori e alla fine corrotti e intrallazzati come tutti gli altri. Il 28 ottobre 1998 si costituisce a Samarate in provincia di Varese, il comitato Promotore per la costituzione della Banca Credieuronord. Per raccogliere il capitale necessario, si raccolgono le quote dai leghisti battendo a tappeto le sezioni della Lega Nord di Piemonte, Lombardia e Veneto.

Il quotidiano LA PADANIA e là¢â‚¬â„¢emittente RADIO PADANIA LIBERA, invitano gli aderenti leghisti a sottoscrivere le quote. Nei mitici raduni di Pontida si raccolgono adesioni, promotore lo stesso Bossi. Il 21 febbraio 2000, con atto notarile, si costituisce la Banca Popolare CredieuroNord, societàƒ cooperativa per azioni a responsabilitàƒ limitata, 2600 soci, capitale nominale di quasi 18 miliardi di lire. Banca dà¢â‚¬â„¢Italia concede là¢â‚¬â„¢autorizzazione, si aprono i primi sportelli al Nord. Bellissimo il proclama del presidente Gianmaria Galimberti : à¢â‚¬Å“Credieuronord serve agli ideali che la Lega ha sempre portato avanti, la difesa del risparmio della famiglia e della piccola e media impresa. Si daà¢â‚¬â„¢ concretezza agli ideali del Carroccioà¢â‚¬Â¦ La politica non si mescoleràƒ MAI con la nostra Banca, Credieuronord si muoveràƒ su un piano assolutamente deontologico e non verranno fatti dei prestiti graziosi perchàƒÂ© non è nello spirito della banca nàƒÂ© nello statuto della bancaà¢â‚¬? Sarebbe proprio il caso di fare la classica battuta sulle “ultime parole famose”!

La Banca apre i suoi sportelli e parte con la nota inadeguatezza e improvvisazione alla Calderoli o quasi: niente regolamento interno, niente controlli, una politica creditizia fai da te, prestiti agli amici senza guardare alle garanzie, niente valutazione dei rischi, insomma una forma di clientelismo amicale e straccione… in fondo eà¢â‚¬â„¢ una banca di amici, come allà¢â‚¬â„¢osteria e per la Lega la legge eà¢â‚¬â„¢ sempre stata un di più, cosàƒÂ¬ proseguono sconfinamenti e sofferenze, gravi devianze legali e amministrative… Insomma la solita attivitàƒ abborracciata e inaffidabile sempre presente in ogni operazione della Lega, dalla Bossi-Fini, alla direzione della giustizia, ai rapporti col lavoro, al controllo del CNR.

In soli due anni di gestione “faziosa” la Banca della Lega marcia verso il disastro, insomma i soliti incapaci, supponenti, ma incapaci, gonfi di retorica ma poveri di fatti. La direzione eà¢â‚¬â„¢ stata cosià¢â‚¬â„¢ irregolare da portare a un deficit di una decina di milioni di euro, non poco per una banca cosià¢â‚¬â„¢ piccola. I controllori di Bankitalia dovrebbero intervenire ma invece è proprio allora che Fazio daà¢â‚¬â„¢ il suo benevolo aiuto, ovviamente niente si daà¢â‚¬â„¢ per niente.

Il patto è: si preme in Parlamento perchè il mandato del governatore di Bankitalia non sia a vita come un Papa, ma a termine, magari di otto anni, come vogliono le leggi europee, ma un mandato a vita daà¢â‚¬â„¢ a Fazio un potere ben più grande, come nessun governatore di banca nazionale ha in tutta Europa, e allora Fazio è come dicesse virtualmente: “io vi salvo la banca e chiudo gli occhi sulle vostre irregolaritàƒ e voi, in cambio, votate contro il mio mandato a termine”. E il fiero annuncio che la banca della Lega non sarebbe mai scesa a compromessi politici? Tutto dimenticato. Dal che si vede chiaramente quale sia il livello etico e legalitario di entrambi, quale sia là¢â‚¬â„¢attendibilitàƒ di Fazio e quale sia la presunta purezza della Lega. Insomma: à¢â‚¬Å“Le chiacchiere sun bele, ma davanti al daneà¢â‚¬â„¢, andem! Sum mica capron!à¢â‚¬? Cosià¢â‚¬â„¢ capiamo benissimo come mai La Padania inneggi a Fazio.

In questo bailamme, il governo si inceppa, i parlamentari Cdl sbraitano che una faccenda cosàƒÂ¬ delicata non deve cadere nelle mani della magistratura, ma, nei fatti, solo la Clementina Forleo e altri giudici vanno avanti nella tutela della legge, il governo si gingilla, mentre là¢â‚¬â„¢emerito ministro leghista Castelli sollecita unà¢â‚¬â„¢azione disciplinare non contro Galimberti, presidente della SUA banca (il conflitto di interessi eà¢â‚¬â„¢ del tutto infondato!) ma contro la Forleo, rea di difendere la legge (ma il piano deontologico?

