Scoperta mappa genetica del parassita della malaria, si accende la speranza per milioni di persone


SWITZERLAND, 5 OTT 2002
da: Andres Zambotto [sijambo@libero.it]

L’hanno già definito un ‘punto di svolta’ per la salute di milioni di esseri umani nel mondo. La scoperta è stata annunciata l’altro ieri: il genoma del più pericoloso parassita della malaria, il famigerato ‘plasmodium falciparum’, è stato decodificato. In altre parole, ne è stata decifrata la ‘mappa genetica’, unitamente a quella della zanzara anofele, che trasporta il parassita. Anche se è troppo presto per cantare vittoria contro
una malattia che nel mondo colpisce ogni anno 300 milioni di persone e ne uccide almeno un milione, la scoperta è stata salutata come ‘un momento straordinario della storia della scienza’. Così si è espresso Carlos Morel, direttore del Programma di ricerca di malattie tropicali [Tdr] di Ginevra, co-sponsorizzato dall’Organizzazione mondiale della sanità
[Oms]. Il 90 per cento delle vittime della malaria, in Africa come in Asia, sono bambini al di sotto dei 5 anni. Muoiono a causa di una ‘malattia dei poveri’, che ucciderebbe in realtà molte meno persone se gli strumenti di profilassi e cura a disposizione nei Paesi
in via di sviluppo fossero diversi e più completi. In effetti, gli esperti spiegano che da anni, ormai, le medicine contro le zanzare stanno diventando sempre meno efficaci. La clorochina, il più economico e il più diffuso farmaco antimalarico in circolazione, è
praticamente un’arma spuntata contro il ‘plasmodium’. Ma anche altri composti, negli ultimi anni, si stanno rivelando strumenti inefficaci contro le zanzare anofele, che sono delle terribili trasmettitrici del parassita. Tanto da meritarsi l’infausto epiteto di ‘macchina della malaria’ da parte degli esperti di medicina tropicale di mezzo mondo, da anni in lotta contro questo flagello. Anche le strategie per l’eliminazione del temibile insetto risultano fallimentari nei Paesi più poveri, che spesso sono quelli con le condizioni climatiche più difficili. Mentre nelle nazioni industrializzate le campagne per l’annientamento dell’anofele hanno avuto abbastanza successo, questo non è accaduto in quelle aree del Sud del mondo dove gli insetticidi hanno perso nel tempo la propria capacità . Da una decina di anni gli esperti del Centro per la medicina tropicale di Ginevra avevano coinvolto i ‘colleghi’ genetisti nel tentativo di ricostruire la mappa del parassita. Ora questo immane lavoro di ricerca è stato portato a termine. Ma, concretamente, quali vantaggi porterà questa scoperta? Gli scienziati del Tdr dicono che a questo punto sarà possibile ricavare le informazioni nascoste nel genoma per studiare nuovi insetticidi, repellenti e medicine antimalariche. Il codice genetico, avverte il professor Morel, rischia di essere inutile se non verrà adeguatamente sfruttato per ottenerne ulteriori informazioni. Questo richiederà tuttavia molto tempo, precisano gli scienziati pur senza nascondere l’euforia per l’importante scoperta. ‘Ora abbiamo materiale per lavorare 24 ore al giorno in cerca di una soluzione che possa salvare milioni di esseri umani’, ha concluso Morel. Nella speranza che, quando verrà identificato
un rimedio efficace contro la malaria, esso non diventi prerogativa esclusiva di qualche casa farmaceutiche pronta a sfruttare la sofferenza di milioni di persone. [EB]

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