USA: falso giornalismo

Il governo statunitense realizzava finti servizi giornalistici trasmessi dalle emittenti locali. Una perdita d'immagine sia per il presidente Bush sia per l'informazione (Silvia Bellocchio – L' Internazionale 20 marzo 2005)


Anche se l'influenza del governo sull'informazione ̬ un problema comune a molti paesi, l'amministrazione statunitense guidata da George W. Bush ha dato prova di aver esagerato. Una recente inchiesta del New York Times ha svelato che venti agenzie federali e alcuni organi governativi Рcompresi il dipartimento di stato e quello della difesa Рrealizzavano dei falsi servizi giornalistici che venivano poi trasmessi da emittenti locali.

“Questi video sono estremamente accurati”, racconta il quotidiano newyorchese in un editoriale. “I reporter e gli intervistati sembrano autentici e solo un occhio allenato potrebbe riconoscere che questi servizi sono in realtà degli spot pubblicitari a favore della Casa Bianca e dei rappresentanti del governo. Sono pochi quelli facilmente identificabili come propaganda politica”.

Un commento indignato appare anche sul Washington Post: “Benché quest'amministrazione non sia certo la prima a ricorrere a espedienti di questo tipo sembra però essere quella che ne abusa maggiormente. àˆ umiliante che le emittenti private, ogni giorno alle prese con carenza di personale e problemi economici, abbiano permesso di farsi sfruttare in questo modo. Si tratta di una pratica illegale e nociva per la democrazia”.

Della stessa opinione è il Los Angeles Times che scrive: “Il potere politico ha sempre cercato di influenzare i media ma non si è mai spinto fino a questi eccessi. Spacciare la propaganda per giornalismo è un atto degno della migliore tradizione totalitaria. Il goffo tentativo di Bush di farsi pubblicità rischia di danneggiare anche le relazioni degli Stati Uniti con l'estero”.
La condanna di questa distorsione nell'informazione da parte del governo è quindi dura e unanime. E anche le televisioni locali ne faranno le spese.

Secondo il New York Times, “anche se trasmettere notizie false è servito a risparmiare sui costi, le emittenti si sono danneggiate con le loro stesse mani, compromettendo irrimediabilmente una caratteristica fondamentale che un mezzo di comunicazione deve avere per conservare la considerazione del pubblico: la credibilità “.

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