Intanto la stampa infuria, saltano fuori le intercettazioni che mostrano quale sia il controllo del controllore Fazio (ma questi potenti sono cosàƒÂ¬ gonfi di sè da non sospettare nemmeno di essere presi in castagna?), e il gentilissimo Berlusconi si premura di farsi venire una tonsillite per salvare il caro amico Fazio (saràƒ della P2 anche lui) e il caro amico Bossi, rimandando tutto alle calende greche, e infatti il consiglio dei ministri non si puoà¢â‚¬â„¢ fare se Berlusconi ha la tosse, come se poi questo Berlusconi in consiglio o in Parlamento vci fosse venuto spesso. E quale sia la nuova etichetta della vecchia Lega, giàƒ contro Roma ladrona, e ora partecipe alle ladrerie a tutti gli effetti, ormai si sa: à¢â‚¬Å“I daneà¢â‚¬â„¢ sun i daneà¢â‚¬â„¢!à¢â‚¬? Punto. Insomma chi va con lo zoppo impara a zoppicare.

Là¢â‚¬â„¢etica lasciala ai cretini che non hanno potere.

Meglio una tonsillite oggi che un disastro domani. La persona fisica che fa il salvataggio degli incapaci è certo ragionier Gianpiero Gianpiero FioraniFiorani, ex giornalista dell’Avvenire (giornale della Chiesa), giàƒ amministratore delegato della Banca Popolare di Lodi, altra chiacchieratissima banca, sempre Fazio concedendo. Il Fiorani eà¢â‚¬â„¢ molto attivo, in 4 anni si è preso l’Iccri, l’Efibanca, la Popolare di Crema, le Casse di Risparmio di Livorno, Lucca e Pisa, la Casse di Imola e Pescara, le Popolari del Trentino, di Mantova e di Bronte, il Banco di Chiavari e la Popolare di Cremona, con una coda di accuse per insider. Ma Fazio le ha gentilmente archiviate. Ora Fiorani eà¢â‚¬â„¢ entrato nella storia dell’Antonveneta.

Il giro si allarga.

Ci sono capitali stranieri che vogliono entrare nelle scalate delle banche italiane, ma Fazio preferisce affidare le nostre banche ai nuovi venuti, gente oscura, dai facili arricchimenti e dietro cui c’è il deserto. Gente per intendersi trasparente quanto un Berlusconi ai tempi dellà¢â‚¬â„¢Edilnord, che un momento prima cantava sulle navi e un momento dopo investiva sul mercato capitali da capogiro. In questo bel giro di investimenti misteriosi e di banche sullà¢â‚¬â„¢orlo di una crisi di nervi cà¢â‚¬â„¢è anche un prete, tal don Luigi Ginami, legato a Geronzi e Fazio, consigliere piuà¢â‚¬â„¢ finanziario che spirituale.

Di nuovo Bankitalia dovrebbe controllare e fari rispettare la legge, di nuovo Fazio gioca sporco, ignora i conflitti di interesse e le norme antitrust e tende piuttosto a favorire i beniamini, riccastri o politici, in cambio di favori di tipo ignoto (quellà¢â‚¬â„¢intercettazione: à¢â‚¬Å“Portami la solita cosa passando dal retroà¢â‚¬?, non parleràƒ di caciocavallo, penso). Insomma se il sistema eà¢â‚¬â„¢ marcio, la Lega mostra di saperci stare benissimo, come il baco nella mela.

Berlusconi con Fazio ci sta pappa e ciccia. Povero Bossi! Prima senza la voce, ora senza la dignitàƒ . Doveva essere la lotta a Roma ladrona, è diventata la magnata de noantri !

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Occuparsi di banche italiane vuol dire entrare nel delirio. E nessuno creda che le operazioni sospette riguardino solo Fazio o Berlusconi.

Banca Rasini.

Banca con un’unica agenzia a Milano, che cura patrimoni di natura quantomeno dubbia. Non dimentichiamoci che Sindona, che di certe cose se ne intendeva, la definàƒÂ¬ “la banca della mafia”. Ci lavorava il padre di Berlusconi come procuratore con potere di firma. Da essa, con visibile certezza, sono usciti i patrimoni che hanno di colpo lanciato il giovane Silvio sul mercato immobiliare. Berlusconi non ha mai aperto bocca su quell’improvviso fiume di denaro da cui è iniziata la sua fortuna, quel patrimonio immenso che ne ha fatto, da quello spiantato che era, il padrone d’Italia. Scusate se penso male, ma non si puàƒÂ² fare a meno di fare due più due. Per vent’anni la Banca Rasini è stata la fonte di allattamento berlusconiana.

