Licei e Università , quanto pesa la Chiesa


Licei e Università , quanto pesa la Chiesa

Due casi (esemplari) di cui é stata investita la Camera testimoniano di come, quanto e perché possano essere difficili – in tema d’istruzione e di parità scolastica – i rapporti tra Stato e Chiesa. Al primo caso ha dato la stura la decisione presa dalla curia fiorentina di revocare l’incarico dell’insegnamento della religione ad una docente (in forza da dieci anni presso una scuola pubblica della città ) perché in stato di gravidanza pur non essendo sposata. Non solo una decisione bacchettona, ma anche e soprattutto una palese violazione tanto dei diritti civili di una cittadina italiana quanto dei diritti dello Stato cui tocca l’onere delle spese per l’insegnamento della religione. Nel rispondere sulla vicenda al deputato leghista Simone Gnaga (per inciso: ben singolare che non si sia mosso un esponente della sinistra), il ministro della Pubblica istruzione Luigi Berlinguer ha per un verso fatto presente i <> derivanti dal nuovo concordato dell’84 e dalle successive intese con il Vaticano, che confermano il diritto di proposta/revoca degli insegnanti (anche laici) di religione; ma per l’altro verso ha rivendicato allo Stato il diritto-dovere di esigere più argomentate spiegazioni: <>.

Dalla Curia di Firenze, infatti, l’unica motivazione della revoca é consistita nell’affermare l’esistenza di un <>, cioé di separata, di single, e di gravida. Ma il fatto che l’autorità ecclesiastica non abbia accennato esplicitamente allo stato di gravidanza (quale trauma dev’essere stato per la insegnante, sul piano psicologico e su quello economico, far sentire la maternità come una colpa) ha offerto a Berlinguer l’à ncora per un pesante richiamo polemico: <>. Formalmente la risposta non fa una piega: polemica esplicita con la Curia, rivendicazione del diritto alla maternità , <>. Ma nei fatti il ministro ammette di avere le mani legate da Concordato e intese. Mani legate almeno (lo ha fatto capire lui stesso) sino a quando non saranno varate le norme sullo stato giuridico dei docenti in cui é compresa la disciplina dell’insegnamento della religione nelle scuole pubbliche. Insoddisfatto l’interrogante: <>.

Un altro e più grave caso é stato sollevato dal segretario del Pri Giorgio La Malfa, in seguito alla rimozione del prof. Luigi Lombardi Vallauri dall’incarico di docente di filosofia del diritto all’Università cattolica di Milano perché in una lezione aveva espresso riserve sulla concezione tradizionale dell’Inferno (guarda, guarda: proprio il tema appena messo in discussione persino dal Papa). Caso aggravato, appunto, dal fatto che la “Cattolica” fruisce di lauti finanziamenti statali. Quanto esattamente?, aveva chiesto La Malfa. Anche nella risposta fornita dal sottosegretario all’Università prof. Luciano Guerzoni c’é la premessa sulle mani legate da concordato e successive intese. Ma, alla richiesta di chiarimenti del ministero, illuminante é stata la risposta del rettore: incarico revocato perché é venuto a mancare il “gradimento” necessario per l’esercizio della docenza. E il “gradimento” non solo é previsto dagli accordi, ma la Corte costituzionale, con sentenza del 72, ha riconosciuto l’efficacia del “gradimento” pur in rapporto ai principi costituzionali sulla libertà di ricerca e d’insegnamento (e qui casca l’asino: questi principi sono mandati letteralmente alla malora dalla Cattolica). Quanto ai quattrini, Guerzoni ha spiegato che per le università non statali l’erario stanzia ogni anno 150 miliardi ripartiti poi in base al numero degli studenti, al costo del personale, alle strutture. Bene, anzi male: la Cattolica di Milano fagocita grandissima parte dell’intero stanziamento, quasi 64 miliardi. Esattamente 63.969.437.000.

Purtroppo, trattandosi di interrogazione a risposta scritta, La Malfa non ha diritto di replica. Allora gliela ha offerta buvette. Ecco il commento del segretario repubblicano: <>.

Giorgio Frasca Polara

24 settembre ’99

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