Sono correntisti di questa strana agenzia bancaria, unica nel suo genere, noti esponenti del clan Fidanzati, del clan Bono, ma anche si dice Carmelo Gaeta, Robertino Enea, Pippo CalàƒÂ², TotàƒÂ² Riina e qualche prestanome di Bernardo Provenzano. Insomma il fior fiore della mafia palermitana, la stessa con cui ha sempre intrattenuto piacevoli rapporti il consigliori di Berlusconi, dell’Utri, condannato a nove anni per collusione mafiosa.

Guarda caso la Banca Rasini viene assorbita dalla Banca Popolare di Lodi. Ri-guarda caso anche la Credieuronord, banca fallita dei leghisti, viene assorbita dalla Banca Popolare di Lodi. Le operazioni sconcertanti di queste banche non si contano. Mai Bankitalia interviene o censura.

Il governatore Fazio è molto religioso, prega prima di mangiare, va a messa, legge il Vangelo sul pulpito, ha un assistente spirituale, il giàƒ lodato don Luigi Ginami, che è, guarda caso, un formidabile consigliere di operazioni bancarie. Don Luigi Ginami non è un confessore qualsiasi, è il capo della segreteria del potente Cardinale Giovambattista Re, della segreteria di Stato Vaticana. La Fondazione Re, ricchezza della famiglia del Cardinale Re, finanzia con la Bocconi la societàƒ Etichal Capital Partners, diretta dal presidente Claudio Demattè. Ethical Capital Partners è una societàƒ finanziaria attiva nel corporate finance e nell’asset management, leader in Italia, e detiene il 60% del mercato nel campo della consulenza verso investimenti etici (etici?!?). Sembra che Don Luigi sia confessore anche di Romiti. Questo miscuglio di finanza e confessione veramente ci schifa.

Fazio è un mix mutante tra Andreotti e Cuccia, con una puntina di fanatismo bushiano e Sindona sullo sfondo. Sullo sfondo delle operazioni sospette di Fazio aleggia sempre un certo odore di Chiesa. è il nuovo regime teocon, quello da cui usciràƒ , si teme, il nuovo partito dei Valori, benedetto da Ratzinger. Mafia, P2, corruzione, illeciti, palazzinari, burini, incenso. Un mix che fa vomitare.

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Ma il giro non finisce qui.

Violante ha più volte dichiarato che i DS non vogliono affatto le dimissioni di Fazio. Sull’Unitàƒ Alfiero Grandi (anche lui DS, e nemmeno uno dei peggio) scagiona Fazio con strani giri di parole e dice che, se pure non si è comportato del tutto correttamente, lui non vede configurazioni di reato. O bella! I DS difendono Fazio? E intanto, per maggior tripudio, si stipula un accordo tra il maggior finanziere di destra (Berlusconi) e il maggior finanziere di sinistra (De Benedetti).

Ma va’, destra e sinistra a braccetto, come compari! Con la Chiesa come cappello! Si accordano per creare una societàƒ che prenderàƒ aziende andate a male rimettendole a posto. Si fondono i patrimoni di Berlusconi (destra), e di De Benedetti (sinistra) e, udite udite, entra nell’affare anche Della Valle (grande moralizzatore a parole) e Cordero di Montezemolo (ma non era quel presidente di Confindustria che Berlusconi ha più volte dichiarato di avere sullo stomaco per le sue critiche al governo?, n.d.r.).

Insomma, dietro l’ipocrisia dei loro falsi duelli ideologici e schierati, appare che sono tutti pappa e ciccia.
Ci manca solo il Venerabile Gelli a siglare l’accordo e un bacio mafioso sulla bocca, una santa benedizione di Ratzinger e siamo a posto.

Ora aspetto solo di vedere dentro l’affare Unipol, la BNL, le Coop e lo IOR e a quel punto diamo una spallata alla CGIL perchè non se ne stia sola in un cantuccio e si unisca all’allegra brigata. D’Alema è giàƒ della partita e dunque che problema c’è? Conflitti ideologici? Ma manco a parlarne.

Concludendo.

C’è qualcosa che non va? Mi pare ovvio. Il “qualcosa” che non va sono io, che non conto nulla, che li dovrei andare a votare, destra, cento, sinistra, nuovo partito cattolico, libera Chiesa in libero stato, partito dei valori e chiesa delle tradizioni… evidentemente una stessa ed eguale melma. Una enorme troiata. Il pezzo che non va sono io, che non capisco nemmeno più la differenza tra destra e sinistra, centro e nuovo centro, Marx, Cristo e Gelli, e mi chiedo che ci sto a fare qui a confliggere con gli amici di Berlusconi quando i nostri caporioni di opposto partito fanno affaires ensemble, come delle maitresse di lusso che si dividono i proventi. Sono io, come tutti gli elettori italiani, che faccio qui la figura del pirla, del tradito, del sognatore e non so più di cosa.

22/09/2005
Viviana Vivarelli

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